BOCCIATO UN ALTRO BANDO DI GARA DEL COMUNE DI CATANZARO “ILLEGITTIMO” RELATIVO AI LAVORI DI PIAZZA MATTEOTTI.
È apparso su “Il Quotidiano” del 18.11.2010 un articolo dal titolo “bocciato un bando che premia la qualità” scritto da un progettista che si dichiara “interessato alla vicenda poiché progettista per un’altra opera pubblica del Comune di Catanzaro che prevede il medesimo meccanismo legale per l’espletamento del bando di gara”. L’autore dell’articolo aggiunge di conoscere il bando di piazza Matteotti bocciato “per averne discusso con il dirigente preposto”.
L’articolista deve avere però posto scarsa attenzione alla sentenza del TAR e perciò si è sbizzarrito in una critica spietata ed illogica mentre sarebbe occorsa molta cautela.
Sorprende però che il Sindaco Olivo e la Giunta comunale non abbiano nulla rilevato sui motivi dell’annullamento della gara da parte del TAR e sull’annuncio di altri bandi illegittimi in itinere condividendo evidentemente, lo strano svolgimento della gara stessa sulla quale il TAR si è così pesantemente pronunciato (sentenza n. 02682/2010 REG. SEN. N. 00782/2010 REG RIC):
“Nel caso in esame, a seguito dell’utilizzazione del contestato criterio valutativo, si è venuto a determinare un illogico appiattimento del punteggio spettante per l’offerta economica ……………. . Ad avviso del Collegio una scelta siffatta appare altresì illogica e contraddittoria, poiché finisce per svilire ingiustificatamente una delle voci principali previste per l’assegnazione dei punteggi e determina una situazione per cui, già all’esito delle operazioni necessarie per l’assegnazione del punteggio all’offerta tecnica, pone la Commissione di Gara in condizioni da definire, sostanzialmente, l’esito della gara, pervenendo alla individuazione del vincitore”.
Dalle affermazioni dell’articolista sembrerebbe che il Comune sia avviato su questa scia con altre gare di appalto, quindi con la prospettiva di altri insuccessi a danno del prestigio della Città e delle casse comunali.
Si tratta di comportamenti inqualificabili dei quali vanno individuati i responsabili non potendo più oltre la Città subire simili umiliazioni a causa delle arbitrarietà e bizzarrie procedurali giustamente evidenziate dal TAR nella stesura della propria sentenza sotto ogni aspetto esemplare, ove si avanzano censure sulla correttezza della procedura messa in atto dal Comune e dalla Commissione di gara.
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Sciopero generale per i lavoratori della produzione culturale e dello spettacolo
SLC e CGIL di Catanzaro: occorre difendere la cultura nel paese
Domani, Lunedì 22 novembre, al fine di sensibilizzare la politica, le istituzioni e l’opinione pubblica sui tagli al settore della produzione culturale previsti nella finanziaria 2011, le organizzazzioni sindacali nazionali di categoria hanno proclamato lo sciopero generale del settore della produzione culturale e dello spettacolo (cinema, prosa, musica). L’immobilismo mostrato dal governo sulle necessarie riforme di sistema volte a salvaguardare l’occupazione e per lo sviluppo dei settori, non può passare inosservato. I tagli che la cultura ha subito da questo governo sono inaccettabili. Quanto accaduto nel corso della gestione ministeriale di Bondi è un gravissimo attacco alla vita del paese. La crisi è dilagante in tutti i settori e si è propagata in tutti i paesi del mondo, ma di certo l’Italia è la nazione che ha dato la risposta peggiore, tagliando in maniera indiscriminata. La cultura è un diritto, ma è anche e soprattutto una risorsa. Sono migliaia i lavoratori che operano nel settore della produzione culturale che a seguito dei tagli indiscriminati di questo governo hanno perso il proporio posto di lavoro, e molti di più quelli che rischiano da qui a poco di finire per strada. La storia dell’Italia repubblicana non ricorda dei tagli cosi cospicui al settore, che per la prima volta comincia ad attingere agli ammortizzatori sociali. I disegni di legge messi in atto nel settore della produzione culturale non mirano all’azzeramento della cultura, ma in maniera ancor più subdola tentano di rendere la cultura come una merce, e quindi un appannaggio solo di chi avrà la possibilità di comprarla. Pertanto il Sindacato Lavoratori Comunicazione (SLC-CGIL) e tutta la confederazione provinciale della CGIL daranno il proprio apporto all’iniziativa messa in campo dalle segreterie nazionali di categoria al fine di rivendicare l’approvazione delle leggi quadro di Sistema dei Settori dello Spettacolo dal vivo e Cineaudiovisivo, che portino a compimento titolarità e prerogative per l’intera filiera della Repubblica (Stato, Regioni, Province, Comuni). L’intento è quello di sollecitare l’azione governo nell’approvazione della legge sulla tutela sociale dei lavoratori dello Spettacolo. Lo sciopero sarà, inoltre, l’occasione per contrastare duramente le delocalizzazioni delle produzioni in atto. Sono tanti i motivi per cui partecipare fattivamente e massicciamente alla protesta. Una protesta che deve interessare non solo i lavoratori del settore, ma tutta la popolazione. Tagliare alla cultura significa creare una nazione con meno cittadini e più sudditi. Una manifestazione per dire NO con forza a “tagli e bavagli” messi in atto da questo governo, sempre più impegnato a difendersi da scandali a “luci rosse” e ad approvare leggi che favoriscano il presidente del consiglio, disattento oltremodo alle problematiche del mondo del lavoro che il nostro paese sta attraversando.
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L’inerme Sud, forse inconsapevolmente, assiste e subisce il continuo scippo; e le stelle continuano a guardare, a parole tutti per il sud ma nei fatti nessuno brilla se non per l’evidente assenza. |
Pare che a breve dovrà essere esaminato un piano organico di opere per il Sud, vedremo, è da 150 anni che lo dicono.
Intanto, grande soddisfazione esprimono i Governatori leghisti, il viceministro Castelli, il Presidente Confindustria Veneto; alla faccia dei sudisti piagnoni, spreconi ed assistiti, i soldi dello Stato romano son più che buoni se finiscono da loro, come sempre.
I nostri astri della politica locale, regionale, nazionale; i rappresentanti del popolo nominati dai partiti, sono in black out e nessuna luce s’intravede all’orizzonte, nessun sentiero illuminato, si rimane al buio, altro che “nuova primavera”.
A settentrione ancora opere ed infrastrutture, a mezzogiorno dissesti e distruzioni.
Sud, vaso di creta in mezzo a vasi di ferro, massima frantumazione, conseguenza della politica che non c’è che determina egoismi, ed indegni accaparramenti.
Un sistema dominato da una sola legge, quella del più forte, della supremazia del potere politico ed economico ma anche di una rappresentanza leghista determinata a perseguire il benessere dei propri territori a qualsiasi costo.
Ma nessuna disperazione, il sud è abituato a reiezioni e sfruttamento, solo consapevolezza e responsabilità; ci tocca raccogliere, mettere insieme, ricostruire e soprattutto individuare uomini capaci a caricare sulle proprie spalle i bisogni di questa terra.
È dovere di ogni cittadino, orgogliosamente terrone, iniziare a farlo se davvero si vuole evitare la reiterata ingiustizia a nostro danno.