Mister X ha un nome e un cognome. Dopo essere stato tirato in ballo pubblicamente dal comunicato del socio di minoranza Soluri, Giuseppe Cosentino, il patron di Gicos, si è esposto ieri. E lo ha fatto con un’intervista alla Gazzetta del Sud in cui ha spiegato dettagliatamente i termini del suo possibile intervento per risolvere la crisi del FC Catanzaro. I punti fermi che emergono dalle dichiarazioni dell’imprenditore reggino sono quattro:
– Impegno a rilevare la maggioranza del pacchetto azionario del FC Catanzaro, sottoscrivendo al massimo il 60% delle quote.
– Investimento iniziale per circa 1,5 milioni di euro, di cui al massimo un milione a copertura del debito e il resto destinato al perfezionamento della domanda di ripescaggio (in proporzione alle quote rilevate).
– Volontà di coinvolgere da 2 a 4 imprenditori, solidi e catanzaresi, disposti ad acquisire le quote residue e a coprire la parte rimanente del debito e della cifra necessaria per il ripescaggio (sempre in proporzione alle quote possedute da ciascun socio).
– Sottoscrizione di un protocollo attraverso cui le istituzioni si impegnano a versare il contributo promesso a chi avrebbe rilevato il Catanzaro salvandolo dal fallimento (un milione di euro almeno per tre anni).
Questi quattro punti sono la bussola per comprendere la proposta di Cosentino. Ad emergere è, prima di ogni altra cosa, la volontà di contenere l’investimento iniziale, soprattutto in considerazione della situazione debitoria del Catanzaro che resta sempre un rebus senza risposta certa. Da qui l’appello agli imprenditori catanzaresi, invitati ad affiancarlo per condividerne lo sforzo economico in un progetto comunque di medio-lungo periodo. Gli operatori economici della città hanno negli ultimi anni foraggiato la squadra di calcio con contributi a fondo perduto, salvo lamentare sempre una mancanza di seria progettualità (esemplari a questo proposito le parole di Daniele Rossi in un’intervista di 20 giorni fa). Con Giuseppe Cosentino lo scenario desiderato dai capitani d’industria catanzaresi potrebbe materializzarsi, impossibile escludere dunque che qualcuno dei nomi tirati in ballo durante queste settimane si affianchi al titolare di Gicos. È probabile poi che, oltre che per considerazioni economiche, Cosentino non voglia avventurarsi da solo nell’acquisizione del Catanzaro senza un solido appoggio in città, soprattutto per motivi “ambientali”.
Chiaro pure il discorso sulla ripartizione dell’investimento iniziale. Il ripianamento dei debiti e le cifre necessarie per poter accedere al ripescaggio vanno divise in parti proporzionali, secondo le quote possedute. Come in tutte le società per azioni. Orientamento opposto a quello di Soluri, il quale chiede, come condizione per la cessione delle sue quote, che l’eventuale nuovo azionista di maggioranza si accolli per intero il contributo alla FIGC, visto che i vecchi soci avrebbero il merito di aver portato il Catanzaro nelle condizioni di essere ammesso alla I Divisione. Pazienza se al termine di una via crucis fatta di deferimenti, penalizzazioni, scioperi dei calciatori, collette pubbliche e private, fino ad arrivare ai distacchi delle utenze.
L’ultimo punto, quello dei contributi pubblici per tre anni, riprende la promessa fatta dal presidente Scopelliti (con l’avallo di Comune e Provincia) al tavolo istituzionale di un mese e mezzo fa, cui partecipò lo stesso governatore della Calabria. Sull’opportunità dei soldi pubblici alle società di calcio si potrebbe discutere all’infinito. Sicuramente non sarebbe più possibile versare un euro (direttamente o indirettamente) nelle casse di una compagine societaria come quella attuale che ha dimostrato, senza riuscire mai a smentirsi, la propria incapacità gestionale. È il momento che anche i rappresentanti istituzionali, finora incapaci di trovare una via d’uscita, stringano per ottenere una nuova proprietà. O il contributo del Comune, via Tribuna Gianna, diventerebbe non solo inutile ma anche scandaloso. Proprietà vera o fallimento:siamo sempre lì.
Ora che Mister “X” è diventato Mister “C”, i tifosi giallorossi assisteranno probabilmente ad una nuova rappresentazione di quel “metodo scientifico” nostrano già più volte applicato per allontanare ogni potenziale acquirente da Catanzaro. Interpretazioni errate, notizie fantasiose, condizionamenti di ogni tipo: ci siamo abituati. E’ solo un gioco semiserio di piccolo potere. Tentativi di conservazione o (peggio ancora) restaurazione. Puntonet osserverà e riporterà fedelmente ai suoi lettori ciò che accade nella città in cui il pallone, da molti anni ormai, non è più una sfera di cuoio che rotola sopra un campo verde.
Nella serata di ieri è intanto arrivata la rassicurazione sulle pratiche per l’iscrizione del Catanzaro al campionato di Seconda divisione: non sono state riscontrate irregolarità.
Red