Ci lascia un grande uomo. Non sono parole di circostanza, è la pura verità . Un uomo d’altri tempi, un uomo che ha fatto dell’onore , dell’onesta intellettuale , dei propri sorrisi ora rassicuranti, ora sarcastici, lo strumento costante del proprio esistere. Oggetto preferito di qualsivoglia imitatore proprio perché inimitabile. Non tanto per il timbro vocale caratteristico che lo rendeva ancora più affascinante, quanto per la nobiltà vera di cui era pregno. Proprio i tifosi Catanzaresi non potranno mai dimenticare l’apertura di una famigerata “Domenica Sportiva” condotta da Sandro Ciotti. Si parla del 1988, il Catanzaro militava in serie “B”, allenato da Guerini per intenderci l’anno del “furto Lazio” per la conquista della serie “A”. Quella domenica Massimo Palanca, all’ultimo minuto della gara Catanzaro – Triestina, fallì un rigore (lato curva “Massimo Capraro” allora “Curva Ovest”). Il pallone andò a sbattere sul palo ed in più a difendere la porta triestina stava un calciatore che aveva sostituito il portiere (espulso per proteste). Palanca si abbandonò ad un pianto senza fine, consolato da tutti i compagni e con il pubblico che lo applaudì incoraggiandolo all’inverosimile. Tutti ricordano che la bandiera storica del Catanzaro stava quasi per svenire in campo. Sandro Ciotti, quella sera aprì la Domenica Sportiva con queste parole:” I grandi campioni si vedono soprattutto dalle loro emozioni, onore a Massimo Palanca”. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. In copertina il Catanzaro, in copertina per un rigore sbagliato e la copertina per il Catanzaro che all’epoca militava in serie “B”! E la serie “A”? Gli squadroni blasonati che lottavano per la conquista dello scudetto? Bazzecole, quisquiglie. Per il più grande dei giornalisti sportivi italiani, la copertina andò ai sentimenti veri. All’errore che partorì un sentimento e lacrime sincere (di quelle false ne abbiamo conosciute abbastanza in questi ultimi anniâ¦). Questo era ed è Sandro Ciotti. I sentimenti e i valori della vita stavano a cardine dell’uomo Sandro Ciotti. Per non parlare delle ripetute interviste a Nicola Ceravolo. In quelle circostanze Sandro rimaneva quasi ipnotizzato dal Presidentissimo, prova ne è il fatto che chinava la testa come per concentrarsi e carpire i segreti nascosti di quell’avvocato meridionale che aveva causato una vera e propria rivoluzione in un mondo blindato dal danaro e poco propenso ad accettare i valori sani. Emblematica è una foto di Sandro Ciotti che intervista Nicola Ceravolo che i più potranno anche ammirare nel video “Una leggenda in giallorosso”. Con la scomparsa di Sandro Ciotti l’Italia perde un uomo di grande valore professionale, profeta più volte non ascoltato ed in tempi non sospetti, del degrado in cui versa oggi il mondo del calcio. Un mondo orfano di principi, stucchevole nel volerli sottolineare senza possederli. Un calcio al cui comando stanno uomini preoccupati più della propria immagine e della oramai inflazionata “comunicazione” aggiungiamo noi falsa, mielosa e demagogica . Una grande persona ricca di cultura sportiva e non, gigante innanzi ai vari guru che ci propina giornalmente la TV. Gigante innanzi ai prepotenti del piccolo schermo, indaffarati a conquistare posti di potere e a usare strumentalmente i sentimenti della gente comune che si onora di raccontare al mondo la propria vita ed i propri problemi. Mafiosi che hanno costruito un’oligarchia del potere comunicativo laddove dalle varie panchine della moda televisiva fanno il proprio ingresso, ora uno psicologo/sciamano, ora una povera donna che non riesce a pagare la bolletta onorati di sedere su un palcoscenico. Avvoltoi dei sentimenti “panzuti”, “baffuti” e nonâ¦. La scomparsa di Sandro Ciotti decreta la perdita del più grande dei comunicatori del mondo dello sport, ma la morte per quanto possa fare sparire i corpi, non può cancellare la grandezza che li ha abitati. Ciao Sandro, ci ciberemo sempre del tuo animo nobile e siamo certi che per quanto hai amato lo sport e i veri sportivi, da lassù ci amerai.
Giuseppe Mangialavori