Il DDL CATANZARO CAPITALE STA “SGAMANDO” I POLITICI POLITICANTI
La “vecchia” politica imperversa e non fornisce segnali di ravvedimento. Anzi persevera negli errori dettati e voluti dai meccanismi delle segreterie di partito che procedono con i paraocchi senza voler comprendere le ragioni e la ragionevolezza di una “nuova” politica che ambisce ad essere più libera e più genuina. Sul ddl “CATANZARO CAPITALE” abbiamo letto nella stessa giornata, a distanza di poche ore, due comunicati stampa fotocopia, uno a firma del consigliere regionale del Nuovo PSI Francesco Galati e l’altra a firma del consigliere comunale di Catanzaro Bernardo Cirillo del PD. Entrambi dimostrano di non aver compreso lo spirito della lodevolissima iniziativa presentata il 4 giugno scorso in seguito alla presentazione da parte del leghista Enrico Montani, in Senato, del ddl che tende a riordinare l’assetto burocratico-istituzionale della Calabria. Entrambi tirano in ballo l’onta che sia stata coinvolta la Lega Nord in tale operazione. Ed entrambi prefigurano scenari di allontanamento dal progetto urbano Catanzaro-Lamezia, quasi come se mettere i paletti rispetto al ruolo direttivo di Catanzaro in quanto capoluogo di regione significhi compromettere altre iniziative. E’ l’assurdità della “vecchia” politica che si ripete nei suoi loschi meccanismi dettati solo da interessi particolari, da diktat provenienti dalle segreterie, da accomodamenti ispirati dai poteri forti.
Bisognerà farsene una ragione. Il ddl “CATANZARO CAPITALE” che il nostro Comitato definisce un fatto storico, è lo stimolo di cui la città e la regione avevano bisogno. Bisogna dare merito a chi politicamente ha ispirato tale iniziativa e avere oggi la certezza che essa giace in Parlamento. Piuttosto i politici locali, da un consigliere comunale come Cirillo ad un deputato qualsiasi passando da un consigliere regionale come Francesco Galati, tutti assieme dovranno lavorare sinergicamente per giungere ad un risultato condiviso così come il buon senso insegna.
Il ddl “CATANZARO CAPITALE” si prefigge di mettere ordine in Calabria, una terra oggettivamente disordinata dove il ruolo di capoluogo non è affatto rispettato. Ricorderemo a Galati soprattutto che se Catanzaro ha il pennacchio del titolo onorifico, praticamente viene scippata di tale ruolo. Forse il Galati non sa, o non vuol sapere, che – per citare gli ultimi in ordine di apparizione – Reggio Calabria ha scippato a Catanzaro alcuni uffici che per leggi e regolamenti dovevano essere ubicati nel capoluogo: la Direzione Regionale del Lavoro, la Direzione Regionale delle Dogane. E in questi ultimi mesi la politica reggina sta facendo di tutto per scippare anche il DRAG, ossia la Direzione Regionale dell’Amministrazione Giudiziaria. Ciò dimostra che il titolo di capoluogo regionale non è bastevole per garantire l’esercizio delle prerogative ad esso spettanti. Di qua nasce l’esigenza, grazie a qualcuno un po’ più illuminato della vetusta classe politica, di blindare ruoli e funzioni spettanti alle capitali regionali. E’ legittimo e doveroso.
A questi signori, Galati e Cirillo, bisogna poi ricordare che il ddl CATANZARO CAPITALE risulterà essere un bluff solo se loro per primi non si impegneranno a perorarne la causa. Ma dovranno assumersene le responsabilità. Infine, a costoro sfugge un altro piccolo particolare “giuridico”: se lo Statuto Regionale prevede che il Consiglio sia ubicato a Reggio, una modifica dello stesso sarà sufficiente per riportare il Consiglio nella sede naturale, cioè a Catanzaro. Il ddl presentato in Senato ha lo scopo di stimolare una nuova stagione politica che miri all’ordine ed alla razionalità. Ma un risultato lo sta già ottenendo: sta scremando i politici politicanti ancorati ai vetusti meccanismi, da quelli un po’ più schietti e liberi che hanno il coraggio di voler cambiare le cose.
Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della Magna Graecia
Fabio Albi
11.giugno.2009