Premessa
Cominciamo con il condannare e stigmatizzare le violenze di ogni colore.
Partita a serio rischio, da una parte la tifoseria giallorossa sul piede di guerra per i risultati delle Aquile, dall’altra la rivalità crotonese, aggiungiamo la gara in notturna ed un impianto inadeguato e poco sicuro.
I fatti
Il buio fa brutti scherzi ed un gruppo di crotonesi sbaglia strada, il caso li porta nei pressi dell’Ospedale Pugliese ( a pochi passi dalla Capraro), sciarpe al collo, nelle loro auto, si dirigono verso lo stadio, nasce qualche sfottò e la via delle mani è breve.
Bilancio finale: sette feriti.
Non finisce qui, sono diversi i sostenitori che sbagliano strada, alcuni sono individuati nella zona della piscina di Pontepiccolo, qui lasciate le auto si dirigono con sciarpe e striscioni verso lo stadio, i tifosi individuati dalle forze dell’ordine vengono scortati sino alla Mammì.
La gara scorre tra sfottò e qualche razzo lanciato dal settore ospite.
Qualche momento di tensione si vive nella zona di Siano, nei pressi dello Chalet, qui un pullman di ospiti si ferma e cerca il contatto con i tifosi giallorossi presenti. Anche in questa occasione il pronto intervento della polizia evita il degenerare della situazione.
La notte prosegue tra il suono delle sirene e la corsa verso Crotone.
La riflessione
La distanza tra le due cittadine è di settantasette kilometri, perchè la rivalità è tantissima?
Sicuramente quello che è accaduto oggi deve farci riflettere.
Com’è possibile un odio etnico di tali proporzioni? Da quali radici nasce? Che fine ha fatto il sano campanile?
Cosa possiamo fare per fermare queste cose? Ci pensate: da quando Crotone è divenuta provincia è come se si fosse affrancata da un giogo coloniale. Cosa le veniva negato? Cosa ha ottenuto in più?
Tutte queste domande prive di retorica devono solo farci pensare, felici per i tre punti, ma tristi per quello che è successo