“Relativamente all’integrazione tra gli ospedali catanzaresi Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, pur non entrando nel merito della proposta (se vi sia o meno una reale convenienza per la collettività o se non sia magari un elegante colpo di spugna rispetto al nuovo ospedale di cui non si parla più), riteniamo utile offrire una breve riflessione sulle modalità con le quali la vicenda si sta portando avanti”.
È quanto afferma il movimento Catanzaro nel cuore.
“Ci riferiamo in modo particolare alla notizia, appena diffusa, secondo cui il Commissario ad acta Massimo Scura ha stabilito di istituire un tavolo paritetico tra l’Università di Catanzaro e la Regione Calabria al fine di condividere i passaggi, le proposte, le idee e i meccanismi che dovranno regolare la fusione, in un’unica azienda, dei presidi ospedalieri che insistono nel capoluogo.
Quello che ci ha colpito di questo tavolo paritetico tra l’Ateneo e la Regione è però il fatto che tanto paritetico il tavolo non appare! Infatti, leggendo la composizione dei soggetti che dovranno partecipare a tale importante confronto da cui scaturirà il futuro della sanità catanzarese, e non solo, registriamo una composizione che a noi appare alquanto asimmetrica: accanto al Commissario ad acta ed al suo vice, si confronteranno il direttore generale del dipartimento Salute dell’ente regionale e, per le parti direttamente coinvolte nell’operazione, il vertice del Pugliese-Ciaccio, dottor Domenico Pingitore, e il Rettore dell’Università Magna Graecia, Aldo Quattrone; quest’ultimo, però, porterà con sé quattro collaboratori dell’Ateneo a sua scelta.
Dunque, volendo fare un banale calcolo aritmetico l’azienda Mater Domini batte l’azienda ospedaliera del Pugliese per cinque a uno. Qual è la ragione di tale squilibrio?
Non sarebbe più corretto che i soggetti direttamente interessati dalla fusione aziendale partecipassero a questo tavolo in modo paritario? La nostra domanda nasce dalla considerazione che un progetto così importante e delicato, qual è l’integrazione dei presidi ospedalieri in un unico soggetto, non può prescindere dalla possibilità, per ogni parte interessata, di esprimere valutazioni da portare sul tavolo della discussione, pena un evidente squilibrio nella opportunità di far valere ragioni e proposte.
Non dimentichiamolo mai: l’ambito sanitario è troppo importante per la collettività per poterci permettere il lusso di esibire proposte, le quali, qualunque esse siano, partano già con un’anomalia procedurale. Nella fattispecie la scelta è assai strategica e certamente decisiva per il capoluogo di regione e per l’intero territorio calabrese: perciò sarebbe opportuno analizzare questa proposta di integrazione ospedaliera partendo col piede giusto, dando pari dignità ai soggetti coinvolti, analizzando in modo esatto ogni risvolto. Soprattutto per il cittadino utente”.