CATANZARO-BARI 2-1:La cronaca.

Corona, Carbone e il pubblico fanno volare le Aquile

CATANZARO- Un trionfo! Dopo novanta minuti di vera e propria battaglia il Catanzaro riesce a spuntarla su un Bari agguerrito e mai domo, che più volte ha messo in difficoltà Briano e compagni, soprattutto nella seconda metà della prima frazione di gioco, ma che si è dovuto arrendere alle maggiori individualità dei padroni di casa.
Un gol di rapina (il primo nella cadetteria) di “Re” Giorgio Corona ed una perla del “sempreverde” Carbone, intervallati da un rigore di Carrus, hanno deciso una partita a dir la verità non poco piacevole, caratterizzata da poche occasioni da gol e ravvivata solo nel finale, quando i “galletti” di mister Carboni hanno cercato disperatamente di riequilibrare le sorti dell’incontro.
Straordinari come sempre i tifosi giallorossi, presenti in più di diecimila sugli spalti del vecchio “Militare” che, con il loro sostegno, hanno portato la loro squadra alla vittoria. Una vittoria importantissima, che permette alle Aquile di partire col piede giusto e di guardare con fiducia e ottimismo al futuro, in attesa che l’assurda sentenza della Commissione Disciplinare di togliere al Catanzaro cinque punti venga cancellata (o quantomeno alleggerita) dalla Corte d’Appello Federale.
La partita. Braglia, che deve fare i conti con le defezioni di Zattarin e Monaco e con l’assenza dell’ultimo acquisto Leon, decide di non rischiare Vicari, ancora non al meglio della condizione e al suo posto inserisce Caterino. Ascoli vince il ballottaggio con Bonomi e si piazza al centro della difesa.
Il primo sussulto del match è di marca barese, al 3’ con un perfetto schema su punizione che vede la palla finire sui piedi di Anaclerio a tu per tu con Lafuenti, con il portierone giallorosso che respinge di piede in corner. Al 9’ Corona dribbla due avversari e viene vistosamente strattonato in area di rigore. L’arbitro sorvola. Al 14’ esplode il “Ceravolo”: Briano lancia perfettamente Corona che, favorito da un rimpallo supera Gillet ed infila a porta sguarnita. La reazione di Pagana e compagni non si fa attendere, con gli stessi che chiudono i padroni di casa nella propria metà campo: al 16’ ancora Lafuenti dice di no ad Anaclerio con un prodigioso intervento. Al 31’ Sibilano sfiora la traversa. Così al 38’ arriva il pari pugliese: Ascoli atterra in area un avversario e il signor Tagliavento se ne avvede: rigore che Carrus trasforma spiazzando Lafuenti. Braglia corre ai ripari e getta nella mischia Alfieri al posto di Campolo. Dopo il gol i giallossi sembrano più vivi e si rendono pericolosi al 44’ quando Gillet respinge di pugno un tiro al volo di Briano e al 46’, quando una pericolosa mischia in area biancorossa si risolve con un nulla di fatto.
Nella ripresa inizio in sordina per le Aquile, incapaci di impostare la manovra e con Corona lasciato troppo solo in avanti. Al 53’ il pimpante Caterino manda a lato. Al 61’ Lafuenti è vigile su un tiro di Bellavista. La partita poi perde d’intensità, con Braglia che inserisce nuova linfa al centrocampo inserendo De Simone al posto di uno stanco Morello. Ma all’81’, proprio in uno dei momenti migliori dei “galletti”, arriva il nuovo vantaggio delle Aquile: Alfieri, in contropiede, imbecca Corona che fa fuori due avversari e cede la palla a Carbone che, con una mezza girata fa venire di nuovo giù il “Ceravolo”. E sulle ali dell’entusiasmo, sostenuti incessantemente dal pubblico di casa, i giallorossi sfiorano il colpo del k.o. con Caterino e difendono con le unghie e con i denti il vantaggio fino al fischio finale del signor Tagliavento.

Pier Santo Gallo

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