Il Rompicalcio

Che confusione. Sarà perché ti amo…

Lo slogan societario della campagna abbonamenti è “Al cuore non si comanda”. Ma il Catanzaro chi lo comanda?
Non più di due settimane fa UsCatanzaro.net scriveva: “Aiello ha ricevuto il bastone del comando ma non le quote societarie sufficienti per custodirlo in esclusiva. Coi due terzi delle azioni, il duo Bove-Soluri continua ad essere maggioranza. […] rimane una società che, oltre ad aver palesemente manifestato (e sbandierato pubblicamente) le proprie difficoltà economiche, sembra divisa. Lo dimostrano i due progetti tecnici alternativi. Per ora l’ha spuntata Aiello, il quale ha accettato questa situazione davvero curiosa”. In realtà il passaggio di quote societarie non è mai più avvenuto. Aiello è sempre fermo al 25%. Però può fregiarsi dell’importante titolo di amministratore unico della società, come recita il sito ufficiale. Ma amministratore di cosa? Solo delle sue quote o dell’intero pacchetto azionario?

LINEA AIELLO – In un primo momento sembrava che la linea dell’imprenditore di Petilia potesse prevalere. L’investitura degli altri soci, le prime mosse, la scelta di Pitino e Ceravolo, di Auteri e La Cava, di Montesano e dei primi calciatori arrivati a Moccone. Tutte scelte di Aiello. Un’impronta chiara che però avanza a rilento, soprattutto sul piano tecnico. Sulle macerie della scorsa stagione, considerando anche i calciatori che non rientrano nei piani di Auteri, bisognava costruire subito qualcosa di importante, di serio, di vero. Qualcosa su cui potersi appoggiare, anche per sostenere una campagna abbonamenti strombazzata ai quattro venti ma che non può far presa su una città ferita dagli ultimi 20 anni e umiliata dalla “colletta salva-Catanzaro” di un mese fa.

MERCATO BLOCCATO – Dall’arrivo di Pitino, invece, sono solo due gli acquisti conclusi. Un portierino giovane (Vono) e un mediano (Lodi), mentre Di Cuonzo e Mosciaro sono ancora in stand-by, ufficializzati ma non contrattualizzati. Un altro paradosso tutto giallorosso, se si pensa che tra 5 giorni al “Ceravolo” arriva il Siracusa e il Catanzaro non ha ancora un attaccante di ruolo da schierare. Auteri dice che la rosa è carente in qualche reparto e si augura che in settimana venga completata. Non è che tra qualche giorno ci ritroveremo un Auteri in stile-Provenza già a metà agosto? Le discutibili gestioni precedenti (Improta e dintorni) erano basate sull’arrivo di alcuni ottimi calciatori e di altri contratti “di contorno” che hanno appesantito le casse societarie già poco floride. Per ora l’attuale gestione sta servendo solo il contorno (scarso) dimenticando le portate principali.

CONFUSIONE E CONFLITTO – Che succede? È stato dato un budget sicuro per il mercato alla coppia Ceravolo-Pitino? Probabilmente no, altrimenti non si spiegherebbe il ritardo nei tesseramenti. La scuderia-Ceravolo sta proponendo i propri stalloni. Ma la biada per ingolosirli e sfamarli c’è? Oppure i soci non possono far fronte alle incombenze? O forse il duo Bove-Soluri non ha fiducia nell’amministrazione-Aiello e teme che una gestione dissennata del mercato possa portare il Catanzaro di nuovo sull’orlo del baratro, esattamente come un mese fa? I dissapori e i contrasti sono evidenti. Sono rimasti lì dagli ultimi giorni di giugno, dalla “guerra dei comunicati”. Un nuovo valzer di questo tipo è da evitare a soli 20 giorni dall’inizio del campionato. O forse i debiti delle gestioni precedenti impediscono una soluzione decente a questa situazione imbarazzante?

IL SILENZIO DEGLI “AZIONISTI” – Una risposta a questi interrogativi è inutile cercarla nei protagonisti che già negli ultimi 45 giorni hanno dato in pasto a stampa e tifosi proclami e smentite. Gli unici che potrebbero/dovrebbero pretendere un po’ di chiarezza sono gli “azionisti veri” di questa società, in primis il Comune e la CCIAA di Catanzaro. Olivo e Abramo rappresentano, in questo momento, i piccoli imprenditori, gli artigiani, gli agricoltori, tutti i cittadini che hanno salvato il Catanzaro. E, last but not least, i tifosi. Per ora tacciono. Si sono accollati la responsabilità di tenere in piedi questo “patrimonio della città”. Un patrimonio, appunto. Non questo confusionario teatrino, senza attore protagonista ma con tante comparse. Incapaci, per ora, di recitare un copione dal titolo “Mai più umiliati”.

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Redazione

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