CATANZARO  E’ il momento di sognare, ora si può. Con una prova di forza, il Catanzaro ha espugnato il “San Francesco” di Nocera. Il gol realizzato da Ferrigno al 17′ consente alla truppa di Dellisanti di accedere alla finale play off. Chi, tra Acireale e Catanzaro, avrà la meglio in 180′ di gioco, vedrà le porte della C/1 spalancate.
Non c’è neanche il tempo di meditare sulla qualificazione appena conquistata, però, che la società di via Lombardi si proietta verso la sfida d’andata con gli acesi. Si apre il caso “Tupparello”. Lo stadio di Acireale può ospitare fino a 4.800 spettatori. Una capienza che appare oggettivamente esigua per una finale promozione. Il sodalizio giallorosso sta già portando avanti delle proposte, che costituiscano una valida alternativa alla situazione attuale. Il numero due dell’Us Catanzaro, Massimo Poggi, dice senza mezzi termini: «E’ giusto che una squadra giochi la finale play off sul suo campo, nello stadio dove ha anche conquistato l’accesso agli spareggi. E’, però, inconfutabile che non si può privare migliaia di tifosi della visione di questo spettacolo. Anche perché, una moltitudine di persone si metterà in viaggio, anche se sprovvista di biglietto. E’ già successo a Nocera, dove molti tifosi catanzaresi hanno acquistato il tagliando d’ingresso alla semifinale, direttamente nella cittadina campana».
Il presidente dell’Impremed, che domenica è rimasto in città per assistere alla finale che ha sancito la promozione in B/2 del suo team di basket, individua tre possibili soluzioni: «La società siciliana dovrebbe concederci almeno 3000 posti. Non vi è dubbio, infatti, che domenica la tifoseria più numerosa sarà quella ospite. D’Altronde basta vedere quanti spettatori c’erano al “Tupparello” nel match con l’Acireale. E’ possibile anche che chi di competenza possa assumersi la responsabilità di aumentare la capienza dello stadio acese. Mi hanno detto, in proposito, che la struttura sportiva è provvista di una grande tribuna di 20.000 posti, inagibile perché ancora da collaudare. Se così non fosse, Catania è, comunque, a due passi da Acireale».
Affascinante l’ipotesi “Massimino”, ex “Cibali”, uno degli impianti sportivi più “caldi” del Meridione. La capienza massima che può raggiungere è di 25.000 posti a sedere. Tesissimi sono, comunque, i rapporti tra il pubblico catanzarese e quello catanese. L’ultimo episodio, quello forse più eclatante, risale ad ottobre di un anno e mezzo fa, quando ottanta tifosi del Catania tesero un agguato al popolo giallorosso in trasferta a Frosinone, presso l’autogrill Casilina Ovest dell’autostrada. A causa di quell’episodio tre catanzaresi furono ricoverati in ospedale per le ferite riportate. Attualmente, i protagonisti di quel gesto sono ancora sotto processo.
Poggi, a ogni modo, sottolinea l’importanza del momento sportivo locale: «Non è cambiato nulla rispetto a qualche mese fa. Noi siamo condannati a vincere. Il basket ha lasciato in città un posto vacante in C/1 che dovrà necessariamente essere occupato dal calcio».
Esemplare, inoltre, la sportività dei supporters della Nocerina. Al termine della gara che ha sancito la definitiva uscita di scena della loro squadra, il pubblico rossonero ha applaudito, senza fare una piega, i 2.000 catanzaresi assiepati nel settore ospite. Una lunga amicizia lega le due tifoserie fin dal 1978, quando al “Ceravolo” si disputò lo spareggio Catania-Nocerina e il pubblico catanzarese si schierò apertamente a favore dei campani. Da allora, si è mantenuto saldo un profondo rispetto reciproco. Al contrario, è stato probabilmente questo il gesto da cui sono scaturiti i rancori covati per anni da catanesi e catanzaresi, palesatisi, poi, nel famoso agguato avvenuto dopo la gara Frosinone-Catanzaro.
La rosa al completo, dopo la fondamentale vittoria di Nocera, tornerà oggi ad allenarsi allo stadio “Ceravolo”.
Enrico Foresta – Il Quotidiano