Come spesso accade nelle cose della vita, cuore e ragione non sono concordi sul prossimo futuro del Catanzaro. L’argomento è, ovviamente, uno solo: i play off. La vittoria sul Frosinone ha ridato fiato alle speranze giallorosse, ma non basta un successo (anche se convincente) per annullare il gap che ci separa dalla zona che conta. Restano nove gare alla fine del campionato e nelle ultime sei disputate il distacco è rimasto immutato (quattro punti). Questo particolare è molto significativo: il cammino dei giallorossi è stato, in questo girone di ritorno, troppo altalenante e solo le flessioni delle altre squadre hanno permesso a Ciardiello e compagni d’insediarsi al sesto posto (seppur in numerosa compagnia). Nello stesso periodo l’Igea Virtus (che alla diciannovesima giornata sopravanzava il Catanzaro di una sola lunghezza) ha totalizzato ben sei punti in più delle aquile.
E’ abbastanza chiaro che, fin qui, stiamo dando spazio ai consigli della ragione. I suoi suggerimenti sono solo all’inizio. Continuiamo a farci del male. Ogni gara diventa quasi uno spareggio, non è possibile, infatti, sbagliare un solo colpo. A iniziare dalla difficilissima partita con il Brindisi. Un pareggio con i pugliesi equivarrebbe a una ammaina bandiera. Ma vincere sempre al Ceravolo (compresa la sfida diretta con l’Igea) non sarà sufficiente per centrare l’obiettivo. Occorreranno almeno due vittorie in trasferta. Dove centrarle? In casa di un Latina assetato di punti salvezza o ad Andria dove l’ex Cavallaro ci starà aspettando con ansia per vendicarsi? Oppure allo Zaccheria di Foggia davanti a 20.000 persone festanti o al cospetto di un Olbia capace negli ultimi mesi di vincere sempre tra le mura amiche? Insomma, non sarà un’impresa facile soprattutto se consideriamo le ultime prestazione del Catanzaro formato trasferta: un punto in tre gare, con sconfitte sconcertanti in casa del Gela (che da allora ha sempre perso) e di un Ragusa capace di battere solo quattro avversari. Non solo, anche quando il Catanzaro ha giocato bene (Acireale e Nocerina) non è riuscito a centrare la vittoria.
I segnali, quindi, sembrerebbero negativi. E se non bastassero queste considerazioni ce n’è un’altra davvero deprimente: potrebbe non servire un finale di stagione esaltante. Il futuro della squadra giallorossa, infatti, dipende soprattutto dalle altre formazioni. Se Acireale, Igea e Nocerina non mollano la presa, ogni discorso diventa inutile. Di più: addirittura c’è la possibilità della beffa finale. Se il Catanzaro, infatti, dovesse arrivare a pari punti con l’Acireale la qualificazione ai play off sarà regolata dalla differenza reti (che al momento non arride alle aquile). In conclusione la morale è una: più che volare bassi, bisogna stare rasoterra perché sono davvero poche le chance del Catanzaro.
Ma se la smettiamo di ragionare e, per una volta, diamo spazio alla voce del cuore, allora la musica cambia. Tanto per incominciare la fede giallorossa impone d’essere ottimisti. Ma non è solo una speranza fine a se stessa. E’ innegabile, infatti, che le vicende societarie hanno zavorrato la squadra, mentre adesso è libera d’esprimere tutto il suo potenziale e l’ambiente aspetta solo l’occasione giusta per trasformare il Ceravolo in una polveriera. Quattro punti sono un’inezia, specialmente in un campionato logorante come la C2. Sia l’Acireale, sia la Nocerina hanno cambiato da poco l’allenatore e questa mossa alla lunga dovrebbe penalizzarle (come è accaduto al Frosinone), poiché i diversi metodi d’allenamento finiscono spesso per appesantire i giocatori (Morgia docet). Non solo, il calendario dei giallorossi è abbastanza buono. Analizziamolo. Domenica c’è l’ostacolo più duro, ma è anche una partita che vale sei punti. Battere il Brindisi, infatti, significa dare via libera al Foggia che sicuramente saprà “ricompensarci” quando andremo allo Zaccheria.
Latina, Andria e Olbia, inoltre, sono campi dove si può giocare in tranquillità , senza pressioni esterne stile Far west. E in più gli ultimi due turni casalinghi riservano al Catanzaro le cenerentole del girone (Puteolana e Tivoli), mentre le altre squadre dovranno confrontarsi con avversari più ostici. Altre verità : le aquile hanno un organico di primo livello impreziosito dalla “buona riuscita” dei giovani, finalmente schierati con più assiduità . La riprova arriva dal gioco espresso: in più di una circostanza i giallorossi hanno sciorinato prestazioni maiuscole che non possono essere frutto del caso. Si tratta solo di trovare la continuità (e con gli stipendi pagati non ci sono più alibi) per portare a termine, in nove mosse, l’operazione play off. Domenica sera sapremo se il primo tassello di questa rimonta sarà stato posato.
In ogni caso ragione o cuore il finale è sempre lo stesso: forza Catanzaro.
Catanzaro sì, Catanzaro no: cuore e ragione si sfidano
L’editoriale di Francesco Ceniti