La crisi morde sempre più e le famiglie calabresi sono ormai al collasso: in un solo anno, dal 2012 al 2013, quasi 795 mila nuclei familiari hanno ridotto considerevolmente i loro consumi di oltre 1.240 milioni di euro pari al 4,5% del prodotto interno lordo regionale.
È quanto emerge dal “Borsino delle famiglie calabresi” realizzato annualmente dall’istituto Demoskopika. Ogni nucleo familiare – mette in evidenza l’indagine – ha deciso di tirare la cinghia di 1.600 euro.
Nel 2013, infatti, la spesa media mensile delle famiglie calabresi si è attestata a 1.632 euro con una significativa contrazione pari al 7,4% rispetto al 2012 (1.762 euro), registrando rilevanti cambiamenti rispetto alle abitudini di consumo.
La contrazione è assorbita per oltre la metà dalle categorie di spesa relative agli alimentari e all’abitazione. In crescita, soltanto le spese per le categorie combustibili, energia e istruzione: in altri termini bollette, riscaldamento, tasse scolastiche, acquisto libri e spese per il mantenimento agli studi dei figli.
Uscite per far fronte alle quali i calabresi hanno sborsato mediamente circa 2.000 euro a famiglia, oltre 1,5 miliardi di euro complessivamente nel 2013, pari al 9,8% del budget disponibile. Aumenta complessivamente l’area dell’impoverimento: il disagio economico ha colpito oltre 71mila famiglie in più rispetto al 2012. Secondo quanto emerso dal monitoraggio di Demoskopika, sono 386mila le famiglie calabresi “disagiate”, quasi il 48% del totale.
In base alla stima dell’istituto di ricerche, dunque, 961.962 persone (praticamente un calabrese su due), versano in condizioni di totale o quasi indigenza economica. «La crisi – dichiara Raffaele Rio, dell’Istituto Demoskopika – si sta abbattendo come un devastante tsunami sulle famiglie calabresi.
Aumenta considerevolmente, rispetto all’anno precedente, il numero delle famiglie calabresi che non riescono più a far quadrare i conti, costrette ad un crescente disagio economico non più a partire dalla quarta ma già dalla terza settimana. Pagare il mutuo, le bollette per l’affitto, la luce, il gas e il riscaldamento, le spese di condominio, gli abbonamenti per il trasporto urbano ed extra-urbano, le tasse scolastiche, l’acquisto di libri, la vacanza e tanto altro ancora, è molto più difficoltoso rispetto già ai dodici mesi precedenti. Lo spettro della povertà non fa sconti a nessuno».