È aberrante quanto ha affermato il direttore tecnico del Consorzio di Bonifica Jonio – Catanzarese, Flavio Talarico, nell’intervista al TG2 della scorsa sera, sulla vicenda della Diga del Melito. Senza alcuna vergogna ed il minimo senso del pudore, evidentemente, lo stesso affermava che basterebbe il ri-finanziamento del Ministero ai Lavori Pubblici per vedere l’Opera, in soli 5 anni, realizzata. Ci chiediamo perché non ha approfittato del tempo a disposizione per spiegare ai cittadini calabresi che fine hanno fatto i soldi pubblici che dovevano servire già 40 anni fa a realizzare il più grande invaso d’Europa. Finanze investite dallo Stato per portare benessere e sviluppo ai cittadini e che invece sono finite in clientele, deturpamento del territorio ed in qualche bizzarra campagna pubblicitaria con gigantografie e fotomontaggi su un’Opera (virtualmente) già realizzata.
Con quale faccia, chi conosce davvero gli intrecci politici, gli interessi che hanno mosso le scelte, le questioni tecniche che hanno impedito che la Diga si realizzasse può affermare che sull’Opera insiste una “maledizione”?
Vorremo dire, sommessamente al Dr Talarico che i lavoratori ingiustamente licenziati per far posto ai tanti “figli di papà” che ancora lavorano al Consorzio, i cittadini di Sorbo San Basile, Gimigliano e Fossato Serralta, questo Sindacato che ha denunciato alle autorità competenti e continua a denunciare pubblicamente quanto si è consumato intorno a questa vicenda, sanno che l’unica maledizione esistente che ha impedito che la Diga del Melito si realizzasse è l’Ente che Talarico rappresenta.
Parlare di “maledizione” è un modo per negare che vi siano precise responsabilità. La maledizione è qualcosa che appartiene al mondo spirituale, che proviene dall’alto. Non esiste nessuna maledizione che impedisce alla Calabria di riscattarsi, di poter crescere, di potersi sviluppare ed offrire lavoro e pane ai propri cittadini.
Esistono uomini che, maledettamente, occupano i posti chiave della gestione del potere e che nell’esercizio delle proprie funzioni, anziché assolvere al proprio dovere, rispondono ad altre logiche. Coloro che dovevano occuparsi del cantiere Diga, di progetti, appalti, problemi tecnici hanno occupato il tempo ad assumere amici e parenti influenti, fregandosene del fatto che per l’ennesima volta, con il loro comportamento hanno ucciso la speranza del cambiamento, la speranza per intere generazioni che nella nostra terra sia possibile guadagnarsi da vivere lavorando.
In tutto questo c’è l’atteggiamento omertoso della politica e della Regione Calabria… che vergogna!!!
Ma ai cittadini onesti, ai tanti che ancora credono che le cose possono cambiare, diciamo di non arrendersi. Di provare a lottare, come questo Sindacato non sta smettendo di fare, perché prevalga la Giustizia sociale e la verità. Perché dallo scempio di questi anni può ancora rinascere la Speranza che un giorno si possa