A distanza di una settimana dalla consumazione della “Notte Piccante” avvertiamo l’obbligo di dire la nostra su una manifestazione che genera sempre delle aspettative, e perciò necessita di proseguire in futuro il percorso senza che ne sia manomesso il suo ben definito spirito originario. Che nell’edizione appena conclusa è stato tradito.
Pur riconoscendo il diritto di chi amministra di imprimere il proprio tratto, riteniamo però che l’idea-forza che quattro anni fa – all’interno del nostro movimento – determinò la creazione dell’evento non possa essere alterato, salvo voler appiattire la “Notte Piccante” alla miriade di notti bianche fotocopiate su e giù per il Paese.
Le ragioni che ci spinsero a creare questa manifestazione risiedono essenzialmente nel desiderio di far conoscere la città di Catanzaro attraverso un bouquet di azioni diversificate: sano divertimento, tanta musica, teatro, intrattenimento, enogastronomia, arte. Il tutto sotto l’egida dei riferimenti storici riguardanti il capoluogo calabrese, evocati mediante la riscoperta dell’affascinante vicolaia che tesse l’antico centro cittadino. Da questo punto di vista riteniamo che quella nostra ispirazione avesse il merito di far riscoprire ai visitatori e agli stessi residenti una città i cui tesori sono nascosti ai più. La suggestiva celebrazione all’interno del cuore urbano si prefiggeva proprio di sottolineare gli elementi identitari della città. Nello spirito originario di chi ha pensato la “Notte Piccante” c’era dunque la valorizzazione del territorio, la voglia di mostrare ospitalità e abbracciare l’intera Calabria, veicolando tali obiettivi tramite percorsi emozionali opportunamente realizzati: in altri termini, rafforzare l’identità e diffondere una gradevole immagine di Catanzaro sia fra i residenti che all’esterno.
Tale caratterizzazione, oggettivamente, è stata trascurata nella edizione che si è appena conclusa.
Alcuni spazi sono rimasti incomprensibilmente vuoti: la terrazza del San Giovanni, i cunicoli sotterranei, Largo Prigioni, il Pianicello, la Grecìa, i Cocoli, la Vallotta; nessuna visita ai palazzi storici ed al percorso delle 17 chiese. Riteniamo che nella “Notte Piccante”, assieme a tanto buon intrattenimento, non si possa prescindere da interventi legati alla storia della seta, dell’Assedio, al morzello (ahinoi grande assente, nonostante il nostro recente impegno per garantire la De.Co. all’esclusivo e tipico piatto catanzarese), all’animazione delle piazzette, alla creatività (si pensi, ad esempio, all’aperitivo Momò lanciato nelle passate edizioni e oggi scomparso). Il tutto con offerte le più varie per attrarre giovani, bambini, anziani, turisti. Insomma, cultura e intrattenimento, riflessione e divertimento, conoscenza e allegria, legati da un filo conduttore: l’identità cittadina.
Ci sono poi altri due aspetti, uno pubblico e l’altro privato. Sul primo: la comunicazione è stata assai carente e probabilmente non sono state investite le tv e le radio. Sul secondo: gli operatori commerciali di Catanzaro non sono ancora maturi per eventi del genere, se è vero che non solo non riescono a offrire qualche novità durante l’evento, ma addirittura tengono le serrande chiuse!
Altri hanno parlato di fallimento dell’edizione 2011; qualcuno addirittura sospetta che sia stata un’operazione demolitiva politicamente sostenuta per far scemare l’interesse su un evento che ha rappresentato – nelle passate edizioni – una scommessa vinta da un piccolo movimento a fronte dello scetticismo imperante. Noi non vogliamo credere a tale tesi. Una cosa però è certa: la “Notte Piccante” attrae, ma non produce rendita eterna se la si stravolge.
Crediamo che bisognerebbe ripartire dalla razionalizzazione delle risorse: per esempio si può e si deve risparmiare sulle inutili sagre rionali a base di crespelle, non consone ad un capoluogo di regione, che non portano nulla alla comunità (salvo imbonirsi i clienti-elettori) e creano un frammentato senso di appartenenza non già alla comunità cittadina ma alla via o al rione, come si trattasse di paeselli.
Offriamo questa nostra serena valutazione – com’è consolidata prassi del nostro movimento – in termini costruttivi affinché tutti assieme si migliori. In tale ottica siamo certi che l’assessore Armignacca e l’intera Amministrazione Comunale coglieranno di buon grado queste nostre considerazioni in vista di un’ottimizzazione futura della “Notte Piccante”, ravvedendosi su alcune scelte e ripristinando lo spirito originario dell’iniziativa; cominciando dal restituire all’evento il suo autentico ed inconfondibile logo, la cui modifica ci è sembrata un oltraggio.