Oggi che tutti i nodi stanno venendo al pettine, e che alcuni ben identificati ambienti politici infieriscono con violenza inusitata per emarginare il capoluogo di regione, per il nostro movimento sarebbe fin troppo facile dire che avevamo tutto previsto! Ma preferiamo rinviare i processi ad altra data. Oggi è il tempo di fare fronte comune contro quanti stanno sfacciatamente dichiarando guerra ad una città che, da sempre, ha avuto il difetto di non saper difendere adeguatamente le proprie prerogative. La vicenda del riordino delle Province con l’ipotesi di accorpare Crotone a Cosenza è solo l’ultima vergognosa prova di tale accanimento portato avanti contro Catanzaro.
Perciò accogliamo con favore e sosteniamo con veemenza il documento prodotto ieri sera dal Consiglio comunale del capoluogo nel quale, responsabilmente, tutte le forze hanno deciso di unirsi in una battaglia tanto giusta quanto inaspettata qual è quella per difendere il ripristino naturale dell’antica provincia di Catanzaro. E’ ormai risaputo, infatti, che forze politiche prepotenti, volgari, arroganti e incontenibili abbiano fatto di tutto per non decidere nulla in seno al Consiglio Regionale per poi richiedere ai palazzi del potere romano – con la più tipica delle facce di culo – che Crotone fosse accorpata non già alla sua provincia madre, appunto Catanzaro, bensì a Cosenza.
La notizia, trapelata nei giorni scorsi, sembrava una boutade, salvo poi registrare la fondatezza della stessa mano a mano che la politica locale si interfacciava con quella regionale e nazionale sul tema del riordino degli enti intermedi. Così siamo passati da un’improbabile proposta ad un vergognoso dato acquisito, che soltanto il ministro Patroni Griffi può smentire o correggere.
In ballo c’è il reale equilibrio all’interno della regione. Dopo la tripartizione, altrettanto vergognosa, subita nel 1992, oggi gli obblighi provenienti da Roma offrirebbero l’opportunità di sanare quell’errore che ha causato un depotenziamento di rappresentanza, e non solo, sia per Catanzaro ma anche per gli stessi territori di Crotone e Vibo i quali hanno potuto sperimentare come l’essersi staccati dalla provincia madre non abbia rappresentato alcun beneficio concreto se non l’ottenimento di un pennacchio, simile a quello che si ritrova Catanzaro in quanto capoluogo di regione ma di fatto svuotato nei contenuti.
Successivamente, finita l’emergenza, bisognerà processare politicamente i responsabili di questo scempio contro Catanzaro, e far capire una volta per tutte (soprattutto a quei catanzaresi che hanno sostenuto tali personaggi) che certa gente è nata con la missione di distruggere il capoluogo. Ma ora è il momento di restare uniti per ripristinare un po’ di ordine in questa regione: sarebbe il caso che la folta delegazione rappresentata dai consiglieri comunali e provinciali assieme agli esponenti regionali e nazionali di Catanzaro, andasse a Roma per alzare la voce in vista di un obiettivo giusto per tutti i calabresi e mettendo in guardia dal perverso disegno di quei politici nati con l’arrogante virus del particolarismo a tutti i costi. Non c’è una seconda opportunità. L’attuale rappresentanza politica può passare alla storia per quello che lascerà, se agisse per il bene di Catanzaro e della Calabria. Ora o mai più.