Apprendo con soddisfazione che per la fine del mese di ottobre sarà in città la Commissione parlamentare antimafia, così come annunciato dal vicepresidente on. Mario Tassone. L’occasione che ha indotto a fare tappa
nel capoluogo di regione è stata determinata dalla decisione di sostenere la famiglia Godino di Lamezia Terme, vittima del racket, cui pure l’amministrazione comunale di Catanzaro ha ha già espresso sentimenti di assoluta solidarietà.Tuttavia mi preme sottolineare come l’emergenza criminalità in Calabria, e
segnatamente nel nostro territorio, non sia purtroppo un fatto circoscritto unicamente alla fascia tirrenica del catanzarese ma riguardi l’intera provincia e anche il capoluogo. Non credo di ingenerare allarmismi se affermo che alcuni quartieri di Catanzaro vivono ormai sotto sequestro della delinquenza organizzata: mi riferisco in particolare a quella vasta e popolosa zona a sud del territorio comunale dove i fenomeni malavitosi sono diventati il vero incubo per i residenti. Già all’indomani della visita fatta dall’on. Francesco Forgione, presidente della Commissione antimafia, a Catanzaro il 28 dicembre scorso presso la casa comunale, ebbi modo di affermare che occorre discutere di problematiche reali e convergere su risposte concrete, mettendo al bando ogni passerella inutile. La stessa cosa dice oggi l’on. Tassone quando afferma che “la Commissione antimafia verrà in Calabria sapendo cosa chiedere e cosa raccogliere e che, in questa legislatura, si gioca la sua credibilità nella lotta alla ‘ndrangheta”. A questo punto mi sembra del tutto evidente che l’imminente tappa di Catanzaro dovrà necessariamente puntare il focus sulla questione sicurezza che interessa soprattutto i quartieri a sud della nostra Città. I dati oggettivi ci dicono che il fenomeno della criminalità è presente: d’altra parte come dovrebbero spiegarsi le connivenze ampiamente dimostrate dalla magistratura e dalle indagini delle forze dell’ordine tra gruppi di ROM e criminalità organizzata? Come si spiegano i collegamenti fin troppo evidenti tra gruppi locali e la criminalità del crotonese e del vibonese? Come si spiega la recente Operazione Revenge? Tra le risposte immediate e concrete che “CatanzaroNelCuore” propone vi è innanzitutto il Commissariato di Polizia a Giovino che deve essere potenziato con uomini e mezzi per garantire un vero controllo del territorio; poi è indispensabile intraprendere ogni iniziativa atta ad ottenere il Reparto Mobile della Polizia di Stato (una nostra mozione in tal senso giace sui tavoli della presidenza del consiglio comunale dal lontano ottobre 2006). Sulle sopradette proposte occorre coinvolgere il viceministro con delega alla Sicurezza Marco Minniti, che potrà smentire le voci di chi lo vede disattento verso il capoluogo di regione. Se messi in campo questi interventi potrebbero costituire una risposta immediata e concreta ad un problema che mai bisognerebbe sottovalutare e sottodimensionare, tanto più che le zone assediate da fenomeni malavitosi diventano incubatrici di emarginazione sociale, con tutte le serie conseguenze del caso.In attesa che la Commissione antimafia ragioni anche sulle emergenze di questa parte di Calabria, invito formalmente gli on.li Forgione e Tassone ad incontrare “personalmente”, nei quartieri Santa Maria, Corvo, Pistoia, Aranceto e Marina, tutti quei cittadini catanzaresi vittime ed ostaggio di bande criminali sempre più organizzate in vere e proprie “ASSOCIAZIONI A DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO”. Una occasione, dunque, la presenza della Commissione Antimafia nella nostra Città, per segnalare alle autorità preposte la presenza sul nostro territorio di una criminalità sempre più spregiudicata ed organizzata secondo i canoni tradizionali della associazioni mafiose.
Eugenio Riccio
Capogruppo Consiliare
Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”
con delega alla Sicurezza
Capogruppo Consiliare
Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”
con delega alla Sicurezza