Guadagna più di tremila euro al mese, ma quasi quasi fa tenerezza, se si confronta la sua “pensione” con quella di altri più fortunati colleghi.
L’ex consigliere di Forza Italia Mario Magno ha iniziato, dallo scorso gennaio, a percepire il suo assegno vitalizio, come stabilito dalla legge 3 del ’96. Ogni mese troverà sul suo conto corrente 3.557,91 euro (per i primi 90 giorni subirà una trattenuta di circa 1.300 quale contributo per il vitalizio stesso e per l’assegno di reversibilità), in virtù di quell’unica legislatura in cui si è messo al servizio dei calabresi. Cioè per poco meno di 5 anni di lavoro, dato che la regione è andata al voto anticipato. Ma i soldi percepiti da Magno sono bruscolini, se confrontati con l’entità dell’assegno di un altro big della politica calabrese, Pino Gentile. Il consiglio regionale ha da poco riconosciuto anche a lui il diritto al vitalizio, anche se rimarrà sospeso fino a quando l’ex assessore della giunta Scopelliti eserciterà il suo mandato a Palazzo Campanella.
Di che cifra parliamo? Quasi 7.500 euro al mese, il risultato di ben 6 legislature, cioè 30 anni passati nella massima assemblea regionale.
Nessuno, come Gentile.
Non sono gli unici beneficiari.
Il vitalizio è stato da poco accordato ad altri 6 tra ex e consiglieri in carica. Uno di loro è Mimmo Tallini, rieletto alle ultime regionali nelle fila di Forza Italia ma ora transitato nel Misto, dopo una polemica con quelli che avrebbero dovuto essere i suoi compagni di gruppo. Per l’ex assessore al Personale, al termine di questa sua nuova avventura (salvo altre ridenti ricandidature), ogni 27 del mese ad aspettarlo ci saranno poco più di 6mila euro.
Stessa somma che ha già cominciato a incamerare (con una trattenuta per tre mesi) l’ultimo presidente della commissione antindrangheta, Salvatore Magarò.
Pietro Giamborino, invece, tra i banchi dell’Astronave c’è stato, più o meno, per una legislatura e mezzo (nella precedente era subentrato in corsa al posto di Brunello Censore), comunque il tempo necessario per maturare quasi 4mila euro ogni 30 giorni. Un assegno sostanzioso che lo aiuterà di certo a superare la delusione per la sconfitta alle ultime primarie di Vibo.
Pensione di poco inferiore per l’ex consigliere crotonese Salvatore Pacenza (3.581 euro), ma molto più consistente per altri due maggiorenti del centrodestra calabrese, i “decani” Giovanni Dima e Piero Aiello.
Il primo, ex sottosegretario dell’esecutivo Scopelliti, ha sulle spalle 4 legislature, che dallo scorso gennaio gli fruttano quasi 7.400 euro. Per Dima non è l’unica voce in entrata. È stato anche parlamentare, per cui riceve un vitalizio aggiuntivo a quello del consiglio regionale. Aiello, invece, dovrà aver pazienza: i suoi 7.490 euro li prenderà, nella peggiore delle ipotesi, nel 2018, alla scadenza naturale della legislatura nazionale. Nel frattempo, potrà accontentarsi con l’indennizzo di senatore della Repubblica.
Pietro Bellantoni
corcalabria
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