C’è una sorta di “atmosfera decadente” che da ormai diverso tempo, avvolge ferrovieri, treni e binari. Abbiamo visto troppo in questi anni. Per fare solo qualche esempio: l’adozione del modulo cosiddetto “ad agente unico”, che sottrae il capotreno alla regolare attività di controlleria, incrementando fortemente il fenomeno dell’evasione; la divisionalizzazione di Trenitalia, che ha fatto nascere in passato le Divisioni regionale, Passeggeri Nazionale/Internazionale e Cargo, ed oggi Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca e Servizi di base. Diverse strutture, ciascuna dotata di proprio apparato dirigenziale, quadri, sale operative e parchi macchine ma spesso senza adeguata sinergia. Per fare un esempio, nei casi di piccoli ritardi i treni delle diverse divisioni “non dialogano” fra loro, lasciando “a piedi” gli sfortunati viaggiatori anche se si tratta di attendere soltanto 1-2 minuti.
Intanto sui treni e negli uffici arrugginiscono apparati tecnologici costati svariati miliardi di vecchie lire e mai utilizzati dopo la loro installazione (tanti VACMA, Urmet, obliteratrici guaste da anni, ecc).
La nostra paura è che per Trenitalia si stiano tramando le stesse sorti toccate qualche mese fa ad Alitalia: consegnare ad una cordata di privati il trasporto business ad alta velocità, per le cui infrastrutture hanno pagato tutti i cittadini attraverso le tasse, e lasciare nelle mani dello Stato tutte le perdite e le tratte in passivo. Una vera e propria recita a soggetto, in cui ciascuno interpreta la propria parte.
E la Calabria? Dimenticata. Soltanto qualche cattedrale nel deserto per consentire al politico di turno di tagliare un nastro tricolore davanti ai fotografi, ma nessun piano organico di sviluppo dei trasporti e ancora tante gravi criticità (si vedano la mega-stazione Fs abbandonata di Vaglio Lise a Cosenza, la biglietteria di Lamezia Terme Centrale lasciata allo sbando, la tratta metropolitana elettrificata Melito-Rosarno dove circolano soltanto mezzi diesel, la linea Jonica abbandonata a se stessa, il semplice binario non elettrificato che raggiunge il capoluogo di regione Catanzaro, ed una piccola variante ferroviaria appena inaugurata dove i treni procedono già a velocità ridotta, infine la scala mobile presso la stazione di Reggio C. C.le, da tempo smontata ed ancora oggi inattiva).
Un quadro desolante al quale si aggiunge la triste realtà delle Ferrovie della Calabria SrL dove proprio in queste ore il crollo di un ponte, per puro caso, non si è trasformato nell’ennesima tragedia, eppure il presidente proviene dal Ministero dei Trasporti.
Noi della Fast Calabria denunciamo con forza (così come già fatto nei confronti del tentativo di dismissione dei treni FS da e per la Calabria) quanto sta avvenendo sulle spalle dei contribuenti e di tutti i lavoratori del settore. Chiediamo, infine, come del resto proposto attraverso numerose interrogazioni parlamentari, che il Parlamento attivi una seria commissione di inchiesta. Anche per rispetto dell’intera collettività e del tricolore che ogni ferroviere ha stampigliato a forma di effe sulla propria divisa, dalla parte del cuore.
28/01/2010
Intanto sui treni e negli uffici arrugginiscono apparati tecnologici costati svariati miliardi di vecchie lire e mai utilizzati dopo la loro installazione (tanti VACMA, Urmet, obliteratrici guaste da anni, ecc).
La nostra paura è che per Trenitalia si stiano tramando le stesse sorti toccate qualche mese fa ad Alitalia: consegnare ad una cordata di privati il trasporto business ad alta velocità, per le cui infrastrutture hanno pagato tutti i cittadini attraverso le tasse, e lasciare nelle mani dello Stato tutte le perdite e le tratte in passivo. Una vera e propria recita a soggetto, in cui ciascuno interpreta la propria parte.
E la Calabria? Dimenticata. Soltanto qualche cattedrale nel deserto per consentire al politico di turno di tagliare un nastro tricolore davanti ai fotografi, ma nessun piano organico di sviluppo dei trasporti e ancora tante gravi criticità (si vedano la mega-stazione Fs abbandonata di Vaglio Lise a Cosenza, la biglietteria di Lamezia Terme Centrale lasciata allo sbando, la tratta metropolitana elettrificata Melito-Rosarno dove circolano soltanto mezzi diesel, la linea Jonica abbandonata a se stessa, il semplice binario non elettrificato che raggiunge il capoluogo di regione Catanzaro, ed una piccola variante ferroviaria appena inaugurata dove i treni procedono già a velocità ridotta, infine la scala mobile presso la stazione di Reggio C. C.le, da tempo smontata ed ancora oggi inattiva).
Un quadro desolante al quale si aggiunge la triste realtà delle Ferrovie della Calabria SrL dove proprio in queste ore il crollo di un ponte, per puro caso, non si è trasformato nell’ennesima tragedia, eppure il presidente proviene dal Ministero dei Trasporti.
Noi della Fast Calabria denunciamo con forza (così come già fatto nei confronti del tentativo di dismissione dei treni FS da e per la Calabria) quanto sta avvenendo sulle spalle dei contribuenti e di tutti i lavoratori del settore. Chiediamo, infine, come del resto proposto attraverso numerose interrogazioni parlamentari, che il Parlamento attivi una seria commissione di inchiesta. Anche per rispetto dell’intera collettività e del tricolore che ogni ferroviere ha stampigliato a forma di effe sulla propria divisa, dalla parte del cuore.
28/01/2010
Il Segretario Regionale FAST-FerroVie Calabria Enzo Rogolino