A distanza di sette mesi dall’approvazione del ddl “Lazzati” alla Camera, e dopo circa diciotto anni di battaglie instancabili da parte del suo ispiratore, il giudice Romano De Grazia, oggi registriamo un altro fondamentale passaggio verso l’approdo di questa importante legge: anche la Commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo. Ciò significa che nella prossima settimana l’aula dei Senatori è chiamata a votare il ddl che, se diventerà legge, consentirà di far svolgere già le prossime elezioni comunali (e non solo quelle) sotto il benefico “controllo” di un testo normativo che limita l’influenza mafiosa nella campagna elettorale. Infatti il “Lazzati” prevede il divieto di propaganda elettorale per il sorvegliato speciale e sanziona la condotta del candidato politico che si rivolgesse a questi per la propaganda, ciò contribuendo non poco a limitare alle origini l’obbrobrioso intreccio mafia-politica. Pertanto laddove l’etica politica è assente e il libero voto viene trasformato da taluni in un aberrante scambio affaristico, non vi è dubbio che una legge siffatta restituirebbe ai cittadini un importante segnale di legalità e trasparenza, specialmente in un territorio difficile com’è quello calabrese dove le pressioni dei gruppi criminali organizzati hanno un elevato potere di inquinamento e penetrazione negli ambienti politici.
E’ bene ricordare, specialmente a quei parlamentari catanzaresi che vergognosamente non hanno votato alla Camera tale provvedimento, che attualmente il sorvegliato speciale non può votare e non può essere eletto ma può tranquillamente svolgere attività di propaganda elettorale e influenzare le attività delle istituzioni dall’esterno al solo scopo di trarne profitto attraverso la presenza, nelle sedi elettive, di propri uomini.
Ecco perché il Parlamento, che negli ultimi tempi sembra finalmente trattare la questione in modo più concreto rispetto al passato, dovrebbe adesso bruciare le tappe e approvare il disegno di legge proposto meritoriamente con passione e anni di impegno dal giudice Romano De Grazia e sposato fra gli altri – a livello locale – dagli onorevoli Angela Napoli e Mario Tassone. Infine ci piace ricordare che anche il Comune di Catanzaro – assieme a tanti altri soggetti, enti e istituzioni del Paese – ha sposato questa causa sin dal febbraio 2007 quando fu proprio il nostro movimento a proporre un’apposita mozione, poi ripresa e sostenuta dal sindaco Rosario Olivo nell’ottobre di quello stesso anno.
Movimento Civico “Catanzaronelcuore”