Ti alzi la mattina dopo con l’amaro in bocca, violentato da un cliché oramai testato, più volte sopportato, proposto e riproposto, visto e rivisto in ogni categoria, anche nella massima serie (dove si propina con molta più eleganza). Ma domenica a Catanzaro si sono viste cose che fanno storcere il muso a chi ancora crede nello sport. Lo sport ricalca lo stato di salute di un Paese allo sfascio dove si giustifica tutto e tutti e si passa sopra (si dice così, non è vero?) perché tanto “finchè la barca va…”.
Ad addolcire il vero, corrono in soccorso i dovuti atteggiamenti politically correct della dirigenza giallorossa (“gli arbitri possono sbagliare, ma sicuramente ci vorrebbe un po’ più di attenzione”) che in sala stampa ha fatto bene (?) a gettare acqua sul fuoco, ma dovrà al più presto farsi sentire in Lega, altrimenti le conseguenze saranno devastanti e ben più pesanti delle quattro espulsioni comminate dal pessimo Ripa di Nocera Inferiore. A proposito del simpatico Vincenzo, dopo il forzato riposo dei giallorossi previsto dal calendario, se in ferie potrà gustare Bindi & C. comodamente al San Francesco di Nocera per la prossima gara delle Aquile, Nocerina-Catanzaro, prevista per il 13 ottobre p.v.. Boccaccia mia (in questo caso “tastiera”) taci!
Ma parliamo della gara. La capolista ha deluso e di fronte ha trovato un Catanzaro che l’ha pressata fino alla fine anche in nove contro undici. Marchiano l’errore di Fioretti ad inizio gara che solo soletto innanzi a Pugliesi, ha sprecato malamente la ghiotta occasione. Bene ha fatto Giuseppe Cosentino in sala stampa a sottolineare le occasioni non finalizzate “… siamo stati un po’ sciuponi, il pareggio ci sta stretto perché abbiamo sciupato quelle due occasioni...“ . Questo peccatuccio a Lecce (due gigantesche occasioni fallite dall’attaccante giallorosso) era stato superato grazie all’ottimo diagonale della punta di Brevi, ma lo stesso mister in sala stampa aveva sottolineato quale disvalore del Catanzaro sia lo spreco eccessivo sotto porta e la mole di occasioni non finalizzate dai propri uomini. Peccato. C’è da dire che in certe situazioni si può rischiare anche la beffa, ma l’ex capolista non ha fatto nulla per cercare la vittoria neanche in superiorità numerica.
È importante (umiltà a parte) avere avuto la chiara percezione dell’assoluta superiorità palesata dalla squadra giallorossa in queste prime gare di campionato dove sono stati persi almeno quattro punti. Non ci si può più nascondere e purtroppo qualcuno se n’è accorto. Attenzione dunque. Il Catanzaro è temuto da chi non si aspettava tutto ciò. La società, oltre alle frasi di circostanza e di facciata, dovrà impegnarsi a iniziare a pensare seriamente a determinate mosse. Senza quest’ultime non si andrà da nessuna parte, neanche se si dovesse avere in rosa Messi e Cristiano Ronaldo. In una Prima Divisione falsata dalla mancanza di retrocessioni, nel girone di ritorno (scontri diretti a parte), il resto sarà ad appannaggio di chi conta di più e domenica ne abbiamo avuto chiara testimonianza. Chi scrive non è avvezzo a dire il falso. È bene essere chiari perché le cose viste ieri sono gravissime.
Ripa va ad aggiungersi ai vari D’Elia, Vicinanza e tanti altri. Insieme ai propri colleghi della massima serie rischiano di rovinare lo sport e trovano nell’alzata di spalla dei giornalisti incravattati e locati nelle comode poltrone di turno in TV, solo timide smorfie di disappunto. Ma i campionati si perdono, le parole si sprecano e il tempo passa. La gente resta imprigionata nelle proprie urla strozzate in gola, impotente di fronte a certe decisioni che la portano ad allontanarsi dagli stadi.
Una “violenza in smoking”, che qualche buon demagogo della domenica farebbe bene a sottolineare. Se un tifoso sbaglia gli viene vietato lo stadio per anni e si positivizzano nuove normative. Ma se un Ripa sbaglia o eccede palesemente in protagonismo? Cosa si fa? Quali le conseguenze a suo carico? Forse gli verrà data la promozione nella serie cadetta. Di che cosa stiamo parlando? Se le regole vengono disattese proprio da coloro i quali ne sono massimi depositari, a chi o che cosa si deve credere?
Voltiamo pagina e pensiamo alla scomoda sosta da sopportare e alla gara di Nocera. Pensiamo a non sbagliare sotto porta e a dare un dispiacere al simpatico Vincenzo, facendo esultare una tifoseria che ieri, numerosissima nel sempre più malandato Ceravolo, ha saputo sopportare con la solita civiltà l’ennesimo sopruso. Avanti Catanzaro.
Giuseppe Mangialavori