Fabrizio Cammarata, quasi ventinove anni, più di duecento partite in Serie B, una quarantina in Serie A, dal 1994 protagonista del calcio che conta, rappresenta sicuramente una delle novità più interessanti che il mercato estivo ha regalato ai tifosi del Catanzaro.
A fronte di tanta esperienza e di una carriera ricca di successi, Cammarata resta una persona schiva, gentile ma estremamente misurata. Difficile quindi strappargli dichiarazioni roboanti e promesse vorticose, difficile trovare il modo di farlo scoprire. Meglio così, visto che rimaniamo della convinzione che i giocatori vanno apprezzati per quello che fanno in campo e non per quello che costruiscono fuori dal campo.
Fabrizio Cammarata, più gol che interviste dunque, si è aperto con noi per alcuni minuti: vale la pena ascoltarlo. Come è facile notare, concretezza e determinazione non mancano nelle parole che seguono, registrate a Nocera umbra nei giorni passati.
âLe prime impressioni di questo ritiro sono ottime, ci stiamo conoscendo, stiamo creando un buon gruppo, che è sempre una delle cose più importanti, e in questo momento dobbiamo pensare solo a lavorare. Ho trovato anche qualche vecchia conoscenza, anzi so che Grava ti ha raccontato dei nostri incontri, ed effettivamente negli anni passati ci è capitato di litigare parecchie volte. Bene così, sono contento che ora stia dalla mia stessa parte, anche perché Grava è sicuramente uno dei difensori più forti che ho incontrato in questa categoria.
Per fare bene in Serie B ci vuole molto entusiasmo ma anche la capacità di non abbattersi quando le cose vanno male. Bisogna mettersi in testa che questo è un campionato che non finisce mai, 42 partite, è che vince non chi non ha passaggi a vuoto e periodi di crisi, ma chi è capace di uscire meglio e più velocemente da questi momenti. Guardate il campionato dellâanno passato e vi accorgerete che pochi punti cambiavano gli obiettivi delle varie squadre.
Non ho rimpianti. Lo so che ho fatto molto bene in anche in serie A, ma tutto sommato credo che il calcio mi abbia dato quello che mi sono meritato. Ho sempre cercato società che credevano in me, questo resta un punto fondamentale nelle mie scelte, e se sono qui è perché il Catanzaro ha creduto in me, e me lo ha fatto sentire. Sono molto curioso di questo pubblico. Me ne hanno detto un gran bene. Io vengo da Cagliari e credo che qui come in Sardegna la squadra di calcio rappresenti qualcosa in più, un simbolo, un punto di riferimento. Poi sono siciliano, e non sai come mi piacerebbe dare soddisfazioni a tutti quelli che ci verranno a vedere a Torino o nelle altre città del Nord.
Con Corona giocheremo accanto, e non ci saranno problemi. Poi siamo in camera insieme, siamo tutti e due siciliani e stiamo creando un bel rapporto. Lâunica cosa che non farò mai è giocarci alla playstation. Lui è fortissimo e io non so proprio dove mettere le mani.
Favorite per questo campionato non ne ho. Guardo a noi, e dico che possiamo fare un buon campionato. La salvezza prima di tutto e poi vedere quello che viene. Lo so che Ferrigno ha detto che possiamo stare in alto, lâho ascoltato, ma posso solo aggiungere che spero che abbia ragione. Niente di più. Anzi, si. Ci vediamo sotto la curva, dopo il mio primo golâ.