Trecento fantastici tifosi biancorossi insieme ai fratelli giallorossi: il tempo non scalfisce la stima e l’affetto
Un ottimo Caputo lancia il Catanzaro in vista del derby.
di Giuseppe Mangialavori
Due partite casalinghe, quattro punti conquistati. Buono il bottino ottenuto dagli uomini di Provenza, anche in vista del prosieguo di un campionato dove nulla è dato per scontato. La festa dello Sport celebratasi ieri al Nicola Ceravolo, rievoca tempi passati in cui la Tifoseria Giallorossa e quella Barlettana lottavano per ben altri traguardi. In particolare nessuno può dimenticare l’accoglienza del Popolo biancorosso al “Puttilli” nel campionato in cui la Lazio di mister Fascetti scippò la promozione in “A” alle Aquile di Guerini (1988). Qualcosa di più che un gemellaggio. Ben ventiquattro anni di stand by. Il primo incontro vide l’esordio da Presidente di un certo…Pino Albano. Ieri uno striscione esposto al Ceravolo dai fantastici Tifosi biancorossi recitava: “Il rispetto non ha tempo”. Sottoscriviamo in toto. Il tempo si inchina ai sentimenti genuini e positivi.
Il Catanzaro visto ieri ha avuto il merito di sbloccare sin da subito il risultato con un uno-due firmato Caputo. Il fantasista (tuttofare) ha disputato un’ottima gara confermando di essere decisivo. In appena diciotto minuti ha siglato un’importante doppietta, ma si è reso utile anche durante tutto il match con preziosi suggerimenti a favore dei compagni di reparto. Prima di lui, Mancinelli (ottima la sua prestazione) si rifaceva dell’indecisione di domenica scorsa, e al nono minuto si produceva in un intervento che valeva un gol. Dopo appena tre minuti lo stesso addirittura suggeriva a Caputo l’assist dell’1-0. Insomma una gara diligente con un buon Barletta che al trentesimo della ripresa ha cercato di riaprire le speranze di portare a casa un risultato utile grazie a Nicolas Laviano. Forcing conclusivo degli uomini di mister Sanderra, ma il risultato finale ha dato ragione a Mancinelli & C.
E domenica prossima ehm, pardon, lunedì 8 dicembre arriva il derby con il Cosenza di mister Toscano. La Lega Calcio ha fatto sapere agli interessati che i punti conferiti all’eventuale vincitore saranno soltanto tre e non sei! Scherzi a parte, tutti sanno che sarà vietata la trasferta ai supporters giallorossi, così come accadrà nella gara di ritorno per i tifosi rossoblu… una sconfitta per tutta la Calabria stupidamente divisa non da sane rivalità, ma da odio fine a se stesso.
La cosa più grave è che per una partita di calcio che ritorna dopo tanti anni, coloro che avrebbero dovuto gettare acqua sul fuoco, hanno dimostrato una demenza tale da fare invidia agli esseri acefali. Anni durante i quali le due città hanno assistito entrambe al fallimento dei rispettivi sodalizi. Forse sarebbe stato eccessivo chiedere un comportamento come quello visto ieri al Ceravolo. Forse si, ma sarebbe stato possibile assistere ad un derby, oltre che sul rettangolo verde, anche sugli spalti. Ma dopo tutto, alla fine (ma proprio “alla fine”), vuol dire che ahinoi meritiamo questo. A tal punto si deve dare atto a Giuseppe Soluri di avere tentato qualcosa che avrebbe avuto il peso del miracolo, ed infatti… così non è stato.
Ci si augura si possa assistere ad una gara quantomeno corretta anche da parte dei colleghi del Sig. Citro di Battipaglia che ieri ha ammonito Berardi con un fare che sa più di dolo che di colpa. Ma il Catanzaro che tutti conoscono non può temere l’assenza del pur bravo centrocampista barese. Lo stesso atleta ieri, corrucciato all’inverosimile per l’ammonizione (bisogna comprenderlo), ha esternato tutto il disappunto partecipando solo in parte al saluto finale della squadra allo stupendo pubblico presente.
Dicevamo in apertura che il tempo si inchina ai sentimenti genuini e positivi, ma purtroppo può produrre ruggine per quelli negativi e depositari dell’odio. Un’occasione è stata malamente persa per fare vincere la Calabria agli occhi del mondo pallonaro (e non solo). L’augurio è che gli uomini che lunedì prossimo scenderanno in campo, diano una lezione di civiltà soprattutto a coloro i quali sbandierano quest’ultima solo a parole, ma nei fatti possiedono più facce di quelle di una moneta.
Giuseppe Mangialavori
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