Di “Processi …” di giudici miopi direttamente interessati o impropriamente resi tali, il mondo della comunicazione (e non) è pieno. Lungi dal sottoscritto ergersi a questo ruolo “pericoloso”. Inizia da oggi il nuovo appuntamento del lunedì, intitolato – “Il bar del lunedì” – . Spero che convogli la serena attenzione dei graditissimi lettori di “uscatanzaro.net” intorno ad un caffè (virtuale) o ad un invitante cornetto per parlare delle gesta della squadra del cuore: il Catanzaro.
Il tutto nella massima serenità e in tutta calma (l’arma dei forti) , con i sorrisi ad incorniciare i ricordi della domenica giallorossa.
Iniziamo con il parlare di un pareggio che (forse) qualche mese addietro avrebbero sottoscritto in molti (non è vero?) ma che ieri ha visto le Aquile giallorosse in netto credito con la dea bendata.
Catanzaro dominatore assoluto a S. Benedetto del Tronto. E’ mancato solo l’acuto vincente alla squadra giallorossa, per il resto la prova della trasferta che si preannunciava più che insidiosa è stata superata egregiamente dalle Aquile, tanto è vero che alla fine dell’incontro, tutti hanno parlato di due punti persi…
Al seguito della squadra giallorossa, ieri, mille tifosi innamorati provenienti da ogni parte d’Italia. La “curva Sud” gremita a fare una seria concorrenza ai cori dei padroni di casa e sul terreno di gioco gli undici di Bragia in completa tenuta gialla bordata di rosso.
Già al 2’ Toledo impegna Aprea dopo avere superato due avversari. Qualche minuto dopo Hilario confeziona per Zerbini un ottimo pallone il giocatore rossoblu colpisce di testa e manda in rete ma il Sig. Velotto di Grosseto annulla giustamente per fallo di Martusciello su Lafuenti. A poco a poco il centrocampo diventa dominio assoluto ed incontrastato del Catanzaro che colpisce due legni in tre minuti prima con Alfieri (palo al 13’), dopo con Briano (traversa al 16’).
E’ il 25’ del primo tempo e Manni (già ammonito in precedenza) commette fallo, lo stesso sambenedettese rivolge al direttore di gara qualche “complimento” di troppo e viene espulso. La supremazia del Catanzaro era stata palese già nei primi venti minuti con i due legni colpiti dagli uomini di Braglia. Dall’espulsione di Manni la Sambenedettese si chiude in una tattica catenacciara che alla fine frutterà il pareggio ai padroni di casa.
La supremazia degli ospiti nei primi 25 minuti, diventa così un monologo giallorosso che però non porterà all’acuto decisivo. Difesa e centrocampo giganteggiano. La superiorità tecnico-tattica è macroscopica, quasi imbarazzante e le uniche palle conquistate dalla Sambenedettese sono frutto di errori di qualche giallorosso ieri in ombra. Purtroppo, a fronte di tanta supremazia, non c’è stata la zampata vincente e per ben due volte i legni hanno impedito a Lafuenti e compagni di portare a casa i tre punti. In più c’è da dire che Mancini (sostituto di Aprea) ha difeso ottimamente la porta rossoblu ed è stato decisivo anche anticipando Toledo che si era proposto in avanti presentandosi solo davanti all’estremo difensore sambenedettese.
La oramai inflazionata teoria del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, dei due punti persi o del punto guadagnato, devono lasciare spazio ad una fantastica realtà : il Catanzaro 2003/2004. Una squadra che giganteggia e mette in imbarazzo tutti gli avversari con una personalità che mai si era vista finora. Non un team che soffre o che teme, ma una squadra che domina e che detta i ritmi del gioco.
Ieri (paradossalmente) il punto conquistato ha dato la coscienza sia ai supporters che agli addetti ai lavori presenti in tribuna, che è sempre bene volare basso, ma allo stesso tempo, è altrettanto sacrosanto aprire gli occhi e vedere che il Catanzaro è squadra che può, anzi deve, mirare ad alti traguardi. E’ naturale, oserei dire “fisiologico” che qualche elemento non possa essere al massimo in ogni partita.
Ma lo stesso Braglia e tutti gli addetti ai lavori ne sono coscienti. La panchina giallorossa offre elementi di tutto valore pronti all’occorrenza per dare il cambio a compagni non al 100% della forma. Siamo certi che mister Braglia abbia il polso della situazione meglio di chiunque altro e siamo altrettanto certi che farà le sue brave scelte. L’importante sarà mantenere la tranquillità e farla respirare ad un team che sta dando tante soddisfazioni a tutti. Il gesto di qualche atleta ieri sostituito nella ripresa, va letto solo con la voglia di essere sempre utile alla causa comune. Guai a creare stupide lamentele o a inventarsi l’aria fritta. L’ambiente deve essere così maturo da vietarsi esternazioni deleterie. Ricordiamo che i risultati positivi sono stati il frutto degli applausi ricevuti dagli atleti giallorossi a seguito di sconfitte o pareggi (come quello casalingo contro il Benevento). Gli stessi giocatori del Catanzaro hanno espressamente fatto riferimento a queste circostanze quando i giornalisti hanno chiesto loro il trucco di tanta compattezza e determinazione. Non bisogna dimenticarlo mai.
Sono stati colpiti due legni? Qualcuno non ha inquadrato la porta? Toledo si è fatto anticipare da Mancini? Non importa. La prossima volta quei palloni troveranno la rete come culla di felicità . Con i “se” o i “ma” non si raggiungono mai i traguardi importanti.
Il prossimo avversario: il Taranto di Brini. Una squadra ostica. Un ostacolo non facile da superare. I Tarantini, sono dotati di una rosa con elementi che attuano alla perfezione il contropiede e fuori casa sono pericolosi. Ne sa qualcosa il Foggia di Marino. La partita sarà delicata anche per il fatto che i diffidati in casa giallorossa sono molti (Alfieri, Briano, Corona…) e si dovrà fare di tutto per non farsi beccare dal direttore di gara. L’appuntamento per il 7 dicembre… è tra quelli che meritano la massima attenzione. L’Acireale di Costantini infatti, è lì ad un passo… ma con questo Catanzaro si può stare tranquilli. Calma e gesso dunque , le Aquile ci sono e sono determinate più che mai ad arrivare fino in fondo… Forza Gloriose Aquile Giallorosse. Avanti così Catanzaro!
Giuseppe Mangialavori