Un comitato d’affari che distraeva le risorse comunitarie vincolate al progetto regionale del “credito sociale”, indirizzandole su dei conti correnti di società private, anche all’estero. Dietro questa operazione la presenza o, meglio, l’ingerenza della potente cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi, nel vibonese, che ne influenzava la gestione.
È così che all’alba di stamani, nove persone tra cui esponenti politici, imprenditori e amministratori pubblici della Regione Calabria, oltre che due soggetti ritenuti contigui al clan, sono stati raggiunti da un ordine d’arresto eseguito dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Catanzaro e dai militari della Guardia di Finanza vibonese che hanno proceduto anche al sequestro preventivo di beni per un valore di circa 2 milioni di euro e all’interdizione dall’attività a di una società finanziaria.
Le accuse rivolte agli indagati vanno, a vario titolo dall’abuso d’ufficio alla falsità ideologica, dalla turbata libertà degli incanti alla corruzione, peculato, estorsione, violenza e minaccia a pubblico ufficiale aggravata dal metodo mafioso.
I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e sono stati effettuali non solo la Calabria ma anche nel Lazio, Toscana e Veneto.
Questi i nomi dei 9 arrestati
Nazzareno Salerno, 52 anni, di Serra San Bruno (rieletto alle ultime regionali del novembre 2014 con Forza Italia ottenendo 9.163 preferenze)
Pasqualino Ruberto, 46 anni, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società in house della Regione Calabria (attuale consigliere comunale di Lamezia Terme);
Vincenzo Caserta, 60 anni, originario di San Costantino Calabro (Vv), residente a Catanzaro, ex dirigente generale del Dipartimento Politiche sociali della Regione Calabria;
Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro (Cs), ex amministratore delegato della Cooperfin spa;
Gianfranco Ferrante, 53 anni, di Vibo Valentia, imprenditore, considerato contiguo al clan Mancuso;
Giuseppe Avolio Castelli, 60 anni, di Roma;
Bruno Dellamotta, 69 anni, nativo di Genova residente a Firenze, allo stato irreperibile;
Claudio Isola, 38 anni, di Vibo Valentia, già componente della Struttura speciale dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria.
Vincenzo Spasari, 56 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia, considerato contiguo al clan Mancuso.