Sarà possibile ammirare le bellezze paesaggistiche della città di Catanzaro attraverso grandi binocoli posizionati strategicamente sulla terrazza del San Giovanni e sulla balconata di Bellavista.
E’ questa la nuova interessante iniziativa promossa dall’Assessorato al Turismo del Comune di Catanzaro, guidato da Roberto Talarico. Grazie a questi sofisticati strumenti cittadini e turisti potranno apprezzare i paesaggi naturali che circondano da sempre la città. Non tutti sanno che il panorama catanzarese era nel XVII secolo una meta prediletta dai ricchi giovani aristocratici britannici che partivano da soli alla scoperta dell’Europa. Il Grand Tour, il lungo viaggio nell’Europa continentale che prevedeva una tappa nel meridione d’Italia e precisamente in Calabria, perché forte era il richiamo della natura incontaminata che si svelava nel suo intero splendore agli occhi increduli del viaggiatore. Durante questi viaggi molti scrittori, artisti e viaggiatori furono “rapiti” dalle vedute di Catanzaro tanto da chiamarla “la regina dei panorami”.
Grazie alla posa in opera di questi cannocchiali di ultima generazione si vogliono esaltare le peculiarità di Catanzaro. Un motivo di vanto, quindi, per la città Capoluogo. Dal complesso monumentale del San Giovanni si possono ammirare i due mari; lo Jonio è ben visibile sempre, racchiuso nella grande curva del Golfo di Squillace, mentre il Tirreno con il bellissimo Golfo di S. Eufemia, distante così pochi chilometri, che fanno della Stretta di Catanzaro il punto più stretto d’Italia, è possibile osservarlo in particolari giornate, quando il cielo è terso. Un percorso visivo, che va, quindi, a incastrarsi in quel “puzzle” promozionale a cui sta puntando l’Assessorato al Turismo. Un lembo di terra unico, uno dei pochi posti al mondo dov’è possibile guardare l’alba (dallo Jonio) e il tramonto (dal Tirreno). I due Golfi che sarà possibile ammirare, sono la terra che per prima diede il nome all’Italia tanto da essere ricordati da Antioco di Siracusa nel V secolo a. C. che così scriveva:
“L’intiera terra fra i due golfi di mari,
il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace],
fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio,
che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza.
Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo
questa terra Italia. E quando Italo si fu impadronito
di questa terra dell’istmo, ed aveva molte genti
che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti
e pose sotto la sua dominazione molte città”.
Da oggi, quindi, grazie a questi sofisticati strumenti, sarà possibile contemplare ancora queste bellezze naturali che si sono arricchite di componenti architettoniche singolari, ma che, ugualmente, riescono a catturare lo sguardo attento dell’osservatore proiettandolo verso l’orizzonte, lungo quella linea sottile che separa la terra dal mare.