Intervistiamo

COMUNE – Il Conservatorio a Catanzaro

Scritto da Redazione

Firmato il protocollo tra il Comune e il Torrefranca di Vibo per
l’attivazione di corsi musicali di base decentrati. In progetto
l’istituzione di un Polo delle Arti, con spazio per danza e recitazione

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Firmato il protocollo tra il Comune e il Torrefranca di Vibo per
l’attivazione di corsi musicali di base decentrati. In progetto
l’istituzione di un Polo delle Arti, con spazio per danza e recitazione

di Carmen Loiacono – www.ildomanionline.it


CATANZARO
— Era dalla fine degli anni ’70 che la città
di Catanzaro inseguiva la possibilità di un Conservatorio cittadino. Ed
oggi, dopo circa trent’anni, quella possibilità sembra essersi
concretizzata con la creazione di una sorta di sede staccata del
Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia. Inutile descrivere
la soddisfazione del sindaco Rosario Olivo e della squadra dei “suoi”,
alla presentazione, ieri mattina, dell’accordo tra Comune e
Torrefranca, alla presenza del direttore Antonella Barbarossa e della
direttrice amministrativa Luciana Giordano. In realtà quello presentato
ieri mattina è un Conservatorio allo stato embrionale: sono dieci i
corsi decentrati che verranno attivati, nel mese di novembre, a
Catanzaro per questo primo anno sperimentale e che saranno tenuti da
insegnanti in organico al Conservatorio Torrefranca, se non insegnanti
“nuovi” se necessario. Il bando d’iscrizione sarà pubblicato nei primi
dieci giorni di ottobre, mentre entro il 15 dello stesso mese sarà
consegnata un’ala dell’Istituto Rossi che, come argomentato da Olivo,
sembra essere la sede cittadina più adatta oltre che “titolata” per
ospitare il Conservatorio. Un atto dovuto – oltre che inseguito da
tempo – nei confronti di quei tanti catanzaresi che da qui si spostano
a cadenza settimanale in quel di Vibo. E se il progetto prevede che tra
3-4 anni un’istituzione nuova a carico dello Stato, l’idea, in realtà,
non si ferma al solo Conservatorio musicale. Comune e Torrefranca,
muovendosi secondo gli attuali regolamenti dell’Afam – l’organismo di
Alta formazione artistica e musicale del Miur -, vogliono arrivare alla
creazione del Polo delle arti, non solamente un Conservatorio musicale:
Olivo non ha nascosto il sogno di portare a Catanzaro delle sedi
staccate dell’Accademia della danza e della Silvio d’Amico di Roma. Un
progetto dalle grandi ambizioni, insomma, cui potranno partecipare
anche la Regione e la Provincia, per il momento escluse –
obbligatoriamente – dal protocollo. Rimane la risposta della città, ma
questa non sembra preoccupare più di tanto i “nostri”: «Abbiamo già
ricevuto moltissime telefonate. Ci aspettiamo una domanda superiore
all’offerta», ha affermato l’assessore alla Pubblica istruzione Danilo
Gatto, presente insieme al resto della squadra – l’assessore alla
Cultura Antonio Argirò, il presidente del Consiglio comunale Francesco
Passafaro, il vice sindaco Antonio Tassoni – nella sala concerti di
Palazzo de Nobili. Un entusiasmo giustificato da anni di attesa e
sacrifici enormi, all’inseguimento di una passione che raramente ha
avuto finora la possibilità di tramutarsi in “lavoro”. Le motivazioni
alla base della lunga gestazione sono da rintracciare nella
«disattenzione politica che ha recato un grande torto storico alla
città». La Barbarossa che anche in questa occasione – la sua candida
franchezza è nota – non ha esitato ad affermare di rappresentare i
giovani, che non avendo voce in capitolo non possono affermare
liberamente ciò che pensano. Al contrario di lei, appunto: la leonessa
bruzia – la Barbarossa ha i natali cosentini, vibonese d’adozione – se
da una parte ha elogiato l’onestà intellettuale dimostrata da Olivo,
dall’altra ha ribadito il suo essere artista – «Noi non siamo servitori
sciocchi della politica» – rilanciando la questione di un’Orchestra
regionale, con un organico di strumentisti esclusivamente calabresi,
che ancora non c’è – «E’ una vergogna se consideriamo i tre
conservatori e il liceo parificato» -, ma anche proponendo l’utilizzo
di maestri autoctoni, «Perché dobbiamo sempre importare e mai
esportare?». Prontissima alla nuova sfida, la Barbarossa ha ribadito il
suo impegno a più riprese, con una motivazione di fondo spiazzante in
un ambiente in cui di una cultura scevra di politica si parla ben poco:
«Questo Conservatorio partirà in maniera seria, perché amo i ragazzi».
Ma c’è molto da fare, a partire dal pianoforte del Comune che da tempo
necessita di una “visita medica”: a fine incontro si è concessa in una
sonatina a quattro mani con l’assessore Gatto, seduti allo Steinway di
Palazzo de Nobili. Se ne sarà accorta?

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