Anche oggi al Ceravolo pochissimi spettatori hannno raccolto l’appello della società.
Per non farci del male diciamo che il tempo incerto ha tenuto lontano i tifosi giallorossi per questa ultima partita fra le mura amiche di questo scialbo campionato.
L’atmosfera prima della partita è la solita, di traffico neanche a parlarne, davanti al piazzale dello stadio pochissime persone e atmosfera strana, qualche capannello di tifosi discute di quanto accaduto a Nino Princi, allo stadio nessun coro, nessuno striscione o applauso per esprimere solidarietà, ma solo qualche coretto contro Poggi e Parente partito dalla curva.
Inizia la partita con meno di 100 tifosi della Vibonese al seguito, in curva Massimo Capraro ampi spazi vuoti e ultras (sempre pochi) che canticchiano ma senza incidere e che non riescono a trascinare gli altri spettatori assonnati come accade da un paio di mesi a questa parte.
La partita per settantacinque minuti è stata giocata a ritmi lenti, leggero predominio territoriale del Catanzaro ed occasioni da goal con il contagocce, lo stesso possiamo dire per quanto riguarda la Vibonese.
Gli unici sussulti della prima parte di giuoco vengono dall’ex Ruscio, il quale, per ergersi a protagonista inizia un personalissimo duello con il nostro Benicasa, infastendo e non poco i tifosi giallorossi, il centrocampista di Monterosso Calabro chissà cosa voleva dimostrare, come se non lo conoscessimo.
Nella ripresa la consapevolezza che le due squadre non vogliono farsi male è chiara, qualche vecchio tifoso, memore di cose strane accadute al Catanzaro in situazioni del genere, sicuramente più esperto e buon profeta visto quello che poi stava per succedere (tifosi che chiedevano a Berardi di calciare fuori il rigore concessoci) dice che è meglio andare in vantaggio e mettersi nella posizione di essere rincorsi per non rischiare.
Dal 75° in poi la partita cambia, arriva la notizia che il Noicattaro passa in vantaggio e la Vibonese inizia ad accellerare il gioco, Di Somma dalla panchina si sbraccia e chiede ai suoi di andare avanti, in pratica quella tregua durata per settantacinque minuti termina.
Nel frattempo il Catanzaro aveva sostituito Marchano e Brutto e rimaneva senza attaccanti, ma ci pensava l’arbitro ad assegnarci un rigore per un fallo di mani di Occhipinti, Berardi (con qualche bu di disturbo dagli spalti) trasformava ed il Catanzaro era in vantaggio.
A questo punto quasi tutto il pubblico giallorosso inizia ad incitare la Vibonese ma serve a poco perchè dopo neanche un minuto battono un calcio d’angolo ed il difensore che aveva provocato il rigore si butta in area e di testa trafigge Mancinelli, è 1 – 1 e tutti contenti, noi salvi e loro che dovranno soffrire ancora. Macchè.
Al 94° Zampaglione si lancia su un pallone in area ed un brivido percorre la schiena dei tifosi giallorossi, tutti a guardare l’arbitro, forse c’era rigore, forse non c’era e l’arbitro ammonisce l’attaccante rossoblu per simulazione e ci va benissimo.
A fine partita si avvicina il vecchio tifoso di cui sopra e mi dice “ ti l’avia dittu ca n’atru pocu a pigghiavamu a lu ….? E come faccio a dargli torto?
Mentre si esce dal campo Cuttone e qualche uomo della panchina hanno un diverbio con i calciatori della Vibonese, c’è un accenno di rissa ma tutto finisce.
Ora il campionato grazie a Dio è finito, bisogna ripartire, ma da chi? Da cosa?
Sicuramente non dalla maggior parte degli attori che abbiamo visto in questa stagione, bisogna fare piazza pulita, ma la domanda è sempre la stessa: ci sarà qualcuno in grado di ridare un minimo di dignità al Catanzaro Calcio?
SF