PORTO DI LIDO / CIMINO “SI COMPIA A TUTTI, UN ATTO DI DOVEROSO RISPETTO VERSO IL DRAMMA DI QUESTA VERGOGNOSA INCOMPIUTA”
“I poveri, i senza tetto, gli immigrati, le tasse, i giovani, le famiglie, l’occupazione, il Sud ed il Nord, mettiamoci tutto in questa campagna elettorale delle promesse a getto continuo, ma lasciamo fuori, per favore, il porto di Catanzaro.
Fuori, soprattutto, dalla strumentale indignazione per la sua permanente incompletezza, che non la fa uscire dallo stato di atavico abbandono in cui si trova. Il porto di Catanzaro è lì, moncherino di un corpo sputato dal ventre di quella brutta politica che ha bruciato risorse, saccheggiando il territorio per favorire clientele elettorali e le tasche di pochi. E’ lì il porto, a far brutta mostra di sé da cinquanta anni. Una vita, durante la quale tutti ci siamo occupati del governo del Paese, di quello locale, di quello regionale, senza che alcuno si occupasse, nè a destra, nè al centro, né a sinistra, non solo di recuperare quella struttura all’uso produttivo che le è proprio, ma neppure di salvaguardarla dal pericolo che essa ha finito per rappresentare per se stessa, per l’arenile, per l’abitato, per la sicurezza dei pescatori. De quali ci si ricorda solo alla vigilia del voto, approfittando della loro buona fede e della loro onestà, così come della loro buona educazione impregnata di tanta prudenza e altrettanta pazienza. Si compia allora tutti, un atto di doveroso rispetto verso il dramma di questa vergognosa incompiuta, restando zitti, cioè senza parola ingannevoli, e in operoso silenzio, quello della meditazione e dall’assunzione del costante responsabile impegno per realizzare in tempi brevi la completezza dell’opera. Questo impegno fattivo comprende soprattutto la lotta a fianco dei pescatori e dei cittadini, per far sì che chiunque governerà Regione e Paese, entro un anno, da oggi, con soldi e progetti in mano, doti il Capoluogo di regione del suo porto. Non uno qualsiasi, ma il porto vero, la struttura capace di operare in tutte le direzione in cui il mare, risorsa fondamentale per Catanzaro, sia capace di portare lavoro, denaro, benessere, cultura. Dignità e civiltà. Per tutti. E non soltanto catanzaresi”
Fuori, soprattutto, dalla strumentale indignazione per la sua permanente incompletezza, che non la fa uscire dallo stato di atavico abbandono in cui si trova. Il porto di Catanzaro è lì, moncherino di un corpo sputato dal ventre di quella brutta politica che ha bruciato risorse, saccheggiando il territorio per favorire clientele elettorali e le tasche di pochi. E’ lì il porto, a far brutta mostra di sé da cinquanta anni. Una vita, durante la quale tutti ci siamo occupati del governo del Paese, di quello locale, di quello regionale, senza che alcuno si occupasse, nè a destra, nè al centro, né a sinistra, non solo di recuperare quella struttura all’uso produttivo che le è proprio, ma neppure di salvaguardarla dal pericolo che essa ha finito per rappresentare per se stessa, per l’arenile, per l’abitato, per la sicurezza dei pescatori. De quali ci si ricorda solo alla vigilia del voto, approfittando della loro buona fede e della loro onestà, così come della loro buona educazione impregnata di tanta prudenza e altrettanta pazienza. Si compia allora tutti, un atto di doveroso rispetto verso il dramma di questa vergognosa incompiuta, restando zitti, cioè senza parola ingannevoli, e in operoso silenzio, quello della meditazione e dall’assunzione del costante responsabile impegno per realizzare in tempi brevi la completezza dell’opera. Questo impegno fattivo comprende soprattutto la lotta a fianco dei pescatori e dei cittadini, per far sì che chiunque governerà Regione e Paese, entro un anno, da oggi, con soldi e progetti in mano, doti il Capoluogo di regione del suo porto. Non uno qualsiasi, ma il porto vero, la struttura capace di operare in tutte le direzione in cui il mare, risorsa fondamentale per Catanzaro, sia capace di portare lavoro, denaro, benessere, cultura. Dignità e civiltà. Per tutti. E non soltanto catanzaresi”