CATANZARO
(4-5-1)
1) BINDI: E’ quasi inoperoso per tutta la durata della gara, solo qualche buona uscita in presa alta ed un tiro sventato di Miccoli. In alcune rimesse, però, se vuole rilanciare subito l’azione deve usare le mani e non i piedi VOTO 6
2) CATACCHINI: Primo tempo in costante fase difensiva, preoccupato per le avanzate di Doumbia. Non commette particolari errori ma mancano completamente la fase di possesso e la dinamica di palleggio VOTO 5.5
3) DI CHIARA: Timido, dalle sue parti c’è Ferreira Pinto che tuttavia è molto statico e non crea particolari problemi, ma Di Chiara non affonda. Qualche imprecisione negli appoggi semplici. Leggermente meglio nel secondo tempo ma deve fare molto di più VOTO 5.5
4) VITIELLO: Comincia a macinare chilometri in mezzo al campo e catturare qualche pallone interessante. Il centrocampo del Lecce non sembra metterlo in particolare difficoltà, poi via via si spegne. Il secondo tempo lo vede soffrire tanto specie nei primi venti minuti quando la sua fase di interdizione risulta più blanda VOTO 6
5) RIGIONE: Impeccabile come sempre, non commette errori sia in fase di disimpegno che in quella di impostazione, dalle sue parti gira Miccoli ma lui non soffre più di tanto. Comunque è tutto il Lecce che appare sterile VOTO 6.5
6) FERRARO: Quando si tratta di chiudere lo spazio, di accorciare sull’uomo, è insuperabile, anche nei contrasti risulta spesso vincente, ma deve scegliere meglio le soluzioni di palleggio perché talvolta alza troppo la palla preferendo questa giocata a quella più semplice di sviluppo basso VOTO 6
7) MARCHI: Tanta corsa, buon equilibrio tra le due fasi, discreta posizione e senso tattico, ma poco sviluppo e poca qualità sul gioco offensivo. Non è mai pericoloso ed i suoi inserimenti sono quasi sempre per rincorrere palloni lunghi difficilmente catturabili. Si fa ammonire per un brutto fallo al limite del cartellino rosso VOTO 5.5
8) BENEDETTI: Ragiona e corre tanto ma sempre col solito difetto: un tocco in più al pallone. Lo sviluppo della manovra del Catanzaro passa dai suoi piedi. Più che sufficiente primo tempo cui fa seguito una ripresa leggermente meno intensa sulle dinamiche e sviluppi di gioco VOTO 6
9) FIORETTI: Completamente isolato al centro dell’attacco del Catanzaro e preso nella tenaglia dei due difensori leccesi. Nessuno lo serve fronte alla porta, nessuno che scambia breve, Russotto che ha compiti rigidi di stare larghissimo sul lato e Marchi che non converge mai per l’uno-due. La partita di Fioretti diventa difficile e complicata, prova qua e là qualche spunto senza successo dimostrando talvolta imprecisione. Viene sostituito ma sia la situazione di gioco (superiorità numerica) che i subentrati danno torto a Brevi VOTO 5.5
10) RUSSOTTO: Unico elemento in grado di dare imprevedibilità all’azione offensiva. Prende un palo con una splendida girata per il resto ci prova ma senza molta fortuna. Inspiegabile, inutile ed ora completamente nociva alla manovra del Catanzaro la sua posizione di quinto esterno di centrocampo VOTO 6
11) VACCA: Non ha condizione fisica e lo si vede lontano un chilometro, ma dobbiamo chiarire le cose fin dall’inizio:Vacca è l’elemento di qualità del centrocampo, ma deve prendere lui la prima palla, deve sentirsi il leader, deve iniziare e sviluppare ogni dinamica di gioco, esattamente come ha sempre fatto, esattamente come faceva a Benevento. Con l’innesto di Vacca il centrocampo del Catanzaro deve trovare assolutamente la sua definitiva fisionomia altrimenti è un acquisto che non serve e fa solo confusione. Ovviamente a questo ci deve pensare il mister. La partita di oggi è molto timida, qualcosina di buono, ma troppo poco per la sua precaria condizione fisica VOTO 5.5
18) GERMINALE: Entra e subito si fa sentire, prende ammonizione e subisce un fallo che lascia in dieci il Lecce. Per il resto un colpo di testa alto VOTO 6
17) TORTOLANO: Spreca due buone occasioni con soluzioni sbagliate, vuole solo l’iniziativa personale e si innervosisce VOTO 5.5
16) MADONIA: Una vita a giocare a sinistra, oggi a destra SENZA VOTO
MISTER BREVI: Presenta una squadra in campo con un modulo blindato. Quattro difensori, cinque centrocampisti ed il solo Fioretti in avanti. La partita è ovviamente bloccata. Il Lecce che (comunque) non ha una grande rapidità nel palleggio trova un muro invalicabile, non ci sono spazi, non c’è un buco nella retroguardia giallorossa. Bindi è spettatore non pagante. Il Catanzaro non rischia nulla. Ma quando si gioca, la palla non ce l’ha sempre l’avversario e, specie nelle partite casalinghe, devi proporre qualcosa. Il Catanzaro, oggi, in fase di possesso non ha una idea ben precisa, non ha indicazioni di sviluppo, non ha responsabilità nei singoli. La manovra deve avere un inizio, uno sviluppo ed una soluzione. Nel Catanzaro non si sa chi inizia, dove si sviluppa, quale sia la soluzione per la finalizzazione. Generalmente l’inizio è in mezzo al campo (o dietro se hai difensori centrali con i piedi buoni) con il giocatore di più qualità (in questo caso Vacca), lo sviluppo passa per linee centrali o esterne, con imprescindibili movimenti senza palla, al fine di mettere nelle condizioni di ricevere palla sui piedi o sulla corsa (in questo caso i vari Benedetti-Vitiello-Marchi-Russotto).
La soluzione deve sposarsi con due requisiti: a) deve essere la migliore (eliminando ad esempio quella forzata con il giocatore di spalle o quella alta più difficile da controllare); b) deve essere orientata verso la finalizzazione (cioè fare gol). Fino a quando il Catanzaro non aveva il terzino sinistro, il centrale di qualità a centrocampo e l’esterno capace di fare gol, si poteva dire che Brevi faceva quello che poteva con il materiale a sua disposizione. Ma ora, con tre giocatori di assoluto valore come Di Chiara, Vacca e Madonia (basta vedere il loro curriculum in squadre importanti con un gioco importante), il Catanzaro non può non avere una idea di gioco. Ovviamente il compito è del mister. Ma attenzione: non è un problema di essere più o meno offensivi, di osare di più, tanto per intenderci. A Brevi (l’allenatore più capace degli ultimi tre anni) va indiscutibilmente ogni e più illimitato merito per essere arrivato in questa posizione di classifica, con la migliore difesa del campionato in presenza di poca qualità in organico. Ma ora si chiede un gioco capace di divertire il pubblico e di vincere le partite senza affidarsi alla giocata individuale di Russotto.
Ultime tre notazioni. Forse Fioretti poteva rimanere in campo dopo aver visto l’imprecisione di Tortolano; la squadra non è apparsa brillantissima a livello fisico; sul piano tattico non c’è molto da arrovellarsi: bastava per esempio affiancare Russotto uno su uno con Fioretti, con i quattro a centrocampo, per avere qualche minima pericolosità in più al cospetto di un Lecce lentissimo e deludente sotto ogni punto di vista, con Madonia inspiegabilmente a destra quando ha giocato una vita a sinistra. VOTO 5
LECCE
(4-2-3-1)
1) PERUCCHINI: Inoperoso come Bindi, viene salvato dal palo e para un tiro semplice VOTO 6
2) D’AMBROSIO: Lento negli inserimenti, fa solo fase difensiva, cercando di sbagliare il meno possibile VOTO 6
3) LOPEZ: Viene graziato dall’arbitro nel primo tempo, evitando il cartellino rosso. Per il resto partita di quantità senza grandi acuti VOTO 6
4) PAPINI: Lento come tutta la costruzione del gioco del Lecce, si fa espellere nel secondo tempo VOTO 5
5) DINIZ: Impreciso di testa e di piede, non offre grande sicurezza al reparto difensivo VOTO 5.5
6) ABBRUZZESE: Partita di grande esperienza, commette pochi errori dimostrando di essere ancora valido VOTO 6
7) FERREIRA PINTO: Statico e senza idee, anche nel palleggio spesso impreciso, partita da dimenticare VOTO 5
8) AMODIO: Non fa girare la palla, è spesso fuori posizione con Papini, la manovra del Lecce ne risente e non è neppure molto preciso negli appoggi VOTO 5
9) BOGLIACINO: Qualche spunto per dimostrare che ancora può essere utile, ma troppo poco per impensierire la granitica difesa del Catanzaro VOTO 5.5
10) MICCOLI: Pochissimi palloni giocati, solo un tiro in porta, poco servito, spesso fuori dalla ripartenze del Lecce, lento VOTO 5
11) DOUMBIA: E’ l’unico che cerca l’uno-due con i compagni ma senza molta efficacia, si muove bene e sembra il più tonico dei suoi VOTO 6
18) ZIGONI: SENZA VOTO
14) DE ROSE: SENZA VOTO
16) BERETTA: SENZA VOTO
MISTER LERDA: Squadra lentissima, con poca qualità in mezzo al campo, priva di offensività nel tridente d’attacco. Forse i migliori stavano tutti in panchina (De Rose, Zigoni e Barraco) ma al Ceravolo non si è vista una formazione di grande spessore. Il mezzo voto in più rispetto a Brevi è perché ha portato via un punto fuori casa VOTO 5
ARBITRO SIG. RAPUANO di Rimini: Lo si era visto già l’anno scorso al Ceravolo: è un arbitro che sente di arbitrare una partita di cartello nel grande stadio ed allora vuole sentirsi importante. Manda fuori tutta la panchina del Catanzaro e dirige con interventi molto discutibili. Al di là degli errori o delle sviste, quello che dispiace sono le sue decisioni che denotano la voglia essere al centro dell’attenzione VOTO 4.5
Paolo Carnuccio