CATANZARO-ANDRIA=1-1
L’ANALISI DI PAOLO CARNUCCIO
La gara disputata al Ceravolo ha offerto alcuni spunti tattici di buon interesse.
Il Catanzaro si disponeva con un ordinato 4-4-2, dove Ferrigno e Merito agivano sulle corsie esterne mentre Berardi e Benincasa avevano il compito di organizzare la manovra.
L’Andria si schierava con un 4-4-1-1, in cui Faieta e Catania coprivano le fasce laterali, Rizzi si metteva tra le linee appena dietro all’unica punta Pasca.
Subito l’iniziativa si spostava verso il Catanzaro che aggrediva bene l’avversario nella metà campo ospite con una buona pressione sul portatore.
L’Andria tentava di opporsi attraverso il meccanismo del fuorigioco che in due occasioni andava bene mentre alla terza complice un bel servizio di Berardi per Sarli consentiva ai giallorossi di portarsi in vantaggio.
Il predominio territoriale del Catanzaro si giustificava attraverso un possesso palla ed un recupero nella zona centrale del campo dove Berardi sovrastava Spinelli e si proponeva anche per la conclusione a rete.
Anche l’azione di Benincasa in superiorità numerica denotava una manovra che passava per linee centrali con i centrocampisti pronti nell’inserimento.
Sugli esterni sia Ferrigno che Merito non davano profondità, non trovavano lo spunto per mettere in difficoltà la difesa pugliese, che tuttavia riusciva a limitare il passivo grazie anche alle belle parate del portiere Romano.
Bueno si rivelava ancora poco lucido nelle conclusioni mentre Sarli giocava di sponda migliorando nei movimenti non solo spalle alla porta.
La difesa del Catanzaro non correva molti pericoli anche se in occasione di alcuni cambi di fronte di Faieta con palla di diagonale Tomi andava in evidente difficoltà.
Nel secondo tempo Dellisanti aggiustava la sua squadra mettendo in pratica dei correttivi molto efficaci.
Spinelli veniva arretrato come centrale difensivo al posto dello spento Carnevali (sostituito), Faieta si metteva nel mezzo a centrocampo con compiti di regia, Rizzi si allargava a sinistra con Siclari e Pasca punte avanzate.
L’Andria ne giovava poiché in mezzo al campo Faieta era ordinato e Spinelli si rivelava molto efficace anche nella posizione di ultimo.
La partita ruotava sull’episodio del rigore e la conseguente espulsione.
Sul risultato di parità il Catanzaro non si disuniva e, a parte qualche pallone giocato con poca lucidità e precisione, non risentiva molto della inferiorità numerica a fronte di una formazione pugliese che per certi tratti dimostrava di voler fare sua l’intera posta in palio.
Con l’uscita di Berardi, però, l’asse centrale del centrocampo del Catanzaro perdeva il suo pezzo in quel momento migliore, e con Ferrigno poco incisivo, e Merito quasi sempre fuori dalle giocate, si notava una leggera sofferenza.
Affiorava qualche momento di nervosismo dovuto anche ad alcune decisioni arbitrali contestate, ma tutto sommato eccetto un bel colpo di testa parato benissimo da Mancinelli, vere e proprie occasioni da gol non se ne vedevano.
La gara scivolava via rapidamente verso un finale in cui con la ristabilita parità numerica era proprio il Catanzaro con Marchano a sfiorare il vantaggio.
In conclusione: la squadra è in progresso psicologico, non appare più depressa, lotta e si impegna su ogni pallone utile, ancora però sono presenti alcune lacune dovute a fattori di recupero della condizione di molti giocatori spesso infortunati (Frisenda, Bueno, Morleo, Coppola, Cavola, Marchano).
Per Ferrigno il discorso sembra più complesso perché corre e mette tanto sacrificio, vuol fare tante o troppe cose, mentre il sistema di gioco di volta in volta utilizzato gli chiede una lucida gestione dei movimenti diversi, con i tre davanti (cosa che lui preferisce vedi Pisa dello scorso anno) lavora prevalentemente in fase di rifinitura offensiva con copertura difensiva alle spalle, mentre da quarto di centrocampo necessita di continui ripiegamenti in zona interne con ricerca della profondità in fase di possesso e maggiore dispendio di energie.
Di Paolo Carnuccio