CATANZARO. Il 2003 volge al termine per le squadre calabresi di serie C1, un anno ricco di delusioni, ma anche di soddisfazione in una altalena di emozioni che ha coinvolto tanto il Catanzaro quanto il Crotone. Partiamo dalla squadra giallorossa attualmente terza forza del girone B della C1. Il 2003 inizia con Ferrigno e company che prendono parte allâennesimo campionato di C2, ma la squadra della città capoluogo di regione è quella che maggiormente vedrà cambiare il corso della sua storia nellâanno che sta per concludersi. Eâ solo lo scorso gennaio quando le Aquile, con alla presidenza Mancuso, rischiano il fallimento con una squadra allo sbando e senza stipendi ed una ricapitalizzazione da effettuare subito per non scomparire. Giorni frenetici con trattative per la cessione della società e con lâarrivo, dallâEmilia, di imprenditori pronti a rilevare il pacchetto azionario di maggioranza vista lâindisponibilità della famiglia Mancuso a volere continuare a guidare le sorti del sodalizio cittadino. Una trattativa lunga ed estenuante per sapere, alla fine, che i cosiddetti imprenditori non calabresi mai avrebbero potuto garantire un futuro degno di tale nome alla squadra allenata, allora, da Dellisanti. Ma proprio nel momento più buio della lunga e gloriosa storia del calcio catanzarese ecco spuntare la soluzione che, poi, si sarebbe rivelata la panacea di tutti i mali. Il duo Parente-Poggi, infatti, decide di entrare in gioco e di accollarsi la responsabilità di guidare un Catanzaro in piena crisi tecnica e di nervi. La prima cosa che i nuovi vertici societari fanno è quella di portare serenità in un ambiente oramai in fibrillazione, quindi si comincia con unâopera lucida e certosina di ricostruzione la dove tutto sembra andare a rotoli. Ed ecco la prima mossa vincente: il ritorno nella città dei tre colli di Gianni Improta, indimenticato calciatore giallorosso prima, e ottimo manager del calcio poi. Quindi si porta a soluzione la questione stipendi restituendo dignità ad un gruppo di calciatori che fino a quel momento hanno navigato a vista per via della totale assenza di un punto di riferimento certo. Lentamente, ma con intelligenza, si ricostruisce un assetto societario degno di tal nome ed i risultati sono quasi subito evidenti. La squadra riprende a macinare gioco, il pubblico si riavvicina a Gentili e compagni ed i risultati cominciano ad essere quelli da tutti sperati. Il raggiungimento dei play-off è solo la logica conseguenza di quanto seminato e la finale contro lâAcireale, poi persa al Ceravolo, è il giusto premio per una squadra ed una città che si sta riappropriando della storia. Dimenticata subito la sconfitta e lâennesima debacle nello spareggio promozione Parente e Poggi si mettono al lavoro per costruire una squadra in grado di lottare per la promozione in C2. Viene ingaggiato Corona, viene chiamato alla guida tecnica un’altra vecchia gloria del Catanzaro: Braglia. Intanto la società non nasconde, per via del âcaso Cataniaâ, la speranza di essere ripescata in C1, anche perché nel frattempo si abbatte una vera e propria bufera giudiziaria sul Cosenza 1914. Bisogna arrivare alla fine di agosto quando, nel giro pochi giorni, il cammino delle Aquile cambia decisamente rotta. Il Cosenza viene cancellato dalla mappa calcistica nazionale, ed a quel punto, grazie al risanamento economico operato dalla società , è proprio il Catanzaro ad essere in pole position per il ripescaggio. La città impazzisce di gioia: è di nuovo C1 dopo 12 anni di inferno nella categoria superiore. Il resto è storia di oggi. Quella squadra costruita per vincere in C2 si dimostra assolutamente forte anche in C1. Braglia riesce a costruire un gruppo forte e competitivo. Corona è la sua punta di diamante, ma è tutta la ârosaâ a dare segnali importanti. Il pubblico, inutile dirlo, si riaccende di entusiasmo e passione mentre la società continua a tessere la sua ragnatela di contatti. Si stringono ottimi rapporti con tutti e si lavora per regalare alla città un nuovo stadio che dovrà sorgere sulle ceneri del vecchio, ma glorioso Militare, ed un centro sportivo. Oggi il Catanzaro è terzo con 30 punti allâattivo a soli tre lunghezze dalla capolista Acireale ed il futuro sembra davvero più roseo di quanto non si potesseo immaginare solo qualche mese fa. Dal Catanzaro al Crotone. La squadra rossoblu ha attraversato momenti alterni. Nellâanno che sta per concludersi, infatti, il sodalizio calabrese guidato dai fratelli Vrenna ha subito la delusione del mancato raggiungimento dei play-off. Nello scorso campionato, dopo avere allestito una formazione molto forte affidata alla guida tecnica di Auteri e dopo una partenza l fulmicotone, Juric e compagni riescono, poi, a perdersi per strada al punto da concludere il torneo in una posizione di classifica assolutamente anonima e con il pubblico fortemente critico verso la società . I Vrenna, allora decidono di lasciare, ma di fronte allâimpossibilità di trovare acquirenti, devono fare marcia indietro, ricaricare le batterie e ripartire per unâaltra avventura alla guida del Crotone. Si punta sui giovani, mentre si trattengono i calciatori più importanti della stagione precedente. Alla guida tecnica viene chiamato un allenatore inesperto, ma di belle speranze: Gasperini. Lâinizio illude tutti, ma dopo tre vittorie consecutive arrivano le prime difficoltà ,. Oggi il Crotone pare abbia ripreso la sua marcia. Attualmente i rossoblu sono quinti con 27 punti, mentre si aspetta il mercato di gennaio per rinforzare un organico comunque buono. Lâauspicio, naturalmente, è che il prossimo anno per Catanzaro e Crotone sia foriero di grandi soddisfazioni, così come le due città meritano. Lâaugurio migliore è che a giugno, al termine di questa avventura, giallorossi e rossoblu possano essere promosse in B per gridare forte che la Calabria calcistica câè ed è una splendida realtà .
A.N.