Era il derby della verità, in chiave promozione per gli ospiti e in chiave play-off per i padroni di casa. Alla fine ha vinto la Reggina, che ha messo una seria ipoteca sulla conquista della cadetteria.
Per gli uomini di Auteri invece è tutto rimandato alla coda di stagione, con qualche interrogativo ancora da chiarire visto che la caratura degli avversari e l’intensità agonistica saranno molto simili a quelli visti questa sera.
Auteri ha schierato il consueto 3-4-3 con Bleve fra i pali, Celiento Riggio e Martinelli in difesa, Casoli DeRisio Corapi e Contessa in mezzo al campo, Giannone Bianchimano e Kanoutè in attacco.
Toscano ha risposto con il 3-4-1-2 che vedeva Guarna in porta, Blondett Bertoncini e Rossi in difesa, Garufo DeRose Sounas e Rubin in mediana, infine Rivas dietro le punte Reginaldo e Denis.
La Reggina è partita subito forte applicando un pressing alto e ben congeniato che ha complicato la costruzione del gioco da parte del Catanzaro. I padroni di casa sono usciti sulla distanza dopo aver preso le misure di un avversario sicuramente ostico.
Il pressing a uomo, i raddoppi di marcatura e una buona capacità di ri-aggressione valgono il primato in classifica per gli amaranto che spingono l’avversario ad accelerare le giocate per poi approfittare di qualche errore in fase di costruzione o per recuperare palla quando l’avversario opta per il lancio lungo a liberare.
Tatticamente non è semplice affrontare la Reggina, ma il Catanzaro è comunque riuscito a imporre la propria padronanza di fraseggio rendendosi pericoloso in almeno un paio di circostanze. Finché il risultato è rimasto in parità le squadre si sono equivalse anche se alla fine saranno davvero pochissimi i pericoli corsi da entrambi i portieri.
Partita maschia con qualche punta di nervosismo per l’arbitraggio all’inglese, ben interpretata sotto il profilo agonistico. Per il Catanzaro resta il rammarico di non aver potuto schierato i suoi uomini migliori in chiave offensiva.
Il rientrante Kanoutè ha offerto una prestazione generosa, ma non senza alcune imprecisioni e una non sempre lucida visione di gioco. Bianchimano si è votato al sacrificio, ma dall’ariete ci si aspetta qualcosa in più. Giannone ha sofferto tantissimo il corpo a corpo senza mai riuscire a incidere significativamente.
I diretti avversari non erano proprio novellini. Gente come Rivas Reginaldo e Denis, più il subentrato Doumbia, sono attaccanti di valore assoluto eppure la difesa giallorossa era riuscita a metterli in ombra fino all’azione del gol che ha dimostrato una volte su tutte come certi giocatori possano cambiare le sorti del match con una singola giocata.
La dea bendata non ha certo sorriso ai giallorossi che si sono arresi al palo di Carlini quasi allo scadere. Il pari sarebbe stato sicuramente il risultato più giusto, ma alla fine quel che conta sono i punti e non i meriti… purtroppo.
Il gol che decide le sorti
La ripresa è iniziata con i tre cambi di Toscano che ha mandato in campo forze fresche. Liotti Nielsen e Doumbia hanno preso il posto di Rubin Denis e Sounas. Pochi minuti più tardi Auteri manderà in campo Carlini al posto di Kanoutè e DiPiazza al posto di Bianchimano.
La Reggina sembra più fresca, sicuramente agevolata dal vento che soffia alle sue spalle e si ritrova a confezionare due pregevoli giocate sull’out di destra, una di queste vede Reginaldo impegnare severamente Bleve.
Non è che il preludio al gol, che nasce da un intelligente passaggio per Doumbia che entra in area dal lato destro evitando la marcatura di Martinelli e confezionando un assist perfetto per l’accorrente Rivas. Tutto qui, la fase offensiva della Reggina ha prodotto il massimo risultato con il minimo sforzo.
Difesa alta e pressing a uomo, riaggressione e immediata verticalizzazione spostando sempre molti giocatori. Tant’è che alla fase offensiva come a quella di primo contenimento si contano sempre 5 o 6 elementi.
Costretto a sostituire Contessa, Auteri decide di provare un’altra soluzione di gioco inserendo Iuliano e tentando di giocarsela con il 4-3-3, ma la mossa non altera gli equilibri che premiano chi ha avuto l’abilità di passare in vantaggio e difendere con i denti il risultato.
In chiave play-off
Il Catanzaro sta affrontando un ciclo di partite terribili in una condizione fisica non ottimale da parte di tutta la rosa a disposizione, ma questo non deve e non vuole essere un alibi.
Tralasciando la scialba prestazione contro la Virtus Francavilla, i giallorossi hanno messo in luce i propri limiti contro Casertana e Reggina. Si soffre maledettamente la fase di pressing e questo comporta che la costruzione del gioco ne risenta in termini di lucidità e fluidità.
Sulle corsie laterali servirebbe maggior spinta e padronanza di campo, ma non sempre si assiste alle famose sgaloppate cui ci avevano abituati Statella e Kanoutè nella passata stagione.
Il gran lavoro svolto sulla mediana da Corapi e DeRisio non trova un sbocco naturale nel tridente d’attacco che si esaurisce in più di un’occasione con Bianchimano che scarica al compagno più vicino, oppure vede Giannone non trovare la sovrapposizione del compagno e infine Kanoutè incapace di aggirare l’avversario e puntare la porta.
In chiave play-off bisognerà fare molto di più per avere ragione degli avversari. A parte la forma fisica, bisognerà affinare quelle trame di gioco, ancora troppo ruvide, che oggi sono spezzettate dal pressing a uomo o da qualche movimento senza palla che non accompagna l’azione precludendone lo sviluppo.
Il fatto è che se facciamo un gol in tre partite hai voglia a difendersi prima o poi cedi.speriamo di vedere presto i veri Carlini e Di Piazza…
Ieri il Catanzaro ha giocato ben oltre la sufficienza, alla pari per molto tempo con la Reggina, squadra di vecchi marpioni che fanno della cattiveria (quella vera non solo agonistica), dell’aggressione verbale all’arbitro su ogni fallo e chiaramente delle capacità indiscusse, la loro arma quotidiana. Il Catanzaro anche con i suoi soliti limiti ha battagliato alla pari e anche la difesa è stata molto brava, ma nell’unica occasione capitata alla Reggina ci hanno puniti severamente. Se il Catanzaro avesse giocato con lo stesso piglio alche le altre gare forse qualche punto in più in classifica ci sarebbe. Comunque non era questa la partita da vincere(anche se un derby è sempre un derby), era meglio vincere con il Francavilla e le prossime ad iniziare col Potenza.
CON QUESTI MERCENARI DI FISCHIETTI , CHE DIO LI MALEDICA , ANCHE CON 11 MESSI NON ANDREMO MAI DA NESSUNA PARTE . GLI ZINGARI DELLO STRETTO HANNO FATTO LA SQUADRA CON I SOLDI SPORCHI DELLA MAFIA E CON GLI STESSI SI SONO COMPRATI TUTTI GLI ARBITRI ,NON HANNO NESSUN MERITO , ANDREBBERO TUTTI FUCILATI LORO E I MERCENARI CHE FANNO FINTA DI ” ARBITRARE “
AHAHAH!!! Grande Storico! I love you!
Ieri e’ stato il primo test per capire la FORZA del Catanzaro in chiave Play Off dopo la ricostruzione della squadra a Gennaio.
Nel girone d’andata con le squadre che sono davanti a noi abbiamo perso con tutte, (il Monopoli lo abbiamo incontrato e battuto all’andata in circostanza fortunata in quanto avevano iniziato male e con un cambio allenatore in corso) Ieri con la RIGORINA capolista abbiamo bissato lo stesso risultato d’andata .
Quindi nessun miglioranento.
ADESSO ci tocchera’ il Potenza.
Vedremo se alla prossima il Catanzaro dimostrera’ di fare un colpo per far capire che ci siamo anche noi.
Dipendera’ dal risultato. Se sara’ sconfitta possiamo dire addio a sogni di gloria
Che bella partita, ieri! Indubbiamente da serie B. Abbiam perso: pazienza; siamo stati sfortunati: pazienza. Ma con una squadra del genere, se mantiene la stessa determinazione e caparbietà vivremo degli splendidi play off. Non demoralizziamoci e soprattutto lasciamo sereno il gruppo per far si che si alleni al meglio.
Spero che qualcuno abbia capito che tipo di giocatori ci vogliono per vincere un campionato
E aggiungo anche l’allenatore.
Freccia, sintetizzi bene qual’è il pensiero ricorrente fra tifosi, giornalisti sportivi e tecnici quando commentano una partita del Catanzaro. Un personaggio sportivo molto competente ha usato il termine di “banditi” (sportivi s’intende) parlando dei calciatori e dell’allenatore della Reggina, nel senso che, oltre alle QUALITA’ TECNICO-TATTICHE indiscutibili, uniscono quegli atteggiamenti che fanno si che gli permette di fare falli e non essere ammoniti, che protestano in faccia all’arbitro continuamente senza subire alcunché, che picchiano, raddoppiano, inseguono usando mani, trattenute, ecc. pur di non farti giocare. Finchè non approfittano della tua UNICA distrazione per fregarti.
Questa è la Reggina, questa è stata la Juve Stabia l’anno scorso con relativa FORTUNA e questo è il Potenza (con le debite proporzioni) che andremo ad incontrare domenica prossima. Noi per vincere una partita dobbiamo essere PERFETTI squadre come la Reggina possono vincere anche giocando male, perchè sono più bravi, sono più esperti, sono più “banditi” rapinatori di noi. Per puntare alla serie B occorre avere qualche calciatore “delinquente” sportivamente parlando, allenatore compreso in C girone C non serve la correttezza, giocare sempre bene la palla, ecc. occorre combattere e martoriare col pressing l’avversario. La Reggina vince con le buone o con le cattive, non c’è niente da fare. Comunque la partita di ieri ha dimostrato che siamo sulla buona strada, perchè i GIALLOROSSI in campo hanno dato tutto, anche abbastanza agonismo per lunghi sprazzi di partita (non siamo abituati).
Ricordiamoci che la squadra si fa a luglio e non a gennaio, per il prossimo anno caro Presidente aggiungi ad alcuni di questi calciatori sicuramente bravi, una maniata di briganti che faccia tremare squadre gli avversari e gli arbitri cacasotto. Naturalmente tutto ciò con un allenatore alla Toscano.
Ogni bandito di “alto livello” ha sempre il suo bel protettore nella “magistratura sportiva” e sulle strade (campi di gioco). Detto ciò, concordo con tutto il resto della tua disamina. Aggiungo che la grande squadra l’avevamo la stagione scorsa. Quel D’Ursi era un fulmine di guerra….peccato. AVANTI AQUILE!!!
Una squadra che fa 66 punti in 28 gare non è composta da banditi ma da gente con le palle, a partire dall’allenatore fino al meno impiegato dei giocatori. Alla “Rigorina” mancano dei rigori (a Bari e a Catania) che potevano portarla di già a 70 punti.
Vi auguro di acquisire quella cattiveria agonistica e quel cinismo che ha proprio la Reggina, al fine di poter vincere i play off, ai quali a questo punto spero che la Reggina non partecipi.
In bocca al lupo. Il Bari sarà il principale ostacolo.