Le polemiche relative all’isola pedonale proseguono a ritmo incalzante. Non c’è giorno che non si registrino prese di posizione, opinioni ed altro. A nostro avviso, ogni parere, anche del singolo cittadino, se costruttivo, può servire a dare un contributo alla ricerca della migliore soluzione al problema. Su una cosa, però, non si deve transigere: occorre al più presto trovare una soluzione, e che sia definitiva, su corso Mazzini. Quello a cui stiamo assistendo oggi, è infatti indecoroso. La strada principale della città è divenuta l’emblema della mancanza di regole, della mancanza di rispetto delle più elementari norme della civile convivenza. Domenica sera, ad esempio, non un solo vigile presidiava il corso, e la conseguenza è stata a dir poco scandalosa. Auto ovunque; fioriere spostate per parcheggiare; anarchia assoluta. E’ questo che vogliono coloro che sono contrari all’isola pedonale? E’ questo che vuole la Confcommercio, che chiede addirittura un nuovo ulteriore rinvio? Tre anni di indecisioni e di assenza di regole non sono stati forse sufficienti? A questo punto, come avevamo previsto, è risultato un errore la concessione di una pausa estiva, richiesta con insistenza dai commercianti, con la riapertura parziale del corso. Si doveva richiudere il corso in coincidenza con l’apertura dell’anno scolastico, ed invece rinvia oggi e rinvia domani siamo arrivati sotto Natale: tutto previsto. Ora però occorre dire basta. Occorre essere determinati, irremovibili. La Confcommercio, invece di continuare a mettere i bastoni tra le ruote a chi cerca di rendere più vivibile questa città, dovrebbe piuttosto farsi un bell’esame di coscienza, dovrebbe fare una serena autocritica e capire perché i negozi del corso sono poco attrattivi. Dovrebbe imporre ai propri iscritti di proporre attività commerciali all’altezza. Dovrebbe attivarsi per calmierare i costi dei fitti, insostenibili per i più. Dovrebbe pressare, piuttosto, l’amministrazione comunale ad attuare un serio piano delle insegne, a rendere finalmente operativo il piano dei dehors, ad imporre attività commerciali all’altezza; a contrastare il proliferare, anche sul corso, di negozi di bassissimo livello; di pizze al taglio. Il corso andrebbe gestito dai commercianti stessi con amore e dedizione, come se fosse casa loro. E invece vediamo vetrine di negozi che sono diventate espositori abusivi di manifestini di discoteche e altro con l’indifferenza dei proprietari; vediamo vetrine di vetuste attività commerciali incerottate con nastro adesivo; vediamo uno dei più bei portali in pietra del corso, che presenta un’insegna attaccata con una schiuma ingiallita, da anni, quando basterebbe un semplice taglierino a rimuoverla. Questo per far capire quanto poca professionalità alberga in gran parte di essi. Ma ci sono anche i commercianti attenti al decoro delle proprie attività, e sono proprio questi che dovrebbero dire la propria, ribellarsi contro i colleghi meno “attenti”, che penalizzano anche loro. Si è arrivati addirittura a criticare il nuovo arredo urbano, le nuove fioriere, quando invece dovrebbero essere i commercianti stessi ad adottare quelle poste davanti ai propri negozi, a curarle con amore come se fossero loro. Ora si impone una scelta coraggiosa da parte dell’amministrazione comunale, che deve dimostrare di non essere schiava di nessuno. Il tempo del dialogo è finito, perché non può esserci dialogo con chi si arrocca su posizioni antipopolari e assurde. Gli altri discorsi, sull’inversione del senso di marcia, sugli orari di chiusura totale ecc, sono secondari e possono benissimo essere rimodulati dopo una prima fase di sperimentazione. Al momento, una sola cosa è certa e incontrovertibile: la città vuole l’isola pedonale, e corso Mazzini è dei cittadini, non dei commercianti.
ASSOCIAZIONE CULTURALE CARA CATANZARO