La cura Grassadonia inizia a dare i suoi frutti, le aquile vincono e convincono dominando il Catania nella zona nevralgica del campo dove Maita Casoli e Tascone dettano i ritmi di una manovra lucida e ragionata, capace di svilupparsi verticalmente in rapide e pericolose progressioni.
Il big match della quindicesima giornata mette a nudo tutte le difficoltà della squadra siciliana che pur disponendo di un organico importante sembra scendere in campo in tono dimesso, perdendosi in azioni confusionarie e subendo una delle sconfitte più pesanti degli ultimi tempi.
Padroni del campo
La sfida fra Catanzaro e Catania era da considerarsi un vero crocevia per le residue speranze di entrambe le squadre di agganciare le zone alte della classifica. Se i giallorossi sembrano aver trovato la via smarrita, per i rosa-azzurri dobbiamo invece parlare di crisi profonda.
Mister Grassadonia ha mandato in campo l’undici più atteso con il nuovo 3-5-2 che garantisce solidità a centrocampo e un certo dinamismo in attacco. DiGennaro in porta, Pinna Martinelli e Celiento in difesa, Favalli Casoli Maita Tascone e Statella a centrocampo, Kanoutè e Nnicastro in avanti.
Lucarelli un po’ a sorpresa ha schierato i suoi con un improbabile 3-4-3 che vedeva l’ex Furlan in porta (fischiatissimo per aver scelto la piazza siciliana quando ancora era un calciatore del Catanzaro), Silvestri Biagianti ed Esposito in difesa, Pinto Rizzo Bucolo e Biondi a centrocampo, Mazzarani Dipiazza e Dimolfetta in attacco.
Nonostante una difesa tutto sommato ordinata, il Catania ha letteralmente regalato il centrocampo al Catanzaro che ha avuto molta più libertà di manovra di quanto fosse lecito attendersi.
Complice la totale assenza di pressing con la posizione molto defilata degli esterni Mazzarani e DiMolfetta, i giallorossi hanno avuto gioco facile dettando i tempi e i ritmi della manovra. Nella prima frazione di gioco Furlan ha corso soltanto due seri rischi, ma la supremazia dei padroni di casa è parsa in tutta la sua evidenza.
Uno dei principali errori della squadra siciliana è stato quello di concedere spazio e metri di campo a un talento come Maita, che non avendo il problema della marcatura è riuscito con estrema semplicità a smistare un’infinità di palloni in favore dei compagni, sempre pronti a inserirsi sulle due verticali.
La scarsa opposizione di Biondi ha consentito a Favalli di proporsi a più riprese sulla corsia sinistra confezionando discrete geometrie con Casoli e Kanoutè. Quest’ultimo come al solito ha macinato moltissimi chilometri portando a spasso Biagianti e aprendo la linea di difesa avversaria.
Proprio il dinamismo di Kanoutè, con i ripetuti affondi di Casoli e Tascone, ha costretto Rizzo e Bucolo a schiacciarsi dietro abbassando il baricentro e finendo per fare la necessaria interdizione quasi a ridosso dell’area di rigore.
Insomma un vero harakiri tattico per mister Lucarelli che ha pagato carissimo la scelta di schierare DiMolfetta avanti anziché rinforzare la propria mediana.
Le difficoltà tattiche hanno fatto perdere lucidità a Bucolo che prima si è beccato il giallo per aver innescato una sterile polemica con Kanoutè (anche lui ammonito per par condicio) e poi ha lasciato i suoi compagni in dieci per un presunto fallo su Maita lanciato in ripartenza.
Gol e vittoria
Non è dato sapere quale strategia avesse in mente Lucarelli, ma la difesa tutto sommato ordinata della prima frazione di gioco è letteralmente collassata nel secondo tempo, che gli ospiti hanno giocato in inferiorità numerica e senza mai riuscire a scalfire la retroguardia giallorossa.
Il tecnico dei siciliani ha iniziato la ripresa con Llama al posto di DiMolfetta e dopo pochi minuti è stato costretto a mandare in campo Marchese al posto dell’infortunato Pinto. Il 4-3-2 ha resistito poco.
Il Catanzaro è sceso in campo con la giusta determinazione e ha iniziato a premere sull’acceleratore finché al 10° è arrivato il gol di Celiento che ha deviato in porta un cross teso di Tascone.
Proprio il difensore giallorosso pochi minuti più tardi scenderà verticalmente fornendo un assist al bacio per Kanoutè e Tascone. I due giallorossi superano la mal posizionata linea difensiva etnea e si ritrovano a tu per tu con Furlan, per Tascone è un gioco da ragazzi confezionare il due a zero.
Uno dei punti di forza dei giallorossi è la verticale sinistra dove Favalli sembra non avere avversari, Lucarelli allora cerca di rimediare mandando in campo Barisic al posto di Biagianti, ma è troppo tardi. Il Catania ha accusato il colpo e non riesce a trovare lucidità nella manovra.
DiPiazza predica nel deserto e Mazzarani corre a vuoto, i reparti sono sfilacciati e le idee farraginose mentre quelli in maglia rossa chiudono gli spazi e aprono il gioco trovandosi a meraviglia.
Il tracollo dei siciliani arriva nel finale quando Fischnaller colpisce il palo, la palla carambola al centro dell’area e per Nicastro si tratta di un facilissimo rigore in movimento a porta vuota. E’ il definitivo tre a zero.
Per il Catania è crisi profonda, per il Catanzaro si tratta dell’alba di un nuovo inizio che ancora stenta a farsi strada fra le aspettative tradite della tifoseria giallorossa.