COMUNE – Il Racket dell’accattonaggio imperversa nelle strade cittadine

E’ innegabile che in città esista un allarme accattanoggio, inteso non nel senso di voler punire o colpire le persone, a volte minori, che sono costrette a sostare ai bivi e sui nostri marciapiedi a chiedere l’elemosina, ma nel senso che dietro ognuna di queste vite si nasconde un vero e proprio racket delle elemosine ed è alttrettanto innegabile che, malgrado le denunce fatte e documentate, ancora non  ci si muova per capire chi c’è dietro a queste vite sfruttate, gettate sulla strada e ridotte in schiavitù.
Li vediamo in ogni angolo e non solo nelle periferie, ma anche nelle strade principali della città, a partire da Corso Mazzini nelle cui immediate vicinanze hanno sede i palazzi della Prefettura, della Provincia, del Comune, della Questura ed i Comandi Regionali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

I fatti di cronaca, se pur ci sembrano lontani da noi, non possono non suggerire alle nostre menti e alle nostre coscenze che è necessario intervenire, non con la repressione di chi vive già in condizioni disperate, ma con un presidio del territorio ad ogni ora del giorno e della notte. Chi accompagna questi minori ai semafori? Chi li va a riprendere? Dove abitano? Intervenire alla radice per sdradicare il problema significa non solo mettere in sicurezza i cittadini, ma prevenire anche eventuali episodi di intolleranza che potrebbero scatenarsi verso queste persone, terminale ultimo di un processo criminale e criminoso e che rischiano di diventare doppiamente delle vittime.

E’ urgente dunque che le istituzioni, dalle Forze di Polizia ai servizi sociali comunali,  predispongano un piano di intervento mirato, che vada all’origine del problema. Se integrazione deve essere, questa deve rispettare tutti i criteri di civile convivenza tra le persone, non è pensabile che una società che si definisce civile, permetta a delle vite umane di essere ridotte in schiavitù da chi, senza scrupoli, del dolore e della sofferenza altrui fa il proprio business, per vivere alle spalle di cittadini onesti, anche stranieri. Il tutto, ad oggi, nell’indifferenza generale di chi è deputato “istituzionalmente” a prevenire, ed eventualmente reprimere, le tante situazioni di insicurezza ed “allarme sociale” che oramai da diversi anni rendono la nostra Città “facile” terra di conquista per delinquenti e criminali.
Sollecitato anche da diverse categorie di rappresentanti di imprenditori e commercianti, nonché da comitati spontanei di cittadini, richiederò con urgenza un incontro al Prefetto e al Questore di Catanzaro per discutere della questione.

Il delegato del Sindaco
Problematiche sicurezza

dott. Eugenio Riccio

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Redazione

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