Due poliziotti in servizio alla presidenza del consiglio e alla camera dei deputati sono finiti ai domiciliari con l’accusa di avere rivelato informazioni coperte da segreto istruttorio.
Una storia che, dalle prime rivelazioni, potrebbe incrociarsi con con la vicenda della latitanza di Amedeo Matacena, che vede coinvolto l’ex ministro Scajola. Si tratta di Franco Caputo, napoletano, 56 anni, e Cosimo Campagna, 57 anni, del Brindisino. Le indagini sulla violazione del segreto istruttorio e sulle attività dei due agenti di Polizia ai domiciliari nell’ambito di una indagine della Dda di Napoli sulle infiltrazioni della camorra casalese in Versilia – secondo indiscrezioni – potrebbero incrociarsi con la vicenda che vede coinvolto l’ex ministro Scajola.
Anche in quel caso, infatti, è emersa l’ipotesi dell’esistenza di una talpa che avrebbe fornito informazioni riservate all’ex ministro. Al momento si tratta di un’ipotesi tutta da verificare ma sulla quale è concentrata l’attenzione degli investigatori. Nel corso dell’indagine della Dda, inoltre, sarebbe emerso che alcune notizie coperte da segreto, Franco Caputo – uno dei due agenti finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di un’ inchiesta della DDA di Napoli su infiltrazioni del clan dei Casalesi in Toscana – le avrebbe fornite a Francesco D’Andrea, fratello di un affiliato alla ‘ndrangheta già condannato per associazione mafiosa e traffico di cocaina.
corrieredellacalabria