“Voglio tranquillizzare un po’ tutti: sono certo di poter dimostrare la correttezza del mio operato e l’assoluta infondatezza delle accuse rivoltemi dal ministro”. E’ quanto scrive il pm di Catanzaro Luigi de Magistris in una lettera indirizzata ai colleghi iscritti a 3 mailing list nel blog www.toghe.blogspot.com. De Magistris scrive questa mail in forma di lettera ai colleghi magistrati all’indomani della seduta della sezione disciplinare del Csm rinviata al 17 dicembre in cui si doveva decidere il suo trasferimento d’ufficio insieme a quello del suo capo Mariano Lombardi. Nella lettera De Magistris precisa di non entrare nel merito delle accuse che il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha promosso nei suoi confronti per non violare il dovere di riservatezza che “mi sono imposto per il doveroso rispetto verso il Csm e per non essere accusato di voler intimidire l’organo di autogoverno della magistratura. Non vorrei tra l’altro a breve trovarmi a dovermi difendere anche dalle contestazioni di associazione sovversiva o quanto meno di cospirazione politica mediante associazione o mediante accordo”. De Magistris precisa che la voglia di parlare l’avrebbe, perche’ “da molti giorni leggo e ascolto di nefandezze di cui mi sarei reso autore, vedo i miei pubblici accusatori (ministri e sottosegretari) ribadire in pubblico le accuse che reputo totalmente infondate senza che mi possa difendere pubblicamente”.
Ma il pm calabrese precisa di voler tranquillizzare un po’ tutti i colleghi, certo di poter dimostrare la sua “innocenza”. “Certo -prosegue- in questi anni di intensissimo lavoro in Calabria avro’ fatto errori, avro’ sbagliato, avro’ fatto scelte discutibili, avro’ parlato troppo, avro’ assunto una condotta eversiva dell’ordine costituito, ma per fortuna gli ‘zelanti’ ispettori che, da anni, si occupano senza sosta di scandagliare tutto e solo il mio ufficio non li hanno ancora trovati: sono fortunato io o non sono bravi loro?!”. Il pm per cui si sono mobilitate le piazze della Calabria e su cui e’ concentrata l’attenzione mediatica spiega che se in questi anni non avesse avuto “contro la dirigenza dell’ufficio, se non avessi avuto le intimidazioni e le minacce provenienti da piu’ parti, se avessi avuto un po’ piu’ d’attenzione da chi dovrebbe tutelare i colleghi che lavorano in sedi cosi’ difficili, se non mi avessero lasciato solo da un punto di vista istituzionale, se mi avessero affiancato colleghi nel lavoro come ho piu’ volte chiesto, forse avrei evitato quanto meno di dover segnalare pubblicamente il pericolo incombente per la tenuta dello stato di diritto, forse non mi sarei esposto all’esterno cosi’ tanto e chi mi conosce veramente sa che non gradisco apparire. A un certo punto pero’ -sottolinea il pm- ho avvertito che stesse accadendo qualcosa di irreparabile e ho deciso di far comprendere che cosa stesse accadendo, non a Stoccolma, ma in Calabria”.
De Magistris aggiunge che questa voglia di rompere il silenzio oggi, nelle liste, e’ “pero’ dettata dal cuore, dalla volonta’ di ringraziare tutti i colleghi che mi hanno scritto, anche privatamente, delle parole molto belle. Ho provato delle emozioni enormi e forti, che mi rendono felice e mi appagano di tutte le sofferenze di questi anni. Farei torto a molti -prosegue- se citassi qualcuno, ma mi limito nel ringraziare tutti quelli che mi hanno dimostrato affetto, a citare il documento della Giunta dell’Anm di Napoli, le missive dei colleghi che sono stati miei uditori, le mail di colleghi con i quali abbiamo anche avuto percorsi culturali molto differenti e anche scontri”. Infine il pm catanzarese conclude che “evidentemente si e’ compresa la posta in gioco e “il mio caso: si’ -afferma- sono divenuto un caso, che strano, e forse si e’ intuito che nonostante tutto non sono poi cosi’ ‘macroscopicamente inadeguato’. Credo infatti di cercare di esercitare le funzioni con onesta’, abnegazione, sacrificio e umilta’ avendo nel cuore e nella mente la Costituzione Repubblicana in primo luogo. Incompatibile con un certo ambiente anche giudiziario forse si’, ma non con questa terra dalla quale non potro’ mai piu’ staccarmi atteso l’amore che tantissimi calabresi mi stanno manifestando”. La lettera si chiude con un semplice “grazie”.
Ma il pm calabrese precisa di voler tranquillizzare un po’ tutti i colleghi, certo di poter dimostrare la sua “innocenza”. “Certo -prosegue- in questi anni di intensissimo lavoro in Calabria avro’ fatto errori, avro’ sbagliato, avro’ fatto scelte discutibili, avro’ parlato troppo, avro’ assunto una condotta eversiva dell’ordine costituito, ma per fortuna gli ‘zelanti’ ispettori che, da anni, si occupano senza sosta di scandagliare tutto e solo il mio ufficio non li hanno ancora trovati: sono fortunato io o non sono bravi loro?!”. Il pm per cui si sono mobilitate le piazze della Calabria e su cui e’ concentrata l’attenzione mediatica spiega che se in questi anni non avesse avuto “contro la dirigenza dell’ufficio, se non avessi avuto le intimidazioni e le minacce provenienti da piu’ parti, se avessi avuto un po’ piu’ d’attenzione da chi dovrebbe tutelare i colleghi che lavorano in sedi cosi’ difficili, se non mi avessero lasciato solo da un punto di vista istituzionale, se mi avessero affiancato colleghi nel lavoro come ho piu’ volte chiesto, forse avrei evitato quanto meno di dover segnalare pubblicamente il pericolo incombente per la tenuta dello stato di diritto, forse non mi sarei esposto all’esterno cosi’ tanto e chi mi conosce veramente sa che non gradisco apparire. A un certo punto pero’ -sottolinea il pm- ho avvertito che stesse accadendo qualcosa di irreparabile e ho deciso di far comprendere che cosa stesse accadendo, non a Stoccolma, ma in Calabria”.
De Magistris aggiunge che questa voglia di rompere il silenzio oggi, nelle liste, e’ “pero’ dettata dal cuore, dalla volonta’ di ringraziare tutti i colleghi che mi hanno scritto, anche privatamente, delle parole molto belle. Ho provato delle emozioni enormi e forti, che mi rendono felice e mi appagano di tutte le sofferenze di questi anni. Farei torto a molti -prosegue- se citassi qualcuno, ma mi limito nel ringraziare tutti quelli che mi hanno dimostrato affetto, a citare il documento della Giunta dell’Anm di Napoli, le missive dei colleghi che sono stati miei uditori, le mail di colleghi con i quali abbiamo anche avuto percorsi culturali molto differenti e anche scontri”. Infine il pm catanzarese conclude che “evidentemente si e’ compresa la posta in gioco e “il mio caso: si’ -afferma- sono divenuto un caso, che strano, e forse si e’ intuito che nonostante tutto non sono poi cosi’ ‘macroscopicamente inadeguato’. Credo infatti di cercare di esercitare le funzioni con onesta’, abnegazione, sacrificio e umilta’ avendo nel cuore e nella mente la Costituzione Repubblicana in primo luogo. Incompatibile con un certo ambiente anche giudiziario forse si’, ma non con questa terra dalla quale non potro’ mai piu’ staccarmi atteso l’amore che tantissimi calabresi mi stanno manifestando”. La lettera si chiude con un semplice “grazie”.