Sulla base del confronto che il sindaco Rosario Olivo ha avuto con il Prefetto ed il Ministro Maroni, il Comune ha aggiornato il Progetto proposto nel 2007, da presentare alla Prefettura per la nuova ”chiamata di progetti”, per l’anno 2008/2009, sul PON Sicurezza che scade il prossimo 20 novembre.
La riproposizione tiene conto che anche il Ministero dell’Interno, titolare del PON Sicurezza ha peraltro inviato una nota ai Comuni sollecitando la presentazione di Progetti sul tema della sicurezza partecipata.
Palazzo de Nobili ha quindi elaborato, anche sulla base delle successive intese raggiunte con il partenariato sociale che opera sul territorio, un nuovo Progetto che insiste sulle Misure del PON 1.1, 2.6 e 2.8, per un importo totale di 2.869.000,00 euro, puntando quindi a realizzare una vera e propria “azione di sistema” sperimentale sul tema dell’integrazione dei rom nei quartieri a rischio della Città, al fine di risolvere l’annoso problema del coinvolgimento dei “rom” stressi nelle attività delinquenziali della Città, ed in particolare nello spaccio di droga che è diventato il nuovo “business” della minoranza etnica zingara.
Il nuovo Progetto ha esteso l’intervento su tutti i quartieri interessati dalla presenza “rom” nelle case popolari o negli accampamenti di: Aranceto, Pistoia/Viale/Isonzo/Corvo e Germaneto/Via Lucrezia Della Valle, e comprende:
La riproposizione tiene conto che anche il Ministero dell’Interno, titolare del PON Sicurezza ha peraltro inviato una nota ai Comuni sollecitando la presentazione di Progetti sul tema della sicurezza partecipata.
Palazzo de Nobili ha quindi elaborato, anche sulla base delle successive intese raggiunte con il partenariato sociale che opera sul territorio, un nuovo Progetto che insiste sulle Misure del PON 1.1, 2.6 e 2.8, per un importo totale di 2.869.000,00 euro, puntando quindi a realizzare una vera e propria “azione di sistema” sperimentale sul tema dell’integrazione dei rom nei quartieri a rischio della Città, al fine di risolvere l’annoso problema del coinvolgimento dei “rom” stressi nelle attività delinquenziali della Città, ed in particolare nello spaccio di droga che è diventato il nuovo “business” della minoranza etnica zingara.
Il nuovo Progetto ha esteso l’intervento su tutti i quartieri interessati dalla presenza “rom” nelle case popolari o negli accampamenti di: Aranceto, Pistoia/Viale/Isonzo/Corvo e Germaneto/Via Lucrezia Della Valle, e comprende:
- Azioni di integrazione tra famiglie “rom” e famiglie non-rom al fine di ridare condizioni di integrazione ai quartieri oggi ostaggio delle comunità zingare;
- Azioni per i minori e giovani “rom” con l’intento di sottrarli alla morsa criminale;
- Azioni di “tutoraggio” delle famiglie rom finalizzato al loro inserimento sociale e lavorativo;
- Recupero di un Centro sociale in area Aranceto da destinare ad attività sociali e di animazione, ma anche a presidio di legalità e sui sicurezza;
- Attivazione di due strutture di presidio di Polizia Municipale o di Polizia di Stato ad Aranceto nel Centro Sociale e Corvo nella struttura della Polizia Penitenziaria, da attrezzare con i collegamenti satellitari necessari (in linea con la Centrale Operativa) per ministrare il territorio e garantire il pronto intervento nella zona sud della Città;
- Realizzazione di un sistema di videosorveglianza sulle aree a rischio.
Il comune Capoluogo di regione aveva già presentato a dicembre 2007, alla Prefettura di Catanzaro, un Progetto a valere sul POIN Sicurezza, a seguito della “chiamata di Progetti” della Prefettura stessa presso i Comuni, per un importo di 700.000,00 euro.
Il Progetto, definito nell’ambito delle Misure 2,6 e 2.8 del PON Sicurezza, era finalizzato ad una sperimentazione di intervento di prevenzione della devianza, di integrazione sociale e di garanzia della sicurezza e legalità nei quartieri a rischio della zona Sud della Città di Catanzaro, interessati ad una presenza eccessiva di nuclei familiari “rom”: quartieri Aranceto e Viale Isonzo/Corvo/Pistoia, dove interi caseggiati di case popolari sono stati ormai “sequestrati” da nuclei rom che hanno di fatto espulso gli altri nuclei familiari catanzaresi, e trasformato questi quartieri in vere e proprie “enclave” di emarginazione e di delinquenza organizzata.
Il piano,quindi, intendeva, proporre un modello innovativo di interventi tesi sia a dare sicurezza e garanzia di ordine pubblico che a promuovere condizioni di integrazione di recupero e socializzazione dei nuclei familiari rom ed in particolare dei giovani.
Nella scorsa tornata il Progetto, purtroppo, non è stato ammesso a finanziamento, in quanto il Ministero dell’Interno ha dato priorità ad interventi di “educazione alla legalità” e ad interventi di Comuni minori a rischio di marginalità.
La mancata attivazione di interventi di “sicurezza partecipata” come quelli proposti dal Comune di Catanzaro, ha determinato l’aggravarsi della situazione di degrado e di disagio dei quartieri ad alta intensità di presenza “rom”, fino a farla diventare una vera e propria emergenza sociale e di ordine pubblico: Fenomeno più volte discusso tra Comune, Prefettura e Questura.
Peraltro la recente evoluzione del “Decreto Sicurezza”, che affida maggiori compiti ai Sindaci, e l’esplodere a livello nazionale del tema dell’integrazione dei “rom”, ha riproposto in maniera drammatica il problema, dimostrando che il Comune di Catanzaro aveva anticipato di un anno la rilevanza del tema oggi riproposto a livello nazionale come emergenza e quindi priorità di azione. Da qui la riproposizione del progetto per la “chiamata” 2008 – 2009.
Il Progetto, definito nell’ambito delle Misure 2,6 e 2.8 del PON Sicurezza, era finalizzato ad una sperimentazione di intervento di prevenzione della devianza, di integrazione sociale e di garanzia della sicurezza e legalità nei quartieri a rischio della zona Sud della Città di Catanzaro, interessati ad una presenza eccessiva di nuclei familiari “rom”: quartieri Aranceto e Viale Isonzo/Corvo/Pistoia, dove interi caseggiati di case popolari sono stati ormai “sequestrati” da nuclei rom che hanno di fatto espulso gli altri nuclei familiari catanzaresi, e trasformato questi quartieri in vere e proprie “enclave” di emarginazione e di delinquenza organizzata.
Il piano,quindi, intendeva, proporre un modello innovativo di interventi tesi sia a dare sicurezza e garanzia di ordine pubblico che a promuovere condizioni di integrazione di recupero e socializzazione dei nuclei familiari rom ed in particolare dei giovani.
Nella scorsa tornata il Progetto, purtroppo, non è stato ammesso a finanziamento, in quanto il Ministero dell’Interno ha dato priorità ad interventi di “educazione alla legalità” e ad interventi di Comuni minori a rischio di marginalità.
La mancata attivazione di interventi di “sicurezza partecipata” come quelli proposti dal Comune di Catanzaro, ha determinato l’aggravarsi della situazione di degrado e di disagio dei quartieri ad alta intensità di presenza “rom”, fino a farla diventare una vera e propria emergenza sociale e di ordine pubblico: Fenomeno più volte discusso tra Comune, Prefettura e Questura.
Peraltro la recente evoluzione del “Decreto Sicurezza”, che affida maggiori compiti ai Sindaci, e l’esplodere a livello nazionale del tema dell’integrazione dei “rom”, ha riproposto in maniera drammatica il problema, dimostrando che il Comune di Catanzaro aveva anticipato di un anno la rilevanza del tema oggi riproposto a livello nazionale come emergenza e quindi priorità di azione. Da qui la riproposizione del progetto per la “chiamata” 2008 – 2009.