La gara tra Cavese e Catanzaro è stata discreta, comunque ben giocata da parte dei giallorossi, ed ha fornito alcuni spunti di natura tattica nonostante l’evidente divario tecnico tra le due formazioni.
Il Catanzaro schierato con il consueto 3-5-2, ha cambiato qualcosa rispetto alla precedente uscita vittoriosa contro il Bari.
Davanti a Di Gennaro si sono posizionati i soliti tre difensori Martinelli, Fazio e Scognamillo, mentre sui lati Calabro ha impiegato Porcino e Garufo rispettivamente a sinistra e destra.
A centrocampo nel mezzo si è schierata la coppia centrale Baldassin e Verna con Casoli che tendenzialmente ha svolto il ruolo di trequartista tra le linee avversarie.
Carlini invece è stato avanzato in coppia con Evacuo.
La Cavese si è contrapposta con un classico 4-4-2 in cui il vertice alto Bubas è stato spesso lasciato solo a fare reparto.
Nei primi minuti si è notato un Catanzaro tonico, desideroso di fare la partita cercando il possesso della palla e le geometrie più efficaci per la finalizzazione.
Dopo due sporadiche occasioni da parte della Cavese, ecco il gol da parte della formazione giallorossa con un tiro di Porcino deviato da un difensore campano.
Da quel momento, la manovra della formazione di Calabro è diventata sempre più fluida e caratterizzata da cambi di fronte da destra a sinistra in grado di mettere in difficoltà la difesa dei padroni di casa.
Casoli ha agito spesso sul lato sinistro posizionandosi tra Baldassin e Porcino mentre Carlini in modo intelligente non dava punti di riferimento alla difesa avversaria rientrando spesso per l’assist al compagno.
Le posizioni non sono apparse sempre perfettamente ordinate ma comunque, vuoi per la diversa tecnica individuale vuoi anche per l’intensità del movimento generale, il Catanzaro è risultato molto efficace nella metà campo avversaria.
La Cavese è passata subito a cinque nella sua linea difensiva, rinforzando il lato di destra, ma ha subito lo strapotere tecnico del Catanzaro e al di là di qualche sortita di Bubas, non è mai riuscita a contrastare efficacemente le giocate di Verna e compagni.
I giallorossi hanno tenuto sempre molto alta la linea del centrocampo e si è notato un buon lavoro di alternanza tra le linee difensive e quelle di centrocampo che ha favorito a turno l’avanzata con palla al piede anche di Martinelli o l’inserimento di Scognamillo.
Giro palla veloce e spesso cambi di fronte di gioco sono state le soluzioni più adottate dalla formazione di Calabro che ha chiuso la prima parte di tempo in assoluto dominio.
Nel secondo tempo Porcino ha lasciato il campo a Contessa che si è fatto notare immediatamente per una bella azione conclusa con un tiro verso la porta avversaria.
Ma l’intensità della circolazione della palla del Catanzaro è rallentata e così la Cavese piano piano ha preso campo.
La girandola dei cambi in casa campana ha vivacizzato la manovra e le ambizioni della formazione di Campilongo che con l’ingresso di Calderini è passata ad un 3-4-1-2.
Da quel momento sono iniziati i pericoli per il Catanzaro che ha sostituito Casoli ed Evacuo per Jefferson e Di Massimo, ma la manovra comunque non ne ha giovato.
La possibilità di chiudere la partita segnando il secondo gol ha subito un ennesimo stop quando è uscito lo stremato Carlini.
La gara si è incanalata verso i binari favorevoli alla Cavese che ha iniziato ad avere sempre maggiore continuità nella gestione del pallone.
Si sono registrate alcune occasioni con palle vaganti in area di rigore del Catanzaro non sfruttate dalla formazione campana.
Nel finale Baldassin ha rimediato il rosso per somma di ammonizione. Il Catanzaro in dieci ha palesato un po’ di timore misto a sofferenza confermato dalle scelte di Calabro che ha inserito Gatti al posto di Grillo schierandolo davanti alla difesa.
LA CHIAVE TATTICA
In positivo: l’intensità della circolazione della palla ed i cambi di gioco nel primo tempo. In negativo: il mantenimento del sistema di gioco nel secondo tempo. Il Catanzaro ha trovato spesso soluzioni corrette nella circolazione del pallone ed ha mantenuto il dominio del gioco disputando un ottimo primo tempo. Nella seconda frazione di gara, invece, con l’uscita di alcuni giocatori, l’aver mantenuto sempre la stessa struttura ha consentito alla Cavese di trovare le giuste contromisure e rendersi anche pericolosa.
COSA HA FUNZIONATO
L’intensità nelle giocate del primo tempo, il ritmo e la personalità sulle situazioni difensive. Tre importantissimi elementi che hanno costruito la vittoria del Catanzaro nella trasferta di Cava dei Tirreni. La differenza tecnica si è notata in modo evidente ed ha contribuito a rendere facile la competizione.
COSA NON HA FUNZIONATO
Le rotazioni e gli avvicendamenti fin dalle scelte di inizio partita. Casoli finto trequartista che si abbassava per fare il quinto di centrocampo e non reparto singolo dietro i due attaccanti, Carlini che, schierato da attaccante, rientrava sempre per cercare la dinamica per la finalizzazione. Sono state scelte che hanno pagato nel primo tempo perché nonostante il posizionamento non perfettamente ordinato, alla fine hanno alzato l’intensità ed il ritmo.
Con l’ingresso di Jefferson e Di Massimo, invece, Carlini è stato spostato più indietro al pari di Casoli. Da quel momento la squadra si è ritrovata senza quel giocatore di esperienza in grado di poter aumentare le possibilità di chiudere la partita.
Infatti il Catanzaro ha sofferto perché ha mantenuto la medesima struttura di sistema ma con calciatori che non hanno prodotto alcuna occasione pericolosa né tantomeno garantivano esperienza (Evacuo era già stato sostituito). Il rosso di Baldassin ha ulteriormente complicato le cose perché è stato sacrificato Grillo, che stava facendo bene, per far entrare Gatti che si è posizionato davanti la difesa alla ricerca di palloni da catturare senza molti effetti pratici. Il finale è stato confuso e ha provocato sofferenza.