I preziosi reperti archeologici rinvenuti a Catanzaro esattamente nel luogo in cui sta sorgendo la Cittadella Regionale rappresentano una straordinaria notizia che, oltre all’importanza culturale insita nella scoperta in sé, assegnano all’Istmo di Catanzaro ancora di più ed ancora una volta quel ruolo che sembra provenire direttamente da un passato assai affascinante.
Nonostante si tratti di una magnifica notizia che dovrà obbligatoriamente concretizzarsi attraverso ulteriori scavi e approfonditi studi per arrivare in tempi brevi alla fruizione pubblica dei beni ritrovati, sono comprensibili quanto legittime le preoccupazioni di chi teme la sospensione dei lavori della costruenda Cittadella. Fortunatamente il presidente Agazio Loiero ha fugato ogni dubbio in tal senso, rassicurando tutti che il rischio non sussiste in quanto sia le tombe che i manufatti rinvenuti sono asportabili e – secondo le intenzioni della Regione – saranno conservati in un apposito Museo che potrebbe sorgere proprio nell’area della Cittadella. Noi invitiamo Loiero ad eliminare il condizionale e a fare in modo che la “casa dei calabresi” includa, accanto agli uffici direzionali regionali, un grande e prestigioso Museo della Magna Graecia. Considerando l’ottima rete di musei già presenti nel centro storico (MUSMI, MARCA, Provinciale, Risorgimentale, Rotella, Diocesano), la Cittadella, assieme al vicino parco di Scolacium, potrebbe di fatto costituire un secondo prestigioso polo museale del capoluogo di regione se è vero che è già previsto un Museo dell’Emigrazione per rendere omaggio e mantenere la memoria della struggente epopea vissuta da intere generazioni di calabresi le quali – per dirla con Franco Cosabile – hanno rappresentato “i marciapiedi più affollati, i treni più lunghi, le braccia e le unghie d’Europa, il sudore Diesel”. In quest’ottica la Cittadella offrirebbe all’intera Calabria non solo l’immagine legata ai servizi politico-direzionali, ma sarebbe percepita anche quale diffusore di cultura e di aggregazione. Sarebbe un’immagine alta e assai prestigiosa e siamo certi che Agazio Loiero, il cui amore per la cultura è notorio, saprà subito individuare soluzioni appropriate sposandole con interventi che abbiamo una tempistica breve.
Il sito archeologico appena rinvenuto sembra custodire almeno 2500 anni di storia, testimonianza di una civiltà evoluta che nell’Istmo di Catanzaro ha il suo fulcro. Non è un caso che proprio qui nacque il nome Italia derivante dal vocabolo Italòi, termine con il quale i Greci designavano i “catanzaresi” dell’epoca, per poi diffondersi nel resto del Paese a partire dal V secolo a.C. A motivo di tutto ciò il Museo da realizzarsi nell’area della Cittadella Regionale potrebbe pertinentemente avere la suggestiva denominazione di “Catanzaro, la Prima Italia”.
Tutto questo fa il paio con l’interessante progetto della professoressa Giovanna De Sensi Sestito, brillante assessore alla Cultura del vicino comune di Lamezia Terme, la quale ha proposto con successo una iniziativa denominata “Area dell’Istmo” e già approvata dal presidente Loiero. Si tratta di un progetto di distretto turistico-culturale destinato a valorizzare l’Istmo di Catanzaro, cioè il punto più stretto d’Italia dove il mar Ionio ed il mar Tirreno distano poco più di trenta chilometri e che perciò nell’antichità rappresentava una fondamentale via di comunicazione per i traffici commerciali. Nel susseguirsi del tempo l’Istmo di Catanzaro è sempre rimasto carico di storia e cultura: si pensi, su tutto, all’istituzione del Vivarium, la prima vera università cristiana dell’Occidente grazie all’opera di Cassiodoro nel VI secolo d.C.
In tutto questo è centrale il ruolo di Catanzaro non solo in senso geografico ma anche in quanto capitale calabrese che dovrà saper trarre profitto dalla sua affascinante storia e dal suo Istmo.
Fabio Lagonia
Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”