Una chiusura annunciata e improvvisa. In un vero e proprio blitz la polizia penitenziaria ha trasferito 51 detenuti dal carcere di Lamezia ad altri istituti. E nessuno sapeva. Neanche chi, appena ieri mattina, aveva partecipato all’inaugurazione di un sportello lavoro per il reinserimento dei condannati.
C’erano tutti, autorità politiche e religiose. Ma nessuna sapeva della chiusura del carcere di Lamezia, un ex convento costruito nel 1400 e diventato carcere nel 1800. Nel 2004 la ristrutturazione. Nei mesi scorsi è risultato il carcere più sovraffollato d’Italia con il 172% dei detenuti in più rispetto alla capienza (30 detenuti ma ne sono stati ospitati fino ad 80). La decisione della chiusura ha sorpreso anche gli stessi detenuti informati poche ore prima del loro trasferimento così come i familiari durante i colloqui.
Un anno fa, il Dap presentò il progetto “Circuiti regionali” per trovare soluzioni al sovraffollamento. Già in quella sede era stata annunciata la chiusura del Casa circondariale “San Francesco” di Lamezia. L’unica in Calabria ad essere soppressa.
Seguirono proteste (gli avvocati lametini organizzarono un sit-in davanti il carcere), consigli comunali e le solite dichiarazioni contro la chiusura da parte dei politici locali. Il Dap annunciò la chiusura anche perchè il 26 aprile prossimo il carcere di Catanzaro ospiterà in un nuovo padiglione 300 detenuti di media sicurezza (detenuti comuni). Quindi il trasferimento dei detenuti di Lamezia di ieri pomeriggio si spiega anche per questo.
Ma nessuno sapeva. Come il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza: «Proprio ieri mattina sono stato invitato nella struttura penitenziaria della città all’apertura di uno sportello informativo sul lavoro per i detenuti a cura del centro per l’impiego. A distanza di poche ore c’è un precipitare della situazione senza nessuna doverosa informazione istituzionale da parte delle autorità preposte. Nelle scorse settimane è venuto a parlare con me il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria dott. Salvatore Acerra, al quale ho esposto con chiarezza le mie preoccupazioni. In questi anni ripetutamente il comune di Lamezia si è rivolto al governo, ai parlamentari, ai rappresentanti istituzionali della città ed ai sindacati nazionali del settore, paventando il pericolo della chiusura e proponendo siti per la costruzione di nuove strutture. Anche pubblicamente l’allora Ministro di Grazia e Giustizia On.le Nitto Palma disse che non bisognava essere allarmisti. Il comune di Lamezia farà tutto quello che è nelle sue possibilità – ha concluso il pimo cittadino – affinché la nostra città non perda ruolo ed ulteriore importanza e sarà a fianco delle iniziative che le organizzazioni degli agenti di polizia penitenziaria ed i lavoratori porteranno avanti».
Fonte – ilquotidianoweb.it – Pasqualino Rettura