Il governatore Peppe Scopelliti blocchi sul nascere la surreale iniziativa della politica cosentina che, non paga d’aver già dannosamente duplicato i corsi di Giurisprudenza e Farmacia presenti a Catanzaro, oggi vorrebbe pure istituire una Facoltà di Medicina presso l’UNICAL. E poiché in questi giorni stiamo assistendo ad una impennata del virus campanilistico iniettato dall’on. Mario Oliverio, sia dunque la Regione Calabria a mettere la parola fine – senza equivoci e senza perdere un giorno in più – a tale assurda boutade.
Abbiamo attentamente letto le “ragioni” (a dire la verità assai poco ragionevoli) del presidente Oliverio, ciò che ci convince ancora di più della inutilità di Medicina a Cosenza. E’ proprio perché Catanzaro non ha ancora espresso il suo potenziale in questo ambito universitario che, una buona politica calabrese, dovrebbe intervenire per potenziarne l’offerta e valorizzarne al massimo le risorse; è proprio perché tanti nostri conterranei aspiranti medici si spostano ancora in altre regioni che, una buona politica calabrese, dovrebbe impegnarsi per trattenerli creando le condizioni presso l’Ateneo catanzarese. Inoltre Oliverio commette una gaffe quando dice che in Italia sono presenti facoltà di Medicina distanti pochi chilometri una dall’altra: omette volutamente di considerare che ciò avviene in realtà densamente abitate al cospetto dei duemilioni di abitanti in Calabria. Tali dati non sono insignificanti se è vero che l’eccellenza può essere raggiunta esclusivamente in presenza di una casistica rilevante, e questa si ottiene solo se non vi è frammentazione e dispersione. Ecco allora che tutte le tesi di Oliverio, con sua evidente inconsapevolezza, vanno nella direzione di non pensare ad una seconda facoltà medica in Calabria. In altri termini tutte le motivazioni da lui addotte rafforzano la tesi di potenziare Medicina a Catanzaro e ciò può concretizzarsi in primis attraverso l’implementazione di 140 studenti. Ecco allora che una sana politica che guardi al bene comune e non al proprio orticello dovrebbe mostrasi avulsa da tentazioni campanilistiche come quelle palesate dal presidente Oliverio il quale, in nome di una supposta competizione virtuosa, vorrebbe portare avanti una politica di aggressione bella e buona e fomentare guerre fra territori e atenei.
D’altronde se le sue tesi fossero davvero coerenti e valide per l’istituzione di Medicina a Cosenza, non vediamo perché le stesse identiche tesi non possano essere reciprocamente adottate per proporre – presso l’Ateneo “Magna Graecia” di Catanzaro – l’istituzione delle Facoltà di Ingegneria, Lettere e Filosofia, Scienze Politiche, Economia, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. Nelle condizioni di una siffatta reciprocità i calabresi, forse, comprenderebbero perché uno si alza la mattina e pretende la facoltà di Medicina a Cosenza. Ma il ragionamento a senso unico portato avanti da certi ambienti cosentini ci disorienta in quanto più che evocare la politica del bene comune ci ricorda quei bimbetti viziati che vedendo il giocattolino nelle mani del compagnello, fanno i capricci per averlo anche loro, e se non ci riescono fanno di tutto per distruggerglielo. Ma si dà il caso che il giocattolino di cui qui si parla è una istituzione universitaria, così tanto assediata da problematiche di varia natura e le cui soluzioni – su scala nazionale – sono di difficile definizione per consentire ad Oliverio di prodursi in avventate iniziative. Specialmente a causa di una esagerata frammentazione di corsi, di facoltà, di enti.
Ecco perché ci si aspetta che il governatore Scopelliti chiuda la discussione in modo perentorio ed irreversibile, senza ricorrere ad artifici politichesi. Ecco perché analogamente attendiamo chiarezza su una vicenda simile, cioè quella della Cardiochirurgia. Ecco perché ci aspettiamo una presa di posizione robusta da parte dell’intero mondo accademico catanzarese, soprattutto del rettore Costanzo e del preside di Medicina De Sarro.
Fabio Lagonia – Movimento Civico “Catanzaronelcuore”