CATANZARO Ci ha impiegato qualche giorno per integrarsi, ma ora è considerato una punta di diamante del gruppo. Si parla di Giovanni Caterino, 31 anni, stantuffo di fascia con licenza di sostenere la difesa ed attaccare gli spazi, importante nel campo e nello spogliatoio, dove svolge un ruolo principale nel tenere uniti i compagni. Cos’è accaduto? «Niente di particolare â risponde il giocatore â . Eâ naturale che occorra del tempo per conoscersi e legare. Eâ normale che ci possa essere stato inizialmente bisogno d’intendersi.
Ero nuovo, non conoscevo uomini e situazioni.
S’aggiunga che sono un istintivo che riferisce quel che pensa. Ora mi sento sereno, sono me stesso, mi trovo bene con tutti, sono un amico fra amici.
La tranquillità m’è anche venuta dalla guarigione da un iniziale infortunio» .
Con leggera venatura polemica, conclude così il discorso sul primo impatto con Catanzaro: «Bisogna sempre conoscere la gente, prima di emettere sentenze» .
Poi conferma quel che non è più un segreto: «La forza di questa squadra sta proprio nel gruppo. Andiamo a lavorare con allegria e stiamo bene fra noi. Questa è la sensazione di tutti, non solo mia.
Non è che nel calcio questi incontri felici si verificano a seguito dei risultati che, al contrario, ne sono spesso una conseguenza. Il gruppo si forma a caso, per un fortuito incontro di persone .
Per esempio, pur non essendoci gli stessi risultati, ricordo che c’era un gruppo altrettanto compatto a Benevento, dove giocai sino a 2 anni addietro, e con me c’era anche Tommaso Dei» . Assertore dell’importanza di un gruppo unito, così continua: «Quand’è così, si vive bene e si gioca in serenità . S’aggiunga che siamo tutti giocatori navigati, con un allenatore che sta sempre vigile ed all’erta» .
Quando s’osserva che il 3-4-3 di Braglia, pare fatto apposta per lui, Caterino, 151 presenze in B (Palermo, Lucchese e Fidelis Andria) e 121 in C1 (Siracusa, Benevento, Arezzo e Crotone), così replica: «Ho giocato con tutti i moduli. Dopo un primo periodo, necessario per apprendere i meccanismi tattici ed i movimenti che vengono chiesti, mi adatto a tutti gli schemi» .
Per il resto, Giovanni Caterino non può che ripetere la tesi dominante: «Non mi chiedete dove possiamo arrivare, perché posso al massimo parlare della gara di domenica prossima. Nessuno di noi si spinge sino a lunedì.
Esistono solo gli avversari del turno successivo. Questa risposta non deriva da nessuna regola che mi sono imposto, ma da un naturale meccanismo di carattere mentale. Eâ l’esperienza che ti costruisce così. Infatti, chi è navigato, sa come gli equilibri del calcio si possano modificare. Basta niente, perchè si ribaltino i risultati.
Eâ inutile pensare e sperare in cose future. Bisogna costruire bene il presente, che è la strada obbligata per il futuro». Come Caterino, il resto della squadra è confortata non solo dall’entusiasmo del felice momento, quant’anche dalla disponibilità di tutti i titolari. Fanno eccezione, chiaramente, i noti infortunati di lungo periodo come Ciardiello, Andrisani ed Ambrosimo che, operato nella passata settimana alla schiena, dovrebbe ritornare in campo non prima di una quarantina di giorni. A proposito di quest’ultimo gruppo di giocatori, sta progressivamente recuperando Corazzini, che è stato schierato nelle ultime partite di metà settimana.
Fabio Blasco