Dalla Curva

Catanzaro: un punto nel ”Sacco”

Un arbitraggio scandaloso condiziona il risultato della gara

Se la partita di ieri fosse finita con la vittoria del Catanzaro, qualsiasi cronista di questo mondo non avrebbe mai e poi mai dimenticato di citare l’arbitraggio del “mesciato” arbitro laziale Sig. Sacco. Il migliore del Catanzaro ieri? Ciardiello, senza alcun dubbio. Il migliore per l’Igea Virus? Il Sig. Sacco di Civitavecchia. “Ceravolo” gremito e ornato di palloncini gialli e rossi (si raccomanda agli organizzatori delle coreografie, di bandire i palloncini …portarono già male quando fecero da prologo all’incontro Catanzaro- Battipagliese…), pubblico da serie “A”? No. Non si vedono spesso in serie “A” certi spettacoli. La “giornata giallorossa” vede la partecipazione di una tifoseria affamata che dà un assaggio di quello che potrebbe accadere se si arrivasse a disputare i playoff: cose da far venire la pelle d’oca anche ai pochi intimiditi supporters siciliani. Si affrontano un Catanzaro impegnato all’assalto alla quarta posizione in classifica e un’Igea votata più a spezzare le trame dei giallorossi e ad impegnare i propri atleti in un gioco ai limiti del regolamento rimediando alla fine dell’incontro un solo ammonito contro i quattro della squadra di casa. Diciamo subito che nel Catanzaro visto ieri, hanno pesato come macigni le assenze di Toledo e di Alfieri. Sulla fascia destra, un Ambrosino ancora convalescente (?) ha disputato una partita mediocre, a centrocampo Basile, a fronte di alcuni interventi di rottura a centrocampo, si è poi perso in infruttuosi e irritanti narcisismi senza costruire nulla di concreto. Dellisanti oramai sa benissimo che gli atleti che fungono da collante per l’attacco giallorosso e coloro che portano un po’ di ordine a centrocampo come costante punto di riferimento per la squadra, sono Toledo e Alfieri. Il generosissimo Ferrigno, da solo non ha potuto reggere l’urto dell’arcigna difesa ospite, votata, e questo sia ben chiaro, ad interventi da espulsione diretta su stinchi, schiene e quant’altro dei poveri malcapitati atleti catanzaresi.
Per il resto molta confusione e molte preziose palle vaganti nell’area sicula che non trovando migliore destinazione, venivano “conquistate” dai colpi di testa (numerosissimi) dei difensori igeani che, rintanati nella propria area di rigore, a difesa del prezioso pareggio, si esibivano a turno in plastici tuffi. Quindi, il direttore di gara ieri ha condizionato il risultato con il suo pessimo arbitraggio, ma anche lo stesso Catanzaro non si è espresso con la solita incisività e “calma” che avevano contraddistinto le precedenti prestazioni. Molti lanci lunghi, poche azioni degne di nota e quando i giallorossi hanno avuto le palle giuste per passare in vantaggio (con Falco, Corazzini e Ferrigno) hanno fallito nel loro intento. L’Igea? All’inizio dell’incontro è partita in quinta, ma quasi subito si è sgonfiata sciorinando una tattica catenacciara (soprattutto nel secondo tempo) di pessima fattura. Sull’arbitro dell’incontro non ci dilunghiamo. La demenza senile precoce non merita alcuna attenzione. Ci limitiamo solo a dire che non ha concesso tre rigori alla squadra di casa: due palloni colpiti con la mano dai difensori siciliani e una vistosa trattenuta in area su Moscelli, tutti episodi verificatisi nel secondo tempo. Lo stesso Sacco aveva già arbitrato il Catanzaro condizionando con il suo comportamento il risultato della partita disputata dai giallorossi contro l’Acireale. Quindi, quello che si spera è che il laziale non dirigga più gli incontri delle aquile giallorosse.
Nulla comunque è perduto. Le lunghezze dall’inseguitrice Acireale, si sono portate a due grazie alla concomitante sconfitta degli acesi a Brindisi e la trasferta di Foggia potrebbe costituire un’ottima occasione per gli uomini di Parente e Poggi per mantenere o addirittura incrementare il vantaggio in classifica. L’Acireale farà visita al Giugliano e i campani non hanno del tutto abbandonato “sogni” di avvicinamento alla zona che conta. Quindi, l’unico comandamento per il Catanzaro di oggi è quello di continuare a lavorare con la massima motivazione e concentrazione per il raggiungimento di una posizione playoff utile. Il pubblico non basta, e lo sa bene il Catanzaro, come lo sa benissimo il Foggia che la scorsa settimana ha perso malamente innanzi a ventimila spettatori tra le mura amiche e contro i cugini del Brindisi. La personalità esula qualsivoglia “aiuto” esterno. E’ un bene prezioso che deve costituire parte integrante del team, è un segreto da coltivare e custodire per poi esternarlo al momento giusto. L’auspicio è che, sin dalla prossima gara, nessuno si inchini a chicchessia perché , anche se le magliette che si indossano in campo non contribuiscono a migliorare le prestazioni dei singoli atleti, gli stessi non devono mai dimenticare che sono nientepopodimeno che il Catanzaro. Avanti Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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