A sentire le polemiche di qualche isolato detrattore dell’isola pedonale che rimpiange con incomprensibile nostalgia il tempo in cui Corso Mazzini era un coacervo di lamiere colorate di automobili, clacson e fumo, ci viene in mente il film “Il secondo tragico Fantozzi” nella parte in cui il nostro eroe, in piena notte, dopo aver fatto lo straordinario, tenta invano di tornare a casa proprio mentre un esercito di automobilisti lo costringe tragicamente a tornare alla sua scrivania di impiegato.
Questa scena è la prima immagine che ci suscitano i critici dell’isola pedonale di Catanzaro, rappresentandone in modo paradossale la metafora. Infatti, ai nostalgici amanti del caos ed agli ultras del traffico, non sapremmo cos’altro ribattere. L’isola pedonale è una risorsa in tutte le città del mondo, specialmente per quelle dotate di un centro storico propriamente detto e perciostesso tipicamente vocato ad un uso sociale fatto di incontri, commercio, relazioni, dove i protagonisti non sono le macchine ma gli uomini. A dire il vero ammettiamo di essere anche noi un pò nostalgici ma non delle automobili, bensì di quell’ambiente descritto poco più di un secolo fa dal romanziere inglese George Gissing che, visitatore della nostra città dove amava “passeggiare” sul Corso tra la gente del luogo, ebbe modo di praticare lo “struscio” davanti a negozi sicuramente più attrattivi di quelli odierni, e affermando dei nostri antenati che “anche per strada ci si comporta con dignità, in modo austero, quasi nobile…Un caffè di Catanzaro può sembrare un’assemblea di saggi e di filosofi”. Ma oggi il Gissing direbbe le stesse cose? Se, seduti in un bar, oggi sentisse parlare i contestatori dell’isola pedonale, avrebbe ancora la sensazione di trovarsi dinanzi ad un’assemblea di saggi e di filosofi?
Se l’isola pedonale è una risorsa in tutte le città del mondo, a maggior ragione può e deve esserlo per Catanzaro che ha la fortuna di avere uno stupendo centro storico, ancorché nascosto e deturpato. Anziché contestare un provvedimento di civiltà qual è quello di restituire allo “struscio” il cuore antico del capoluogo di regione, ci aspetteremmo che i suoi detrattori ponessero sollecitazioni e critiche costruttive non solo all’amministrazione politica della città ma anche alla categoria dei commercianti. Se infatti il Comune ha l’obbligo di elaborare nuove strategie e soluzioni che non possono più attendere, dall’altra parte i commercianti non devono dimenticare che sono gli attori principali di una possibile quanto probabile rivitalizzazione del centro: ma perché questo avvenga essi devono innanzitutto creare quel valore aggiunto fin qui inesistente, attraverso un’offerta che rispetto al proliferare dei centri commerciali possa distinguerli per qualità delle merci e, soprattutto, dei rapporti umani. Se i commercianti avranno voglia di fare questa differenza, essi stessi ne godranno per prima e si accorgeranno che l’isola pedonale da qualcuno contestata è in realtà un falso problema o, per meglio dire, una realtà strumentalizzata.
Allora una nuova consapevolezza delle singole responsabilità può aiutare tutta la comunità a crescere e, magari, a incoraggiare se non imporre all’amministrazione comunale di adeguarsi al valore culturale che l’isola pedonale porta con sé: ciò richiama in maniera pesante l’obbligo, da parte degli amministratori, di velocizzare le procedure per creare e far rispettare degli appositi Piani per il centro storico, da quello delle vetrine a quello delle insegne, da quello delle facciate a quello della segnaletica, da quello del dehors a quello delle licenze commerciali, passando dall’interazione con un Piano Urbano del Traffico e dei Parcheggi tuttora inesistente a Catanzaro.
E’ necessario predisporre regolamentazioni secondo criteri di buon gusto. Non più alluminio anodizzato nei palazzotti del centro, non più sedie di plastica fuori dai caffè, non più squallide vetrine, non più cineserie nel cuore antico della città, non più degrado estetico. Ma soprattutto non più il rumore aggressivo e volgare delle automobili che sfrecciano in quello che tutti auspicano diventi, per davvero, il salotto buono di Catanzaro.
Fabio Lagonia – Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”