NO AL TRASLOCO DI CARDIOCHIRURGIA
L’insensata decisione dei giorni scorsi, presa dal Governatore Scopelliti, ossia lo smantellamento dell’unità di Cardiochirurgia del Policlinico Universitario “Mater Domini”, sembra essere passata in sordina come se nulla fosse. E’ bene, quindi, far capire ai catanzaresi quello che si sta perpetrando ai danni di Catanzaro facendo un vero e proprio excursus della vicenda.
La SICCH (Società Italiana Chirurgia Cardiaca) prevede una cardiochirurgia ogni milione di abitanti. La Calabria ne ha poco meno di due milioni, pertanto, il numero di due unità cardochirurgiche è considerato sufficiente e opportuno. Entrambe si trovano, con motivazioni diverse a Catanzaro: il Sant’Anna Hospital, è una struttura privata, quindi ubica la propria sede dove meglio crede; l’altra, il Policlinico Universitario “Mater Domini” è, più che legittimamente, collocata presso l’UNICA Facoltà di Medicina e Chirurgia della Regione che, guarda caso, ha sede proprio nel Capoluogo della Calabria.
Perché lo spostamento? Questo verrebbe, tra l’altro, motivato con lo scarso numero di interventi; la soglia richiesta è di 400 interventi annui a fronte degli attuali 300. Tutto ciò, però, è una conseguenza “logica” dovuta al fatto che esiste una sola sala Operatoria, con tre soli chirurghi primi operatori e, soprattutto, quella del “Mater Domini” è l‘unica Cardiochirurgia in Italia senza una propria terapia Intensiva dedicata, in quanto quest’ultima è in comune con tutte le altre discipline presenti nel Policlinico. Tutto ciò, ovviamente, impedisce un’adeguata programmazione e, a volte, non consente alcun intervento giornaliero, allungando le liste di attesa e producendo disfunzioni e ritardi nell’organizzazione del reparto e degli interventi.
La cosa più logica (ed economicamente conveniente per le tasche dei calabresi) è quella di potenziare la struttura e non di smantellarla, perché uno spostamento a Cosenza o Reggio, centri che non hanno il minimo know-how né cardiologico né tantomeno cardiochirurgico, non presuppone minimamente un aumento degli interventi. La situazione potrebbe addirittura peggiorare, in quanto, nel primo non breve periodo (ci voglio almeno dai 3 ai 5 anni) è prefigurabile una riduzione delle operazioni dovuta proprio alla mancata organizzazione che in questa altissima specializzazione medica non si può improvvisare da un momento all’altro. Catanzaro, per organizzarsi decorosamente, ci ha messo 20 anni. Tant’è che, seppur in un numero ridotto per cause squisitamente strutturali, la gran parte degli interventi sono di altissima qualità e specializzazione.
Il Centro del Prof. Attilio Renzulli è l’unico nell’Italia Meridionale ad avere impiantato già due VAD – Sistemi di Assistenza Ventricolare (meglio conosciuti come “Cuori Artificiali”) ossia interventi salvavita per lo scompenso cardiaco grave. Fino al mese scorso nessuno lo aveva fatto al di sotto di Firenze.
A conferma di ciò ci sono anche le decine e decine di pubblicazioni scientifiche che sono state effettuate dallo stesso Professore e dalla sua equipe presso le più prestigiose riviste internazionali. E’ evidente che siamo di fronte ad un vero e proprio centro d’Eccellenza da potenziare e non da smantellare. Un polo in cui operano praticamente dei cardiochirurghi che, o sono catanzaresi di nascita o, comunque, d’adozione in quanto ormai residenti nel Capoluogo. Quindi un reparto assolutamente “made in Catanzaro” le cui professionalità, a causa di questa scellerata decisione, verrebbero perse e/o spostate altrove ex abrupto.
Tra l’altro è consolidata “de facto” una suddivisione delle aree di Eccellenza Sanitaria nella nostra Regione tra Catanzaro, Cosenza e Reggio:
– A Catanzaro i Poli Oncologici e Cardio Vascolari e il Centro Trasfusionale di compensazione Regionale;
– A Cosenza i Centri Trapianti, il Dipartimento Materno Infantile (Ginecologia Pediatria Neonatologia Chirurgia Pediatrica) e la Chirurgia Epato Bilio Pancreatica;
– A Reggio il Centro Trapianti Midollo Osseo, il Centro Trapianti di area Nefrologica e l’Urologia.
Perché, quindi, rompere improvvisamente questa suddivisione che, tra l’altro con specializzazione crescente porta a buoni risultati e dura da anni? Perché questo avviene a danno solo di Catanzaro?
Per tentare di giustificare questo smantellamento ci si appiglia alla mancata effettuazione di interventi in urgenza, cosa assolutamente non vera in quanto questi ultimi vengono regolarmente effettuati, quando ovviamente, a causa delle già illustrate carenze strutturali (leggi terapia intensiva dedicata) è possibile assicurare un posto in rianimazione successivamente all’intervento.
Quindi, in conclusione, non c’è nessun motivo logico per provvedere ad uno spostamento che non sarebbe produttivo per la Regione in quanto questa si ritroverebbe con due centri a bassissima casistica cardiochirugica, con notevole danno per la salute dei calabresi. Inoltre il trasloco non frenerebbe nell’immediato l’emigrazione sanitaria in campo cardiovascolare, non potrebbe ottenere risultati nel breve-medio termine, danneggerebbe irreparabilmente il tessuto culturale che, nonostante tutto, la nostra città ancora conserva e, infine, ma soprattutto, se lo spostamento avverrà con destinazione Cosenza, questa potrebbe rivendicare e insistere nella sua aberrante richiesta di una nuova Facoltà di Medicina presso il Campus di Arcavacata.
Inutile dire che le nostre considerazioni rappresentano un appello alla classe politica catanzarese – soprattutto ai consiglieri e agli assessori regionali – che, senza badare a logiche politiche, deve impedire quest’ennesimo scippo ai danni di Catanzaro.
MOVIMENTO CIVICO “CATANZARONELCUORE”
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CHI VUOLE TRASFERIRE L’U.O. DI CARDIOCHIRURGIA DA CATANZARO?
Non è bastato lo spostamento della scuola di magistratura, dell’ospedale militare, delle scuole di specializzazione universitarie in medicina per offendere sempre di più questa città, le sue prospettive di presente e di futuro. Offendere i suoi studenti e i suoi giovani.
Ora pare che il governo regionale voglia anche trasferire l’Unità Operativa di Cardiochirurgia del Campus universitario di Catanzaro dove c’è una prestigiosa facoltà di medicina o a Cosenza o Reggio Calabria. Questa notizia non può che lasciarci perplessi.
Una soluzione che non capiamo e priva di un minimo senso logico che insieme allo spostamento delle scuole di specializzazione dello scorso anno, rappresenta una ennesima offesa ed un duro colpo sistematico per tutti gli studenti universitari calabresi. Perché? Quali ragioni di campanile o di micropolitica muovono queste scelte?
Cardiochirurgia a Catanzaro rappresenta senza dubbio un centro di eccellenza, che negli ultimi anni si è distinto con interventi di alto profilo anche internazionale. Un ottimo laboratorio per tutti quegli studenti che lì, a pochi passi, studiano per diventare medici e che al contrario sarebbero costretti a migrare in altre sedi per poter completare il loro percorso di formazione.
Un autolesionismo incomprensibile che forse cela, ci preoccupa non poco, il disegno di spostare o aprire la facoltà di medicina in altre realtà regionali. Un processo che se fosse vero rappresenterebbe un punto di non ritorno nel sistema universitario calabrese ed una grave menomazione per la realtà universitaria catanzarese più volte distintasi, proprio in campo medico, per attività di eccellenza premiate con riconoscimenti internazionali.
Siamo preoccupati perché lo stato di assedio in cui vive l’Università Magna Graecia da un po’ di tempo a questa parte ci fa concretamente temere per la sua chiusura. Per la fine di un presidio di cultura, formazione, ricerca, legalità, economia e democrazia per l’intero territorio.
Chiediamo alla nostra classe dirigente di darci chiare garanzie sulla questione dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia del Campus di Catanzaro ed anzi ci auspichiamo un potenziamento di questo servizio con una struttura di Terapia Intensiva dedicata (al momento assente, unica Cardiochirurgia d’Italia senza una propria Terapia Intensiva).
Fornendo così un servizio fondamentale a cittadini e a pazienti. Dando una speranza a centinaia di studenti e ricercatori calabresi che vogliono continuare le loro attività in Calabria, in un polo di eccellenza quale è la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Associazione Universitaria Calabrese Ulixes
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Comunicato stampa della Camera di Commercio di Catanzaro del 5 novembre 2010 sulla visita di cortesia del comandante provinciale dei Carabinieri Salvatore Sgroi al presidente Paolo Abramo
Il colonnello Salvatore Sgroi, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri da poco insediato nell’ incarico, ha reso una visita di cortesia al presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Paolo Abramo.
Improntato alla massima cordialità, il colloquio ha costituito per il comandante Sgroi una ulteriore tappa di conoscenza della realtà economica e sociale della provincia di nuova competenza, non dissimile nella sua globalità dalle tematiche di fondo dalle altre realtà territoriali calabresi, pur nella differenziazione legata alle diverse dinamiche di settore particolarmente evidenti nella comparazione delle due macroaree catanzarese e lametina.
Il colonnello Sgroi, proveniente dal comando provinciale di Palermo, si è detto favorevolmente impressionato dal grande spirito di accoglienza che ha potuto riscontrare dopo le sue prime settimane di permanenza in città, ricevendo conferma della riconosciuta propensione calabrese alla ospitalità.
Il presidente Abramo ha tracciato in grandi linee il quadro della situazione economica della provincia, con le risapute criticità occupazionali e reddituali, con le note positive rispondenti alla sostanziale tenuta delle principali attività produttive pur nella generale congiuntura di riconosciuta crisi che il Paese ha attraversato. Ribadendo nel contempo quanto è abbastanza evidente, dal suo privilegiato punto di osservazione, una debolezza strutturale delle imprese industriali, agricole, commerciali e di servizi, afflitte da una eccesiva parcellizzazione solo parzialmente mitigata dalla presenza consolidata di realtà imprenditoriali di dimensione e proiezione nazionale e internazionale.
I due interlocutori hanno convenuto sulle necessitate ripercussioni delle difficoltà economiche e occupazionali, soprattutto negli strati meno abbienti della popolazione, sulla situazione dell’ordine pubblico che non poche preoccupazioni sta suscitando anche nel capoluogo di regione, non più assimilabile ad isola felice nel generale quadro di criminalità organizzata calabrese.
Nell’ambito dei rispettivi ruoli e delle autonome prerogative, ampia collaborazione è stata assicurata dal presidente Abramo nell’accompagnare gli indubbi sforzi che i carabinieri e le altre forze dell’ordine compiono ogni giorno nella prevenzione e nel contrasto delle forme di criminalità di cui si è avuta ampia riprova in diverse operazioni che li hanno visti protagonisti. Sottolineata anche la necessità di intervenire in modo costruttivo e convincente presso le giovani generazioni, soprattutto in ambito scolastico, sviluppando i progetti di educazione alla legalità cui la Camera di Commercio ha dato ampia partecipazione istituzionale, anche in virtù della rinnovata veste di ente di programmazione e sviluppo che le è stata assegnata dalla recente riforma.
Un utile incontro, nella sostanza, al quale il comandante Sgroi e il presidente Abramo hanno stabilito di imprimere periodica ricorrenza.
Ufficio Stampa e Comunicazione
Camera di Commercio di Catanzaro