Continuiamo nella nostra serie di calcio eroico.
Nicolini e Mazzone
C’è un comun denominatore tra le due società sportive, Bianconeri e Giallorossi hanno avuto gli stessi obiettivi e le stesse passioni vissute da un giocatore e da un allenatore comune, Enrico Nicolini, e Carletto Mazzone, entrambi hanno militato con le due società, rendendo indelebili alcuni momenti sportivi agli appassionati del Picchio e delle Aquile negli anni della serie A.
Era la fine degli anni Settanta ed i primi anni Ottanta, quando entrambe le società avevano come medesimo obiettivo, “la salvezza” nella massima categoria. Avevano la fortuna di avere alle spalle due presidenti diversi nel temperamento, ma uguali nel modo viscerale di amare la città e la propria squadra, Nicola Ceravolo e Costantino Rozzi.
Enrico Nicolini racconta al nostro Davide Pane il suo Catanzaro ed il suo Ascoli insieme ai trascorsi con Mazzone, allenatore con cui ha il record assoluto di presenze, ben 196 (il secondo è Moriero con 192 presenze).
“Ho avuto la fortuna di vivere in due città, Catanzaro ed Ascoli, nel momento migliore della loro storia calcistica. Catanzaro continuo a frequentarla, ho la casa e la mia catanzaresità, vi ricordo che sono soveratese per cittadinanza onoraria, mi lega tanto al territorio jonico. Tuttavia, ho vissuto benissimo ad Ascoli e non ti nego che seguo tutte le partite sia dell’Ascoli che del Catanzaro incluse le ultime rispettive contro Spezia e Sudtirol.
Nella mia esperienza ho vissuto il periodo dei due Presidenti, Ceravolo e Rozzi nel momento di massimo splendore per entrambe le squadre. l’Avvocato (Ceravolo n.d.r.) era una persona pacata, di grande cultura, ma di una fermezza unica, e quando c’era da rimbrottare la squadra, lo faceva con serietà ed estrema efficacia. Rozzi al contrario era vulcanico, presente e le sue uscite anche alla Domenica Sportiva erano brillanti e memorabili. Due modi assolutamente diversi di vivere la gestione della società, accomunati dalla stessa capacità manageriale di raggiungere gli obbiettivi prefissati. Due personaggi memorabili a me cari.
Dal punto di vista tecnico ho condiviso con entrambe (Ascoli e Catanzaro n.d.r.) la fortuna di avere Mazzone come allenatore (avuto poi anche a Bologna), sono stato il suo fido scudiero, mi avrebbe portato al Real Madrid se fosse andato li. Io ero il suo giocatore ideale, infaticabile e sempre sull’avversario, le sue prime esperienze da allenatore erano basate sul concetto che le squadre dovevano essere fisiche e combattive, con un aspetto agonistico e di grinta massimale, noi avevamo anche Pierino Braglia in squadra che in questi termini poteva coniugare ottimi piedi e temperamento perfetto per Carletto Mazzone. A Catanzaro ed Ascoli avevamo due squadre da spada più che da fioretto, quando entravamo in campo non dovevamo fare sconti a nessun, nemmeno alla sua amata Roma, dovevamo usare unghie e denti contro tutti. La sua gestione tecnica cambio quando approdò a Brescia dove aveva calciatori tecnicamente molto forti, ed io ero nel suo staff con Menichini, altro ex giallorosso. Li Carletto cambiò modo di giocare. Iniziò a far fare possesso palla, era un uomo intelligente e sapeva adattarsi ai calciatori che aveva a disposizione. Un giorno in allenamento Roby Baggio portò il cane e Carletto iniziò ad urlare perché inseguiva il pallone e voleva addentarlo, “cacciatelo viaaaa, di chi è stò cane” urlava infuriato il mister, poi un compagno gli disse “è di Roby mister”, e lui senza fare una piega urlò “e dateglie da magnà”.
Ho avuto la fortuna di giocare con Massimo Palanca, che giocando con i palloni di oggi, in serie A avrebbe realizzato 20 gol a stagione, lui ovviamente il miglior calciatore con cui ho giocato a Catanzaro, mentre ad Ascoli il migliore tecnicamente era Dirceu, un altro calciatore sopraffino. Guarderò la partita Catanzaro-Ascoli, e mi auguro che sia bella e divertente e che vinca il migliore. Saluto con tanto affetto tutti gli amici di Catanzaro e di Ascoli che leggeranno ed ascolteranno le mie parole. Intervista a cura di Davide Pane
Verso la gara contro il Picchio
Un tranquillo giovedì di allenamenti per la truppa giallorossa. Vivarini ed il suo staff hanno torchiato tutta la rosa a disposizione (tranne il lungodegente Ghion). L’impressione è che i dubbi di formazione verranno sciolti dopo la rifinitura di domani. I temi sul tavolo sono quelli di inizio settimana, Difesa a 3 o 4, sostituzione di Vandeputte e turnover in attacco. Non sono escluse sorprese, l’Ascoli è infatti una squadra fisica ed esperta e servirà il miglior Catanzaro per avere la meglio.
Da Ascoli
Castori in conferenza stampa ha parlato della partita di sabato, per i piceni fuori per infortunio Mendes (autore del goal partita dell’andata), Nestorovsky e Gagliolo. Il tecnico di San Severino Marche ha dichiarato che malgrado gli infortuni non è abituato a fasciarsi la testa e che vuole uscire dal Ceravolo con punti, rappresentando che la sua squadra gode di un’ottima condizione fisica e cresce alla distanza.
In copertina foto Wikipedia il Catanzaro 1978-1979
Redazione 24
Messaggio x vivarini da trasmettere ai calciatori, sabato cacio pugni e fantalati ‘nte mussi a sti tamarroni scarpari e merda ascolani
Caci