Il primo cittadino ha promosso e presieduto, a Palazzo De Nobili, una riunione tecnica per fare il punto sulle situazioni di maggiore criticita’ e, soprattutto, per un primo esame di un pregevole studio, elaborato dall’Ordine dei geologi, sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione comunale.
E’ stato il geologo Fabio Procopio, peraltro componente dell’equipe tecnica che sta lavorando alla piattaforma preliminare del Piani Strategico, ad illustrare al sindaco i contenuti dello studio. Un dato e’ balzato subito agli occhi: la superficie del territorio comunale a rischio frana e’ piuttosto consistente, 117 ettari, di cui 82 ettari classificati R4 (rischio molto elevato) e 35 ettari classificati R3 (rischio elevato). A questo si devono sommare le aree a rischio R2 (rischio medio) e R1 (rischio basso). Le tipologie dei fenomeni franosi presenti a Catanzaro si distinguono in ”crolli” (versanti di viale dei Normanni, via Milelli, via Acri, via Carlo V, via Corrado Alvaro), ”scorrimenti” (versante sud di Gagliano, pendici Monte Soverito, Iano’-Rombolotto, Campagnella-Signorello, versante via degli Svevi), ”colamenti” (valli Murano, Pardizzi e
Germaneto, versante Fiumarella, valle Timpone S.Antonio, versanti di Ragazzano, Colle Marincola, Chiattine, Barone e Monte Pistoia), ”creep” (fenomeno particolarmente diffuso nelle colline di S. Maria, Cava, S.Ianni e Germaneto). Quanto al rischio idraulico, la superficie a rischio e’ di 2,62 chilometri quadrati, di cui mezzo chilometro quadrato classificato R4 (rischio molto elevato). A questo si aggiungono le cosiddette ”aree d’attenzione” (equiparate al rischio R4) per circa 5,24 chilometri quadrati, le ”zone di attenzione” per 2,96 chilometri quadrati e due ”punti di attenzione”.
Il rischio idraulico costituisce una seria minaccia per i centri urbani. Le zone a rischio sono quelle gia’ interessate dalle alluvioni del 2003, del 1994, del 1976: si tratta delle pianure alluvionali del Corace, della Fiumarella, del Castaci e dell’Alli e quindi gli abitati di Catanzaro Lido, Santa Maria, Germaneto, Iano’ e Cava.
Per quanto riguarda il rischio di erosione costiera, il tratto di costa interessato dal dissesto e’ di circa 10 chilometri. La spiaggia di Catanzaro Lido, anche per l’azione svolta dal porto realizzato nel 1969, e’ arretrata in modo eccezionale, tanto e’ vero che le acque hanno piu’ volte invaso l’abitato.
E’ stato comunque ricordato che la giunta comunale, proprio nella sua ultima seduta, ha approvato il progetto esecutivo per il rinascimento della spiaggia (400mila euro) con l’utilizzazione degli inerti accumulati nella zona del porto. Dallo studio geologico e’ emersa, dunque, una situazione preoccupante. Il sindaco Olivo ha sostenuto che, pur senza creare eccessivi allarmismi, e’ necessario che la citta’ si attrezzi sotto due profili: quello dell’emergenza, intervenendo al piu’ presto sulle criticita’ piu’ evidenti; quello del risanamento idro-geologico di un territorio difficile.
C’e’ naturalmente bisogno del concorso di piu’ soggetti istituzionali per realizzare un organico piano di interventi. Esiste – ha detto ancora il sindaco – un problema legato alle risorse che dovra’ essere affrontato con la Regione Calabria e con i ministeri competenti. Nel corso della lunga riunione svoltasi a Palazzo De Nobili (presenti i tre assessori interessati al problema, Antonio Tassoni, lavori pubblici, Domenico Iaconantonio, urbanistica, Lorenzo Costa, protezione civile) sono stati esaminati i progetti gia’ avviati per il consolidamento di via Corrado Alvaro e Iano’-Rumbolotto. E’ stata sottolineata l’esigenza di mantenere l’equilibrio idrogeologico nsul territorio cittadino, attraverso una verifica idraulica dei corsi delle fiumare, con interventi periodici di manutenzione ordinaria. Il sindaco Olivo ha dato mandato al comandante della polizia urbana, Giuseppe Antonio Salerno, di costituire un gruppo di lavoro per l’aggiornamento e l’attuazione del Piano comunale della protezione civile. E’ stato lamentato che la Regione Calabria ha assegnato, per tali incombenze, al Comune di Catanzaro la misera cifra di 12mila euro.