Beccati con le mani nella marmellata, come la banda Bassotti. La Giunta “sospesa” fa un passo indietro strategico rimettendo all’attenzione del commissario prefettizio, che si insedierà lunedì mattina, un atto che la neo indicata, Silvana Riccio, avrebbe dovuto annullare comunque. Un provvedimento che autorizza i legali a ricorrere al Consiglio di Stato a nome dell’esecutivo e del sindaco sospesi che nasce illegittimo, perché assunto da assessori la cui nomina era stata annullata nel momento stesso in cui il presidente del Tar, che ha deciso dei ricorsi elettorali del centrosinistra, leggeva il dispositivo della sentenza con cui si rimanda a votare 6.500 elettori in 8 delle 90 sezioni in cui si suddivide il territorio di Catanzaro. Ma davanti alla immediata esecutività della sentenza, gli assessori – prigionieri del sogno e della propria delega – con sprezzo del rispetto delle regole, quelle che il centrodestra è abituato a calpestare – procedono a deliberare senza averne più il potere, determinando l’ammontare delle spese in capo ai cittadini che già pagheranno per il ricorso al Tar migliaia di euro. E volevano farne pagare altrettanti per il ricorso al Consiglio di Stato. Che dire: senza vergogna!
E cosa ancora più grave, fanno un passo indietro rimettendo la palla al commissario prefettizio, addebitando la scelta ad un atto di responsabilità per evitare pretestuose strumentalizzazioni. Se questo è l’inizio della campagna elettorale che siamo costretti ad affrontare a causa del centrodestra che lo scorso 6 e 7 maggio ha preferito barare per non rischiare di perdere, c’è da alzare ulteriormente la guardia per garantire legalità e democrazia, ancora una volta.