CATANZARO â Proseguiti anche ieri i contatti (prevalentemente telefonici) nel tentativo di scremare l’attuale organico per poi rimpolparlo con acquisti mirati. Ma è probabile anche qualche altra forma di trattativa, come lo scambio di giocatori. Il tutto sta avvenendo…. sotto traccia, dopo il battage che si è fatto per qualche trattativa regolarmente saltata, a prescindere da ipotesi di acquisti fantasiose che, oltretutto, non hanno il bene delle giustificazioni tecniche. Intanto è maturata la prima scadenza nel ritiro di San Vito-Chiaravalle, già annunciata dall’allenatore Braglia, ovvero la prima «uscita» del Catanzaro fissata per oggi: prima uscita, si fa per dire, e visto che si tratterà di una partita in famiglia che cade dopo quattro giorni di preparazione. Probabilmente Braglia metterà di fronte due miste, tanto per cominciare a rendersi conto delle attitudini dei giocatori a disposizione, alcuni dei quali a disposizione temporaneamente. Tra quest’ultima non ci sarà Nicola Ascoli, il centrocampista fatto in casa, diventato un veterano della squadra giallorossa nonostante la giovane età . Infatti appena 24 le primavere del prodotto locale, a dire il vero non fortunato pensando alle carriere di alcuni suoi coetanei sicuramente meno dotati di lui. La conferma non lo condiziona: anzi, spera e si propone di disputare un altro buon campionato per continuare a mettersi in evidenza. E, chissà , che l’agognato salto di categoria non lo realizzi con la squadra nella quale è cresciuto calcisticamente. Ascoli confida nelle sue possibilità , ma anche in quelle dei vecchi e nuovi compagni di squadra. Tra quest’ultimi è rimasto già impressionato dalle qualità di Corona, anche dopo averlo visto all’opera come avversario: «à il giocatore che può fare la differenza; il giocatore di cui avremmo avuto bisogno lo scorso anno non già per vincere, ma per stravincere il campionato». Il che ha offerto il destro al giovane-veccio giallorosso per aprire il capitolo dei rimpianti, con una premessa: «Non credo che la mia presenza in campo in quell’allucinante finale del 17 giugno scorso sarebbe servita a sovvertire un andazzo, se posso dirlo, da sballo». Ascoli, infatti, ha dovuto saltare la finale play off per un cartellino giallo di troppo nella precedente partita contro la Nocerina che ha fatto scattare la squalifica. L’assenza ha provocato la sua rivalutazione nell’ambiente dopo che nell’omologa partita di due anni prima contro la Sora è stato elevato a capro espiatorio, a nostro avviso ingiustamente, per un gol incassato: «Roba da lasciarsi alle spalle», ha commentato lui. Intanto in alcune ipotesi, a dire il vero un po’ fantasiose, il nome di Ascoli riaffiora quando si parla di difesa a tre, quella gradita a Braglia, e nel ruolo di centrale; ruolo, in verità , non misconosciuto al giocatore locale. Tanti, infatti, sono i concorrenti, anche nel caso in cui qualcuno tra i difensori dovesse essere ceduto. «à uno schema â ha precisato Ascoli â che ho già giocato nell’anno di Cuttone e nel girone di ritorno. I tre dietro eravamo io, Rino Alfieri e Milone. Comunque personalmente mi adatto a tutto purché, ovviamente, ci sia un posto in squadra anche per me. Naturalmente la mia non è una condizione, ben sapendo che, come tutti gli anni, il posto me lo devo conquistare». Ascoli, giustamente, ha voluto evitare di introdursi in valutazioni complementari sulla caratura della squadra: «à indubbio â si è limitato a dire â che ci siamo potenziati anche qualitativamente con l’arrivo dei vari Corona, Caterino, Giglio e Zappella. Ma mi fermerei qui volendo evitare strombazzature, anche perché il termometro migliore per il valore di qualsiasi squadra è il campionato. Importante è ora prepararsi bene per poi cominciare altrettanto bene le nuove avventure, che, mi auguro, questo sì, sia l’ultima del Catanzaro, nell’ultima serie dei professionisti».
Vito Macrìna