Il Rompicalcio Una lunga storia

Caserta e Polito contro il loro passato comune

Scritto da Danilo Petrolino

Ciro e Fabio insieme per scrivere un’altra storia

Ne avevamo già parlato poco dopo l’annuncio di Fabio Caserta come nuovo allenatore del Catanzaro – vedi Caserta e Polito: attenti a quei due – per sottolineare lo stretto legame tra i due nuovi protagonisti giallorossi, ma ora vale la pena tornarci sopra e dare un’occhiata a quel loro (calcisticamente) lungo e intenso passato comune in quel di Castellammare di Stabia.

Siamo alla vigilia della partita con la Juve Stabia e sicuramente nella mente del duo si riproporranno le immagini e le sensazioni di quel periodo. Siamo nel 2015 e precisamente al 20 Ottobre: Ciro Polito, da svincolato, si accorda con i gialloblè stabiesi. Ritrova una vecchia conoscenza con cui ha condiviso le maglie di Catania e Atalanta: Fabio Caserta, che gioca con le vespe dal gennaio 2012.

Curiosamente i due non scenderanno mai in campo insieme: l’ultima partita in cui Caserta calcherà il terreno da calciatore si è giocata nove giorni prima a Martina Franca. I due condivideranno lo spogliatoio durante le partite per poco tempo: l’ultima convocazione per Fabio Caserta sarà per la gara del 31 gennaio 2016, esattamente quattro anni dopo il suo arrivo a Castellammare. E in uno strano corto-circuito temporale, quella partita è proprio contro il Catanzaro.

Siamo in Lega Pro, nell’usuale girone C. Quel giorno, mentre Fabio siede in panchina per l’ultima volta da calciatore, Ciro disputa la sua quintultima partita da portiere professionista e non riesce a evitare il gol su punizione da oltre 25 metri del difensore giallorosso Matteo Patti (poi pareggerà Diop).

Quella stagione termina nel più completo anonimato, con la Juve Stabia al decimo posto (e il Catanzaro un punto e un posto sotto, in quella che sarà una delle tante annate che non porteranno a nulla, ma questa è un’altra storia).

Chissà come, Ciro e Fabio maturano insieme l’idea del ritiro dal calcio giocato: sono praticamente coetanei: hanno 37 anni, ma Fabio ne compirà 38 qualche mese dopo. Sicuramente ne parlano tra di loro e capiscono che vogliono comunque continuare a lavorare in quel mondo, inteso non solo come universo pallonaro, ma proprio nella Juve Stabia. Franco Manniello, da poco tornato alla presidenza delle vespe, si fida della loro maturità e li inserisce nei quadri tecnici.

Appese le scarpette al chiodo, Fabio diventa vice-allenatore (come aiuto del catanzarese Gaetano Fontana) e Ciro dirigente delle vespe: inizia così la stretta collaborazione tra i due neo-giallorossi.

Dopo il primo anno entrambi sono “promossi”: Fabio diventa co-allenatore (con Ciro Ferrara, l’omonimo del nazionale) e Ciro direttore sportivo. Arriva subito un ottimo quarto posto con l’eliminazione ai playoff per due pareggi con la Reggiana (allora Reggio Audace). Ma l’anno dopo, con Fabio che diventa primo allenatore da solo, la Juve Stabia vince il campionato (e noi lo ricordiamo bene), con una difesa ermetica, che per oltre sei mesi sarà la meno battuta dei maggiori campionati professionistici europei. Purtroppo la successiva serie B si rivela un ostacolo troppo duro, probabilmente affrontato con una squadra non adeguata, come ammetterà lo stesso presidente delle vespe a retrocessione avvenuta. Fabio e Ciro restano comunque in sella per tutto il campionato, a riprova della fiducia della proprietà stabiese.

È a questo punto, dopo cinque anni passati insieme, che le strade dei due si separano. Ma trascorsi quattro anni, Ciro e Fabio tornano insieme. E cercheranno di scrivere un’altra storia.

 

Foto da ilrestodelcalcio.com

Autore

Danilo Petrolino

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